Articoli

Lucio Libertini, Torino lo ricorda a 100 anni dalla nascita

Protagonista della sinistra italiana e del movimento operaio

Locandina Convegno Torino sui 100 anni dalla nascita di Lucio Libertini organizzato da Archivio Marini Pistoria

Il 20 ottobre 2022 Torino presso Palazzo Lascaris, Sala Viglione ha ospitato il Comitato Nazionale e l’Archivio Roberto Marini, che ne è stato il promotore: un’intensa e interessante giornata, nel ricordo di Lucio Libertini, attraverso gli interventi di chi lo conobbe e degli storici che hanno sistematizzato il suo percorso politico e umano.

I doverosi ringraziamenti vanno al Ministero della Cultura, alla Regione Piemonte per la gentile ospitalità nelle sue bellissime sale, a tutti gli autorevoli relatori e ai molti intervenuti.

 Prossimo appuntamento al Convegno internazionale di Pistoia, il prossimo 2 dicembre.

Presenti Fausto Bertinotti, presidente del Comitato Nazionale del Centenario, Piero Fassino, Gabriella Pistone, Mario Virano, Sergio Dalmasso, Diego Giachetti, Aldo Agosti, Paolo Ferrero, Marco  Rizzo, Angelo d’Orsi, Franco Turigliatto e altri/e.


Intervento dello storico Dalmasso autore di Lucio Libertini. Lungo viaggio nella sinistra italiana

Diego Giachetti, storico Paolo Ferrero Piero Fassino Aldo Agosti

Foto Comitato Nazionale e L’Archivio Roberto Marini

PS.

Il quaderno 67 raccoglie gli interventi di Lucio Libertini al Consiglio regionale del Piemonte 1975-1976

Inoltre, vi è il libro di Sergio Dalmasso: Lucio Libertini. Lungo viaggio nella sinistra italiana

 

Libro su Rifondazione Comunista

Riproposizione della Presentazione del libro “Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana”, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021).

SU La testa rivista mensile diretto da Paolo Ferrero

Con l’autore, Daniela Chironi (assegnista di ricerca Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore Su la Testa).

In diretta su Youtube (https://youtu.be/WuTJrt2AUUM) e sulle pagine Facebook di @sulatestarivista e @rifondazione.comunista

 

UNIONE POPOLARE PIEMONTE 2

Il 25 settembre sulla scheda elettorale del collegio Piemonte 2 – U05 troverete il mio nome come candidato all’uninominale per la lista Unione Popolare.

Vota Nello Fierro elezioni politiche 2022

Per votarmi non bisogna indicare alcuna preferenza ma basterà fare una croce sul simbolo.

Ho accettato la candidatura per questo nuovo progetto unitario, alternativo ai partiti che hanno malgovernato in questi ultimi anni.

Abbiamo bisogno di assumere posizioni più nette contro il cambiamento climatico e le diseguaglianze sociali, a favore dell’ambiente, delle giovani generazioni, dei diritti per tutte e tutti, della sanità e della scuola pubblica.

E soprattutto abbiamo bisogno di una politica per la pace.

Un abbraccio e buon voto!

Nello

Facebook, 16 settembre 2022

Luciana Toselli Cuneo per i beni comuni

Amministrative 12 giugno 2022. Questa domenica si vota a Cuneo e sono candidato in Consiglio Comunale per la lista Cuneo per i Beni Comuni.
Il nostro programma è in continuità con quanto proposto 5 anni fa con la mia candidatura a Sindaco.
Questa volta abbiamo provato a costruire una coalizione più ampia attorno alla figura di Luciana Toselli, che ringrazio per il lavoro svolto in questi anni in consiglio comunale e per l’impegno dato in campagna elettorale.
Il nostro programma è fortemente centrato sulle questioni sociali e ambientali, gli anni della pandemia ed ora della guerra ci dimostrano che è urgente intervenire a favore del territorio, dei servizi pubblici e dei beni comuni.
Nel mio piccolo ho provato a dare il mio contributo, se volete/potete darmi il vostro voto lo raccolgo come segno di fiducia e sostegno alle battaglie che ho portato avanti.
Diversamente la nostra Lista ha donne e uomini validə, compagne e compagni che da tanti anni sono l’esempio dell’alternativa che immaginiamo per la nostra città.
Forza che possiamo farcela, vi voglio bene.
Nello Fierro
********
********

Paolo Ferrero e la deputata Simona Suriano chiudono la campagna elettorale a Cuneo a sostegno della lista Cuneo per i beni comuni.

