Riproposizione della Presentazione del libro “Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana”, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021).
Con l’autore, Daniela Chironi (assegnista di ricerca Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore Su la Testa).
EVENTO ONLINE LUNEDÌ 11 APRILE 2022 DALLE ORE 18:30 ALLE 19:30
Presentazione del libro “Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana”, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021).
Con l’autore, Daniela Chironi (assegnista di ricerca Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore Su la Testa).
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2022-04-06 23:54:022022-10-01 21:30:56Su La Testa presenta libro Rifondazione
Il 2021 è stato un anno attraversato da importanti anniversari per coloro che si richiamano al comunismo: i 150 anni della Comune di Parigi, i 100 anni dalla fondazione del PCI, ma anche i 30 anni dalla nascita del PRC, una delle varie (forse troppe) formazioni comuniste del nostro Paese. Inoltre, l’anno che volge al termine ha visto anche alcune scadenze congressuali: in queste settimane s’è avviata la fase congressuale del PCI e si sono già tenuti i congressi nazionali di Sinistra Anticapitalista e del PRC.
Per quanto riguarda quest’ultimo Partito, la recente uscita del libro di Sergio Dalmasso (“Rifondazione comunista”, edizioni Red Star Press) è stata pressoché coincidente con entrambe le occasioni: da un lato, il trentennale del Partito, nato nel dicembre 1991, dall’altro, la citata scadenza dell’ XI Congresso nazionale del PRC conclusosi lo scorso ottobre.
Nell’approccio storico, uno degli scogli che tradizionalmente s’incontra è sicuramente la scelta del tipo di periodizzazione per individuare le caratteristiche di questa o quella fase nel suo collegamento con il contesto sociale, istituzionale, nazionale e internazionale. L’autore ha scelto la suddivisione decennale della storia di Rifondazione. L’attuale volume è così il secondo dell’opera e affronta il periodo 2001-2011 (il sottotitolo è “Dal Movimento dei Movimenti alla chiusura di Liberazione, storia di un Partito nella crisi della sinistra italiana”). Il precedente volume, “Rifondare è difficile”, uscito nel 2002, si soffermava sul primo decennio: dal 1991 al 2001.
È ovvio che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali, e quelle riguardanti l’arco temporale decennale sono una delle più usate (non a caso, ad esempio, si parla di anni ’60, anni ’70, ecc.). C’è chi nella storia dei Partiti lega le periodizzazioni soprattutto ai Congressi o ai cambi di segretario, o, ancora, ai risultati delle varie scadenze elettorali, alle scissioni o alle fusioni con altre forze.
L’approccio di Dalmasso cerca però di evitare un’eccessiva accentuazione di questo o quell’aspetto della storia del PRC, pur individuando con chiarezza i punti di snodo del dibattito e degli orientamenti politici assunti nell’arco del decennio. In effetti, l’autore fornisce una sorta di guida per approfondire l’aspetto o gli aspetti della vita del Partito che maggiormente possono interessare i lettori.
Il libro ha tre introduzioni (Musacchio, Russo Spena, Dalmasso stesso ) ed è articolato in sei capitoli e delle conclusioni. È corredato da una robusta bibliografia di oltre 200 articoli di riviste, quotidiani e volumi che vengono parzialmente passati in rassegna nell’introduzione dell’autore.
È proprio dall’iniziale rassegna storico-critica (ma, ancora di più, dalla lettura del testo) che si comprende l’impostazione data alla pubblicazione. Ad esempio, si criticano alcuni scritti su Rifondazione – citandone titoli ed autori – evidenziando magari che si tratta di un testo “tutto autocentrato e insufficiente nel motivare i continui passaggi politici” oppure che siamo in presenza di un “lettura tutta soggettiva e di parte”. Ma, contemporaneamente, non si lesinano apprezzamenti ad altri lavori di ricostruzione critica.
Bartolino, ad esempio, viene lodato perché costruisce “un lavoro organico e approfondito sulpartito e permette di comprenderne modificazioni, comportamenti, strutture”, come pure si valuta positivamente lo studio del sociologo Fabio De Nardis perché “segue con attenzione il dibattito del settimo Congresso (2008) la dialettica interna, i meccanismi di elaborazione e funzionamento”. Parimenti elogiati sono i contributi di Raul Mordenti, soprattutto “Non è che l’inizio.- Vent’anni di Rifondazione Comunista”.