Paolo Ferrero, Cuneo 10 giugno 2022 con la militante del PRC Nadia Revello a fine manifestazione di chiusura della campagna elettorale a sostegno della lista Cuneo per i Beni Comuni.

Ferrero e Nadia

Foto di un gruppo di militanti nella sede cuneese del PRC amministrative Cuneo 2022.

Circolo PRC Cuneo amministrative 12 giugno 2022

Fonte Facebook, 10 giugno 2022

Evento promosso dal PRC Circolo Curiel: Paolo Ferrero in “Cuba vista con i miei occhi”, giovedì 21 aprile 2022 ore 21.00.

Via Branega, 10, 16157 Genova GE, Italia

Pubblico · Chiunque su Facebook o fuori Facebook

Ci duole informarvi che per sopraggiunti impegni improrogabili di Paolo Ferrero questo evento è rimandato a data da definirsi. Ci scusiamo per l’inconveniente


Nonostante settant’anni di isolamento economico e commerciale e due anni di pandemia, che hanno paralizzato il turismo, Cuba non solo non è collassata ma ha saputo reagire aumentando la partecipazione popolare, allargando la democrazia, sviluppando la ricerca pubblica.

Pur in questa situazione drammatica e con mezzi limitatissimi, Cuba è riuscita a produrre vaccini che sono risultati più efficaci contro il COVID di quelli brevettati privatamente dai colossi del farmaco, ma che paradossalmente non sono esportabili a causa del bloqueo.

Di ritorno da Cuba Paolo Ferrero ci porterà una testimonianza diretta della situazione cubana nella sua specificità.
Vi aspettiamo.

***

PS.

Si ricorda che è presente in questo sito il quaderno 58 dedicato alla figura del rivoluzionario Che Guevara.

Di seguito la canzone di Francesco Guccini sul CHE:

SU LA TESTA PRESENTA RIFONDAZIONE COMUNISTA

EVENTO ONLINE LUNEDÌ 11 APRILE 2022 DALLE ORE 18:30 ALLE 19:30

Presentazione del libro “Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di «Liberazione», storia di un partito nella crisi della sinistra italiana”, di Sergio Dalmasso (Red Star Press, 2021).

SU La testa rivista mensile diretto da Paolo Ferrero

Con l’autore, Daniela Chironi (assegnista di ricerca Scuola Normale di Pisa) e Paolo Ferrero (direttore Su la Testa).

In diretta su Youtube (https://youtu.be/WuTJrt2AUUM) e sulle pagine Facebook di @sulatestarivista e @rifondazione.comunista

L’evento è stato promosso e condiviso in facebook da tanti, tra cui il gruppo Spazio Cultura.

Su la testa, Argomenti per la Rifondazione Comunista, rivista bimestrale diretta da Paolo Ferrero, presenta il suo ottavo numero intitolato Cambia il sistema, non il clima!

Di seguito il video di presentazione del numero 8.

Nei numeri 1, 2, 3, 5, 6 e 7 della rivista Su la testa sono state pubblicate alcune mie recensioni di libri che si possono leggere ANCHE nella sezione Schede e recensioni di questo sito alla voce “Su la testa, nuova serie”.

Recensioni pubblicate anche dalla rivista Il presente e la storia Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo.

Un utile libro sulla storia di Rifondazione Comunista

di Rosario MARRA

Il 2021 è stato un anno attraversato da importanti anniversari per coloro che si richiamano al comunismo: i 150 anni della Comune di Parigi, i 100 anni dalla fondazione del PCI, ma anche i 30 anni dalla nascita del PRC, una delle varie (forse troppe) formazioni comuniste del nostro Paese. Inoltre, l’anno che volge al termine ha visto anche alcune scadenze congressuali: in queste settimane s’è avviata la fase congressuale del PCI e si sono già tenuti i congressi nazionali di Sinistra Anticapitalista e del PRC.

Per quanto riguarda quest’ultimo Partito, la recente uscita del libro di Sergio Dalmasso (“Rifondazione comunista”, edizioni Red Star Press) è stata pressoché coincidente con entrambe le occasioni: da un lato, il trentennale del  Partito, nato nel dicembre 1991, dall’altro, la citata scadenza dell’ XI Congresso nazionale del PRC conclusosi lo scorso ottobre.