Insomma, Dalmasso fornisce anche una sintetica bibliografia ragionata per chi vuole approfondire la storia di Rifondazione e giungere ad un serio bilancio critico ed autocritico. Va comunque sottolineato che il libro, per una chiara e condivisibile scelta dell’autore, non prende parte per nessuna delle posizioni politiche interne al dibattito del PRC, né vuole trarre conclusioni su quanto accuratamente descritto. È una scelta che va apprezzata, poiché, a parere di chi scrive, il compito di un bilancio è sì sempre prevalentemente politico, ma deve anche colmare la mancanza di “uno studio che racconti nel modo più oggettivo possibile la storia, i fatti”, per dirla con l’introduzione stessa di Dalmasso.
Peraltro, è proprio su come intendere il bilancio critico ed autocritico che si situa uno dei limiti maggiori della storia di Rifondazione. Un esempio, per chiarirci: il problema non è, riferendoci alle “innovazioni teoriche” del periodo bertinottiano, di criticarle mummificando l’esperienza novecentesca del Movimento operaio con atteggiamenti nostalgici e folcloristici; e, parallelamente, verso il secolo scorso non si può nemmeno dare l’impressione di una posizione “filo-veltroniana” di sinistra, dove può sembrare che il vero scopo non sia tanto la riflessione teorica e strategica, bensì rendersi politicamente affidabili verso il centro-sinistra dell’epoca.
Sul piano dell’autocritica ragionata, uno dei più noti dirigenti del PRC, Paolo Ferrero, riferendosi al Movimento No Global – che per quanto sviluppatosi solo nei primi anni del decennio ha avuto conseguenze politiche che temporalmente sono andate ben oltre – ha puntualmente osservato (sulla rivista “Su la testa” del luglio 2021):
“Sul piano istituzionale, lo sbocco proposto da Rifondazione fu quello di costruire il programma comune con il centro-sinistra in vista di un’alleanza di governo… Pensavamo che si potesse determinare un circolo virtuoso e, invece, si determinò un riflusso del Movimento e una limitata capacità contrattuale sul piano politico. Si può discutere a lungo dei singoli errori tattici, ma a me pare che il problema stesse nel manico e cioè nell’aver pensato di poter far vivere l’alternativa dentro l’alternanza. È stato un errore drammatico e a vincere è stato il bipolarismo e il liberismo”.
In realtà, uno dei problemi politici dei bilanci autocritici è che non sempre ad una correttezza formale degli stessi corrispondono comportamenti conseguenti, e ciò sia detto senza alcun intento polemico, ma come mera constatazione del fatto incontestabile che il “governismo” rimane una politica dura a morire.
In ogni caso, al di là delle singole questioni, il fattore “bilancio” è uno dei contributi che può dare un’attenta lettura del libro, soprattutto per chi ha vissuto direttamente o indirettamente le vicende del 2001-2011. E tuttavia ci sono altri fattori non meno importanti che rafforzano l’utilità del lavoro di Dalmasso: mi riferisco alla costruzione/ricostruzione di una memoria storica attiva e dinamica seppure su un periodo temporalmente abbastanza recente.
Per lettori e lettrici più giovani, la trasmissione della memoria soprattutto rispetto a quei momenti che hanno visto il protagonismo di una nuova generazione, come avvenne a Genova 2001 e nei Social Forum, può aiutare, entro certi limiti, anche la pratica, ad esempio, dalle recenti mobilitazioni contro il G-20.
Ho già detto che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali. E forse possono essere eccessivamente schematiche. In questo caso, sarebbe utile rileggere/procurarsi anche il primo volume del 2002, opportunamente richiamato dall’autore, e ciò per avere una visione unitaria dei primi venti anni del PRC. Infatti, è chiaro che tra il primo e il secondo decennio della storia del PRC, come ci sono elementi di diversità, così ce ne sono di continuità.
Ad esempio, la segreteria Bertinotti, durata ben 12 anni dal 1994 al 2006, attraversa entrambi i decenni. E in entrambi i decenni si colloca anche la maledizione delle scissioni, i cui nodi sono sostanzialmente sempre gli stessi: il rapporto coi Democratici di sinistra prima e col PD dopo, così come il rapporto col governo Dini prima e quello coi governi Prodi e d’Alema nel secondo decennio.