Nell’approccio storico, uno degli scogli che tradizionalmente s’incontra è sicuramente la scelta del tipo di periodizzazione per individuare le caratteristiche di questa o quella fase nel suo collegamento con il contesto sociale, istituzionale, nazionale e internazionale. L’autore ha scelto la suddivisione decennale della storia di Rifondazione. L’attuale volume è così il secondo dell’opera e affronta il periodo 2001-2011 (il sottotitolo è “Dal Movimento dei Movimenti alla chiusura di Liberazione, storia di un Partito nella crisi della sinistra italiana”). Il precedente volume, Rifondare è difficile, uscito nel 2002, si soffermava sul primo decennio: dal 1991 al 2001.

È ovvio che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali, e quelle riguardanti l’arco temporale decennale sono una delle più usate (non a caso, ad esempio, si parla di anni ’60, anni ’70, ecc.). C’è chi nella storia dei Partiti lega le periodizzazioni soprattutto ai Congressi o ai cambi di segretario, o, ancora, ai risultati delle varie scadenze elettorali, alle scissioni o alle fusioni con altre forze.

L’approccio di Dalmasso cerca però di evitare un’eccessiva accentuazione di questo o quell’aspetto della storia del PRC, pur individuando con chiarezza i punti di snodo del dibattito e degli orientamenti politici assunti nell’arco del decennio. In effetti, l’autore fornisce una sorta di guida per approfondire l’aspetto o gli aspetti della vita del Partito che maggiormente possono interessare i lettori.

Il libro ha tre introduzioni (Musacchio, Russo Spena, Dalmasso stesso ) ed è articolato in sei capitoli e delle conclusioni. È corredato da una robusta bibliografia di oltre 200 articoli di riviste, quotidiani e volumi che vengono parzialmente passati in rassegna nell’introduzione dell’autore.

È proprio dall’iniziale rassegna storico-critica (ma, ancora di più, dalla lettura del testo) che si comprende l’impostazione data alla pubblicazione. Ad esempio, si criticano alcuni scritti su Rifondazione – citandone titoli ed autori – evidenziando magari che si tratta di un testo “tutto autocentrato e insufficiente nel motivare i continui passaggi politici oppure che siamo in presenza di un lettura tutta soggettiva e di parte. Ma, contemporaneamente, non si lesinano apprezzamenti ad altri lavori di ricostruzione critica.

Bartolino, ad esempio, viene lodato perché costruisce “un lavoro organico e approfondito sul partito e permette di comprenderne modificazioni, comportamenti, strutture, come pure si valuta positivamente lo studio del sociologo Fabio De Nardis perché segue con attenzione il dibattito del settimo Congresso (2008)  la dialettica interna, i meccanismi di elaborazione e funzionamento”. Parimenti elogiati sono i contributi di Raul Mordenti, soprattutto Non è che l’inizio.- Vent’anni di Rifondazione Comunista”.

Insomma, Dalmasso fornisce anche una sintetica bibliografia ragionata per chi vuole approfondire la storia di Rifondazione e giungere ad un serio bilancio critico ed autocritico. Va comunque sottolineato che il libro, per una chiara e condivisibile scelta dell’autore, non prende parte per nessuna delle posizioni politiche interne al dibattito del PRC, né vuole trarre conclusioni su quanto accuratamente descritto. È una scelta che va apprezzata, poiché, a parere di chi scrive, il compito di un bilancio è sì sempre prevalentemente politico, ma deve anche colmare la mancanza di “uno studio che racconti nel modo più oggettivo possibile la storia, i fatti, per dirla con l’introduzione stessa di Dalmasso.

Peraltro, è proprio su come intendere il bilancio critico ed autocritico che si situa uno dei limiti maggiori della storia di Rifondazione. Un esempio, per chiarirci: il problema non è, riferendoci alle “innovazioni teoriche” del periodo bertinottiano, di criticarle mummificando l’esperienza novecentesca del Movimento operaio con atteggiamenti nostalgici e folcloristici; e, parallelamente, verso il secolo scorso non si può nemmeno dare l’impressione di una posizione “filo-veltroniana” di sinistra, dove può sembrare che il vero scopo non sia tanto la riflessione teorica e strategica, bensì rendersi politicamente affidabili verso il centro-sinistra dell’epoca.