Va altresì detto che il periodo 2001-2011 si caratterizza anche per un tentativo di inversione della tendenza alla frammentazione: l’esperienza della Federazione della Sinistra incentrata soprattutto su PRC e Comunisti Italiani. Si trattò di un’esperienza nata già in una fase calante della sinistra d’alternativa e, in particolare, dei comunisti, e dopo alcuni anni cadde sia sul problema delle “cessioni di sovranità” dai singoli Partiti alla Federazione e sia, ancora una volta, per visioni diverse sul rapporto col centro-sinistra.
Ma va comunque ricordato il buon risultato che ebbe la Federazione della Sinistra nelle amministrative del 2011 proprio a Napoli, dove riuscì ad avere un ruolo rilevante nell’avvio di quella esperienza di rottura che è stata la prima giunta De Magistris. Riflettere su quella esperienza federativa, di cui i promotori non hanno mai fatto un bilancio comune, ci sembra importante se si vuol rilanciare una politica di unità dei comunisti che, altrimenti, si riduce a mero auspicio.
Il libro si chiude con la fine delle pubblicazioni di “Liberazione”, il quotidiano del Partito. Si tenterà l’avventura di un’edizione online, ma anche quella non sarà coronata da successo. In sintesi, sull’insieme del volume, penso che si possa condividere la valutazione di Russo Spena: “Il lavoro certosino di Dalmasso è importante perché riannoda i fili di una memoria che ci appare confusa, fagocitata dall’ipostatizzazione del presente senza futuro. È essenziale, poi, per Rifondazione Comunista che ha avuto come orizzonte il “comunismo diffuso””.
L’augurio, ora, è che l’autore proceda anche col terzo volume per il successivo decennio 2011-2021, in modo da fornire un ulteriore contributo per il bilancio condiviso di un’esperienza ancora in corso.
L’Unigramsci (Università popolare Antonio Gramsci) ha sede a Roma; è una associazione senza fini di lucro nata nel 2014.
L’Unigramsci arriva a Genova con una sezione staccata collocata all’interno del progetto casadeipopoli inaugurata il 6 marzo 2021.
La casa dei popoli di Genova organizza un ciclo di 11 lezioni aperto da questo incontro con Sergio Dalmasso intitolato: Vita e pensiero di Rosa Luxemburg.
La lezione di Sergio Dalmasso sulla figura di Rosa Luxemburg è stata trasmessa in diretta streaming YouTube tramite il canale Casa dei Popoli Genova e sulla pagina Facebook il 9 marzo 2021 dalle ore 18:00.
La lezione è stata trasmessa anche in differita da RadioGrAmma-Buridda AM 1359 KHz e resa disponibile sul sito buridda.org.
Hanno partecipato alla videoconferenza: Patrizia Poselli, Cinzia Ronzitti, Giovanni Ferretti, Roberta Piazza, Lautaro Castro.
Le recenti pubblicazioni di Sergio Dalmasso tra cui il libro: Una donna chiamata rivoluzione. Vita e opere di Rosa Luxemburg, edizione RedStar Press Roma sono presenti nella seguente foto.
Da WIKIPEDIA: “Basso era uno dei fascinatori del Psi. Aveva scritto un libro di successo, Il Principe senza scettro, e si atteggiava a Lenin italiano (cui un poco somigliava) ricalcandone le mosse. Era un oratore formidabile, capace di battute e di ironia a non finire: una voce morbida, flessuosa, un po’ femminile che persuadeva e incantava. Le donne lo adoravano e lui adorava le donne.
La vita di Lelio Basso fu una miscela di attività e ricerca intellettuale, unita alla ricerca di uno strumento politico efficiente, il tutto su scala internazionale.
In qualità di esperto ed interprete del lavoro di Marx, egli adottò un approccio originale nella sua rielaborazione della visione del socialismo e attinse a diverse linee di pensiero che venivano dalla sfera del pensiero democratico, nel significato più ampio possibile del termine (la tradizione democratica francese, il “socialismo accademico” tedesco, il pensiero socialista italiano e gli Austromarxisti).
Durante il suo internamento egli lesse le opere di Rosa Luxemburg e lavorò poi instancabilmente, per promuovere una consapevolezza critica del suo pensiero in Italia.