Sul piano dell’autocritica ragionata, uno dei più noti dirigenti del PRC, Paolo Ferrero, riferendosi al Movimento No Global – che per quanto sviluppatosi solo nei primi anni del decennio ha avuto conseguenze politiche che temporalmente sono andate ben oltre – ha puntualmente osservato (sulla rivista “Su la testa” del luglio 2021):

Sul piano istituzionale, lo sbocco proposto da Rifondazione fu quello di costruire il programma comune con il centro-sinistra in vista di un’alleanza di governo… Pensavamo che si potesse determinare un circolo virtuoso e, invece, si determinò un riflusso del Movimento e una limitata capacità contrattuale sul piano politico. Si può discutere a lungo dei singoli errori tattici, ma a me pare che il problema stesse nel manico e cioè nell’aver pensato di poter far vivere l’alternativa dentro l’alternanza. È stato un errore drammatico e a vincere è stato il bipolarismo e il liberismo”.

In realtà, uno dei problemi politici dei bilanci autocritici è che non sempre ad una correttezza formale degli stessi corrispondono comportamenti conseguenti, e ciò sia detto senza alcun intento polemico, ma come mera constatazione del fatto incontestabile che il “governismo” rimane una politica dura a morire.

In ogni caso, al di là delle singole questioni, il fattore “bilancio” è uno dei contributi che può dare un’attenta lettura del libro, soprattutto per chi ha vissuto direttamente o indirettamente le vicende del 2001-2011. E tuttavia ci sono altri fattori non meno importanti che rafforzano l’utilità del lavoro di Dalmasso: mi riferisco alla costruzione/ricostruzione di una memoria storica attiva e dinamica seppure su un periodo temporalmente abbastanza recente.

Per lettori e lettrici più giovani, la trasmissione della memoria soprattutto rispetto a quei momenti che hanno visto il protagonismo di una nuova generazione, come avvenne a Genova 2001 e nei Social Forum, può aiutare, entro certi limiti, anche la pratica, ad esempio, dalle recenti mobilitazioni contro il G-20.

Ho già detto che le periodizzazioni, per quanto utili, sono convenzionali. E forse possono essere eccessivamente schematiche. In questo caso, sarebbe utile rileggere/procurarsi anche il primo volume del 2002, opportunamente richiamato dall’autore, e ciò per avere una visione unitaria dei primi venti anni del PRC. Infatti, è chiaro che tra il primo e il secondo decennio della storia del PRC, come ci sono elementi di diversità, così ce ne sono di continuità.

Ad esempio, la segreteria Bertinotti, durata ben 12 anni dal 1994 al 2006, attraversa entrambi i decenni. E in entrambi i decenni si colloca anche la maledizione delle scissioni, i cui nodi sono sostanzialmente sempre gli stessi: il rapporto coi Democratici di sinistra prima e col PD dopo, così come il rapporto col governo Dini prima e quello coi governi Prodi e d’Alema nel secondo decennio.          

Va altresì detto che il periodo 2001-2011 si caratterizza anche per un tentativo di inversione della tendenza alla frammentazione: l’esperienza della Federazione della Sinistra incentrata soprattutto su PRC e Comunisti Italiani. Si trattò di un’esperienza nata già in una fase calante della sinistra d’alternativa e, in particolare, dei comunisti, e dopo alcuni anni cadde sia sul problema delle cessioni di sovranità” dai singoli Partiti alla Federazione e sia, ancora una volta, per visioni diverse sul rapporto col centro-sinistra.

Ma va comunque ricordato il buon risultato che ebbe la Federazione della Sinistra nelle amministrative del 2011 proprio a Napoli, dove riuscì ad avere un ruolo rilevante nell’avvio di quella esperienza di rottura che è stata la prima giunta De Magistris. Riflettere su quella esperienza federativa, di cui i promotori non hanno mai fatto un bilancio comune, ci sembra importante se si vuol rilanciare una politica di unità dei comunisti che, altrimenti, si riduce a mero auspicio.

Il libro si chiude con la fine delle pubblicazioni di “Liberazione”, il quotidiano del Partito. Si tenterà l’avventura di un’edizione online, ma anche quella non sarà coronata da successo. In sintesi, sull’insieme del volume, penso che si possa condividere la valutazione di Russo Spena: “Il lavoro certosino di Dalmasso è importante perché riannoda i fili di una memoria che ci appare confusa, fagocitata dall’ipostatizzazione del presente senza futuro. È essenziale, poi, per Rifondazione Comunista che ha avuto come orizzonte il “comunismo diffuso”.