Una approfondita ricostruzione del suo itinerario politico è stata fornita dallo storico Giancarlo Monina, anche grazie alle testimonianze dei parenti e alla documentazione disponibile presso la Fondazione Basso.“
La cultura della politica … la politica della cultura PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “UNA DONNA CHIAMATA RIVOLUZIONE. VITA E OPERE DI ROSA LUXEMBURG” interverranno:
A SEGUIRE PER CHI LO DESIDERA Alle ore 20.00 Cena di auto finanziamento – Prezzi popolari
*** Sergio dalmasso: Nato a Boves, in provincia di Cuneo, nel 1948, è impegnato in politica fin dai tempi della scuola superiore e del Movimento Studentesco. Militante del Pdup e, in seguito, di Democrazia Proletaria, è stato segretario provinciale di Rifondazione Comunista dal 1991 al 1995 e dal 2003 al 2005. Consigliere regionale Piemonte dal 2005-2010. Parallelamente, sia come presidente del CIPEC di Cuneo, sia come collaboratore avendone ceduto le redini al giovane Nello Fierro, porta avanti un’intensa attività di studio e divulgazione della storia e della cultura del movimento operaio con i quaderni del CIPEC (e non soltanto) arrivati al 25-esimo anno di pubblicazione. Quasi un record oggigiorno tra le riviste. Tra le sue pubblicazioni, per Red Star Press, anche il volume Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico (2018).
Ha inoltre insegnato lettere per 40 nelle scuole superiori.
Sergio Dalmasso ricostruisce con la mente e con il cuore la storia e le opere di Rosa Luxemburg (tra i classici fondamentali del marxismo).
La sua scelta di campo della sovversione dell’ordine costituito da industriali, proprietari terrieri, sbirri e regnanti già quando frequentava ancora il liceo a Varsavia.
La sua inesauribile battaglia contro il riformismo, la lotta contro la guerra, l’opposizione al cedimento della socialdemocrazia europea.
Gli anni del carcere, la tragica sconfitta del tentativo rivoluzionario e, infine, l’assassinio del gennaio 1919: una perdita di portata epocale per il movimento operaio.
I suoi assassini, uccidendola, non riuscirono però a far tacere la sua voce che, più attuale che mai, continua a parlare a chiunque nel tempo continuerà a schierarsi dalla parte degli oppressi.
Due sono i libri che la casa editrice Red star press di Roma dedica a Rosa Luxemburg in occasione del centenario della sua morte, avvenuta nella notte fra il 15 e il 16 gennaio quando, assieme a Karl Liebknecht, fu arrestata a Berlino e trucidata dalla soldataglia.
Il primo, di Sergio Dalmasso, Una donna chiamata rivoluzione, traccia un succinto e avvincente ritratto della protagonista, cogliendo e intrecciando la dimensione personale con quella pubblica.
Il secondo, curato da Nando Simeone e pubblicato in collaborazione col Centro studi Livio Maitan, riprende uno degli scritti più citati, Socialismo o barbarie, di Rosa Luxemburg, col quale è ricordato un saggio che nelle principali raccolte degli scritti della rivoluzionaria polacca appare con il nome di La crisi della socialdemocrazia e ha come riferimento la denuncia dell’atteggiamento dei partiti socialisti della Seconda Internazionale di fronte allo scoppio della Prima guerra mondiale, descritta come un vero e proprio precipitare dell’umanità in una crisi di civiltà, provocata dall’imperialismo capitalista.
Tra i classici del marxismo
Sia l’autore che il curatore tracciano un ritratto a tutto campo dei temi politici e teorici da lei trattati nel corso della sua vita. La sua opera appartiene pienamente alla definizione di classici del marxismo.
Per classici, precisa Dalmasso, sono da intendersi quei testi che davanti ai nodi dell’oggi si rivelano più vivi che mai.
Tuttavia, i suoi lavori restano ancora misconosciuti e la sua eredità a dir poco problematica, certamente però è ricca e preziosa, una miniera i cui filoni sono ancora in parte da esplorare e ancora parlano al nostro tempo.