L’augurio, ora, è che l’autore proceda anche col terzo volume per il successivo decennio 2011-2021, in modo da fornire un ulteriore contributo per il bilancio condiviso di un’esperienza ancora in corso.

Fonte Lef La rivista, 5 dicembre 2021.

Download articolo

Rosario Marra Rifondazione Comunista Dalmasso

Libro sulla storia di RIFONDAZIONE COMUNISTA presentato a Torino

Il 2 dicembre 2021 vi è stata la presentazione (grazie all’associazione no profit de “La Poderosa”) a Torino del nuovo libro di Sergio Dalmasso: Rifondazione Comunista. Dal movimento dei movimenti alla chiusura di “Liberazione”. Storia di un partito nella crisi della sinistra italiana. Scritti introduttivi di Roberto Musacchio e Giovanni Russo Spena.

Rifondazione Comunista Sergio Dalmasso

Relatori: Paolo Ferrero vicepresidente della Sinistra Europea e già Segretario di Rifondazione Comunista, Sergio Dalmasso, l’autore del libro, e lo storico Diego Giachetti come moderatore della presentazione.
Breve introduzione di Stefano Alberione.

L’incontro è stato videoripreso e trasmesso Live sulla pagina facebook La Poderosa – Associazione di Promozione Sociale, (superando ad oggi le ottocento visualizzazioni e collocandosi ai primi posti tra i loro video-eventi pubblicati sulla loro pagina fb – Da notare che Paolo Ferrero ha condiviso sulla sua pagina facebook il video evento).

La Poderosa Associazione Torino

Incontro lunghissimo, iniziato dopo le ore 21.00 e conclusosi oltre la mezzanotte. Interessanti i temi trattati e suscitati durante la presentazione del libro. Dibattito presente nel seguente video:

Paolo Ferrero, diverse volte citato nel testo, come protagonista della parte finale della storia raccontata (che spazia dagli anni 2001 con i fatti di Genova e del movimento NO Global di allora fino al 2011) a cui il libro è piaciuto, afferma che merita d’essere letto altrimenti non avrebbe partecipato alla presentazione, vi trova il limite di avere poco attinto alle fonti orali – a suo dire – che racconterebbero metà parte della storia di Rifondazione Comunista mancante nel testo.

Il moderatore e storico Diego Giachetti contrario a questa tesi di Paolo Ferrero sul grandissimo valore delle fonti orali, ritenute dall’ex segretario di RC essere superiori alle fonti documentarie, anche se prese dai quotidiani ufficiali del partito, sottolinea tra l’altro la mancanza di un archivio del partito che quest’anno compie il suo trentesimo compleanno.

E, mostra, dimostra, i pregi del libro (che ha una lunghissima bibliografia) in cui l’autore fa raccontare la storia ai protagonisti della storia stessa. Sostiene che: l’autore non li interpreta, l’autore fa raccontare loro quel che hanno detto o fatto.

E, questo è per egli cosa molto raffinata da fare per un autore che – pur essendo stato protagonista in in qualche misura di quel periodo – sfugge da considerazioni personali, tifo per questa o altra fazione.
Sottolinea, inoltre, che essendo questo un libro che fa discutere ha già assolto al suo compito, quindi è un libro di successo poiché compito dei libri – di storia, in particolare – è suscitare la discussione per confrontare tesi diverse, per andare avanti nel prosieguo della storia nel modo migliore.
L’autore appare nel video ascoltare con grande interesse, sia le critiche, sia i pregi che i due colleghi relatori espongono. Intanto l’ora si è fatta tardi e deve concludersi la bella presentazione.

Pagine 170 E 171 del libro Rifondazione Comunista

Amazon libro in classifica

 

P.S.

Questo nuovo libro che racconta la storia degli anni (2001/2011) lo puoi trovare nelle librerie od acquistarlo online; è presente sul sito della casa editrice RedStar Press come pure su Amazon al seguente RIFONDAZIONE COMUNISTA, mentre il primo libro che racconta la storia di Rifondazione comunista dagli anni 1991 al 2001 è disponibile gratis in formato pdf nel quaderno 31

Sono gradite le recensioni sui siti online, e non solo, sostiene l’autore.

Copertina Libro sulla storia di Rifondazione Comunista

RANIERO PANZIERI

 

L’iniziatore dell’altra sinistra

PAOLO FERRERO Panzieri, l’iniziatore dell’altra sinistra, Shake ed., 2021, 320 pp.

 

RANIERO PANZIERI.

Paolo Ferrero ripubblica, aggiornato, un importante testo sulla grande figura di Raniero Panzieri, uscito nel 2006 per Punto Rosso, con il titolo Un uomo di frontiera, contenente testimonianze, una breve antologia, una nota biografica, la prefazione di Marco Revelli, l’introduzione dello stesso Ferrero.

La ripubblicazione di questo testo, ampliato ed aggiornato, costituisce uno dei pochi segni di interesse per il centenario della nascita di Panzieri che non ha prodotto dibattito, confronti, ricordi, anche valutazioni critiche che una pietra miliare nella storia della sinistra italiana avrebbe meritato.

Anche Panzieri è stato colpito dalla amnesia che ormai avvolge personaggi e fasi di quello che fu il movimento operaio più interessante e originale a livello europeo.

In qualche raro caso, la sua figura è stata ricordata per la fase più significativa, quella dei “Quaderni rossi”, dal 1961, letti semplicisticamente come prodromo dell’operaismo, dimenticando tutta l’attività politica precedente nasce nell’immediato dopoguerra, nel PSI, su posizioni morandiane (nella fase dei Consigli di gestione), prosegue a Messina presso la cattedra di Galvano Della Volpe e nel PSI siciliano impegnato nell’occupazione delle terre.

Persa la possibilità di carriera accademica, per il continuo impegno politico (segretario regionale siciliano), nel 1953 si trasferisce a Roma come funzionario di partito incaricato della stampa e propaganda, quindi nel 1955 della commissione cultura (cfr. Mariamargherita SCOTTI, Da sinistra. Intellettuali, PSI e organizzazione della cultura -1953/1960-, Roma, Ediesse, 2011) che tenta una politica culturale non subordinata a quella del PCI.

Ancora la pubblicazione, dopo la morte prematura, delle opere di Rodolfo Morandi, il lavoro, dal 1956, per evitare l’identificazione stalinismo/comunismo e per l’uscita a sinistra dallo stalinismo, la co-direzione della rivista “Mondo operaio” che, nel biennio 1957-1958, conosce il suo periodo più innovativo.

Le Sette tesi sulla questione del controllo operaio, (in “Mondo operaio, febbraio 1958) scritte in una preziosa collaborazione con Lucio Libertini, costituiscono il tentativo più ricco e più organico di una ipotesi alternativa a quelle maggioritarie nella sinistra, legate anche alle Tredici tesi sul partito di classe (in “Mondo operaio”, novembre 1958).

Dal 1961, Panzieri si sente estraneo al partito, incamminato verso la partecipazione ai governi di centro-sinistra. Il lavoro di consulente presso l’Einaudi, a Torino, lo mette in contatto con la realtà viva di fabbrica nella fase di rilancio del protagonismo operaio, dopo l’estate del 1960, nel pieno della migrazione interna, del prezioso lavoro del sindacato torinese, dell’espansione industriale che produce il moltiplicarsi di problemi sociali (casa, servizi…).

Si lega a lui un gruppo di giovani torinesi (Rieser, Mottura, i Lanzardo, Soave…) che coglie la originalità della sua analisi e della pratica. Nascono contatti con posizioni simili che stanno maturando a Roma (Tronti, Asor Rosa) e in Veneto (Negri).

L’analisi panzieriana che si esprime nei “Quaderni rossi”è innovativa.

Va intanto alle fonti, alla lettura diretta e non travisata di Marx, a parti del Capitale mai analizzate. Rompe totalmente con la interpretazione della seconda e della terza Internazionale centrate sull’ipotesi del partito guida. Il rilancio della via consiliare con riferimenti alla stagione dell’”Ordine nuovo”, all’autogestione jugoslava, ai consigli polacchi e ungheresi del 1956, indirettamente a tutta la tradizione consiliare che percorre l’intero secolo, permette di ipotizzare una classe operaia che costruisca i propri istituti, una democrazia che si basi su un rapporto fra istituti elettivi e di base.