Solo con l’impetuoso e gioioso clima prodotto dalle lotte studentesche e operaie degli anni Sessanta e Settanta e la contemporanea nascita di formazioni politiche “eretiche” alla sinistra dei partiti tradizionali, con un certo seguito soprattutto tra le fasce giovanili politicizzate, si ebbe la riscoperta del pensiero di Rosa Luxemburg, come alternativa alla deriva riformista socialdemocratica in Occidente, al socialismo reale di stato ad Oriente e allo stesso leninismo, come provò a fare Lelio Basso, sostenendo che mentre Lenin aveva concentrato il fuoco della sua battaglia sull’anello più debole della catena capitalistica mondiale, la Luxemburg invece aveva una visione meno tattica e più strategica, a lunga scadenza sui problemi di una rivoluzione in una società capitalistica altamente sviluppata.
Fu una riscoperta che faceva i conti con abiure, condanne e calunnie vere e proprie operate da politici e “storici” dei partiti comunisti a partire dall’affermazione dello stalinismo in Unione Sovietica.
Nella seconda metà degli anni Venti si coniò l’accusa di luxemburghismo, al pari di trotskismo, bordighismo, anche se meno grave, secondo il vademecum dei peccati stabiliti da Stalin; tutte però erano trattate come deviazioni tipiche dei sostenitori dei nemici della classe operaia.
Presentazione Anpi Ivrea. Continuiamo con la nostra opera di divulgazione culturale e riflessione politico-sociale, come da tempo stiamo proponendo con gli incontri nella Sede dell’Anpi.
Nell’avanzata delle destre, nella caduta dei valori, la nostra Associazione è impegnata nel riaffermare l’antifascismo che solo può salvare la democrazia e le nostre libertà.
Mettiamo in gioco la Memoria storica ed il valore della Costituzione. È però indubbio che sia necessario conoscere e comprendere a largo raggio ed una buona lezione di storia non potrà che essere utile a tutti noi.
Per questo non dovete assolutamente perdere l’incontro che vi proponiamo, sulla figura di Rosa Luxemburg.
Mario Beiletti
“Malgrado le sue opere siano tra i classici fondamentali del marxismo e la sua vita un esempio di coerenza e coraggio impossibile da mettere in discussione, i libri di Rosa Luxemburg restano misconosciuti e la sua eredità a dir poco problematica. Ma chi era Rosa Luxemburg? Quali furono i luoghi in cui avvenne la sua formazione giovanile, quali le temperie culturali che agitarono il suo tempo, chi i suoi inseparabili compagni di strada e chi, al contrario, i suoi principali avversari politici? In modo agile e documentato, Sergio Dalmasso ricostruisce con la mente e con il cuore la storia di Rosa Luxemburg, la sua inesauribile battaglia contro il riformismo e la sua inesorabile opposizione al processo di burocratizzazione a cui nessuno struttura può dirsi immune. Allo stesso modo, nelle pagine del libro, scorre l’epopea della Lega di Spartaco e concorrono al racconto personaggi fondamentali, da Karl Liebknect a Leo Jogiches, da Clara Zetkin a Franz Mehring. Insieme a loro, ecco il dissenso da Lenin sulla questione del partito e dell’organizzazione, la lotta contro la guerra e l’opposizione al cedimento della socialdemocrazia tedesca ed europea, gli anni del carcere, la tragica sconfitta del tentativo rivoluzionario e, infine, l’assassinio del gennaio 1919: una perdita di portata epocale per tutta la storia futura del movimento operaio.”
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2019-02-06 14:19:122022-04-18 20:41:51Presentazione all’ANPI di Ivrea: Una donna chiamata rivoluzione
Presentazione alla Les Mots Libreria di Milano giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 18.30: Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico
In occasione della presentazione del libro di Sergio Dalmasso:
Lelio Basso. La ragione militante. Vita e opere di un socialista eretico, Red Star Press – Hellnation Libri
Giovedì 24 gennaio 2019 ore 18.30 si presenta alla libreria Les Mots di Milano “Lelio Basso. Socialismo, democrazia, internazionalismo. Vita, opere, cultura di un socialista eretico”. Avvocato, giornalista, antifascista, uno delle figure più importanti della storia del ‘900 italiano, uno dei massimi diffusori in Italia del pensiero di #RosaLuxemburg.
Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza. La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale. Intanto, se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa. Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam. Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea. Prefazione di Piero Basso.
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio DALMASSOhttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio DALMASSO2019-01-23 14:22:062019-01-23 15:06:39Presentazione alla Les Mots Libreria di Milano libro su Lelio Basso