E’ chiaro, dopo il 1956, un passaggio dalla morandiana politica unitaria di classe al controllo operaio e quindi ad un particolare “leninismo” centrato su un “dualismo di potere”, ma sono evidenti elementi di continuità di un percorso teorico- politico che sarebbe errore limitare agli ultimi tre anni di vita.

E’ fondamentale, al di là dell’interpretazione che poi alcune formazioni politiche ne daranno, l’analisi della tecnologia, della non neutralità della scienza (L’uso delle macchine nel neocapitalismo) che tanto peso avrà negli anni successivi. Lo sviluppo tecnologico non è neutro.

La macchina e la scienza sono funzioni del capitale: La macchina non libera dal lavoro l’operaio, ma toglie il contenuto del suo lavoro.

Lo strumento di conoscenza non ideologica della realtà è l’inchiesta, soprattutto se diviene co-inchiesta (cfr. Uso socialista dell’inchiesta operaia, sul numero 5 dei Q:R), costruita insieme al soggetto politico e sociale da analizzare che diventa attore esso stesso, superando la visione mistica del soggetto rivoluzionario che spesso nasce dall’esterno.
Le difficoltà, però, si moltiplicano.

Il rapporto con il sindacato torinese si interrompe, già dopo il primo numero, su cui hanno scritto Garavini, Foa, Alasia, Pugno. Nell’estate 1961, una lettera di Garavini e Pugno accusa la rivista di semplicismo e schematismo, segnando la fine della breve collaborazione.

Ancor più tese divengono le relazioni dopo gli scontri di piazza Statuto ( luglio 1962).

Nel mese di settembre, il servizio d’ordine sindacale impedisce a Panzieri di entrare in un teatro in cui si svolge una manifestazione.

La redazione dei “Quaderni rossi” si divide su linee politiche.

La componente che fa capo a Mario Tronti, Toni Negri, Alberto Asor Rosa ritiene che la maturazione politica della classe sia tale da permettere il salto organizzzativo rivoluzionario, accusa di “sociologismo” la pratica panzieriana e darà vita a “Classe operaia”.

Panzieri replica ritenendo queste posizioni frutto di misticismo rivoluzionario, una sorta di filosofia della storia centrata sulla classe operaia, accusa alcune valutazioni di rozza ideologia del sabotaggio.

Panzieri non vede rinnovato il contratto con l’ Einaudi, insieme a Renato Solmi, per avere sostenuto la pubblicazione di una inchiesta di Goffredo Fofi sulla migrazione meridionale. L’accusa è di voler usare la casa editrice per fini ideologici.

Ancora una volta, come dopo la rinuncia alla carriera accademica, l’attività di Panzieri sembra, per coerenza estrema, dover iniziare da capo. Quando sembra avere allacciato un rapporto con la Nuova Italia di Firenze, arriva improvvisa la morte, per embolia cerebrale, il 9 ottobre 1964.

Il libro di Ferrero uscito opportunamente nel centenario della nascita, contiene uno scritto dell’autore che mette in luce gli elementi di attualità del pensiero e della pratica di Panzieri, creando un legame fra le tesi sul controllo operaio e la tematica dei “Quaderni rossi”.

Panzieri è antidoto rispetto alle visioni autoritarie, statolatriche, centralistiche, antidemocratiche del marxismo e del comunismo che è, invece, partecipazione e democrazia dal basso.

Molte le testimonianze, a cominciare dalla moglie Pucci Saija, traduttrice del Capitale, a tant* militanti scompars*, Dario Lanzardo, Giorgio Bouchard, Gianni Alasia, Pino Ferraris, Giovanni Jervis, Edoarda Masi, Vittorio Rieser… a chi lo ha accompagnato in una breve stagione, drammaticamente interrotta: Cesare Pianciola, Giovanni Mottura, Liliana Lanzardo, Sergio Bologna, Goffredo Fofi.

Ne emerge un quadro composito che non solamente ci fa ricordare una delle più grandi figure della nostra storia, ma ne fa risaltare i non pochi elementi di attualità, quanto mai da conoscere e discutere nel vuoto attuale.

Consigli, democrazia diretta, Cina, migrazione meridionale, composizione di classe, neocapitalismo, sviluppo economico dell’Italia, coscienza di classe, uso della tecnologia, rapporto tra spinta di massa/partiti di classe/sindacato.

Un testo per una riflessione collettiva.

Sergio Dalmasso

in “Lavoro e Salute” n. 3 Marzo 2021.

Presente anche in Schede e Recensioni