Quaderno CIPEC Numero 57

Relazione al convegno Transform Neutralità attiva, per una politica di pace, disarmo e per l’Italia.

Download “Quaderno CIPEC N. 57 (Neutralismo Grande Guerra, Il nostro Gramsci, il II biennio rosso)” Quaderno-cipec-57.pdf – Scaricato 14404 volte – 2,52 MB
Neutralismo Grande Guerra, copertina Quaderno CIPEC numero 57

Indice generale

Introduzione p. 5

Il dibattito sul neutralismo nel movimento antimilitarista e socialista prima della Grande Guerra p. 6

Pace e guerra p. 6

L’imperialismo p. 8

La guerra. Il fallimento dell’Internazionale p. 11

Italia: interventismo e neutralismo p. 15

Il neutralismo cattolico p. 19

Il neutralismo di Giovanni Giolitti p. 20

Le contraddizioni nell’anarchismo p. 21

Il nostro Gramsci p. 25

Gli anni torinesi e l’“Ordine nuovo” p. 25

La formazione del partito p. 26

Il carcere p. 27

Per una riflessione p. 28

I Quaderni dal carcere p 29

Il sacrificio di Boves p. 32

Introduzione alle testimonianze dei reduci dalla campagna di Russia di Luzzara p. 40

Foibe, La memoria miope e divisa di una parte p. 50

Il secondo biennio rosso. Per una riflessione. Trenta anni dopo p. 52

’68 e dintorni. Brevi note per una breve bibliografia p. 69

Introduzione

Questo quaderno n. 57, il primo del 2017, contiene scritti su temi differenti.

Apre la mia relazione al convegno di transform (Roma, settembre 2016) sul neutralismo negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Voglio ricordare la presenza del prof. Calchi Novati in questo convegno, recentemente scomparso.

Segue la ristampa di un saggio su Antonio Gramsci nell’occasione dell’ottantesimo anniversario della sua morte. È uno scritto “datato”, che volutamente mette in luce il pensiero e l’opera del dirigente comunista a cui il CIPEC ha dedicato numerosi incontri pubblici.

Pubblichiamo due brevi scritti sull’eccidio nazista di Boves e sul dramma dei reduci della campagna di Russia.

Il primo sintetizza i fatti bovesani dall’incendio del settembre alla battaglia del dicembre 1943, agli eventi successivi sino al divenire di Boves simbolo della Resistenza italiana, anche per essere stata culla delle prime formazioni partigiane.

Il breve saggio sui reduci luzzaresi della campagna di Russia avrebbe dovuto costituire l’introduzione ad un libro contenente le loro testimonianze, libro ad oggi non dato alle stampe.

Le poche pagine sono omaggio al sacrificio dei caduti e dei reduci, che hanno offerto drammatiche testimonianze umane ancora oggi palpitanti.

Servono anche a mantenere il significativo legame tra Luzzara e Boves stabilitosi in occasione dell’incontro con il luzzarese-bovesano Desiderio Fornasari (vedi il quaderno CIPEC numero 33).

Segue una pagina di altissimo valore del grande storico socialista Gaetano Arfé che introduce senza giustificazionismi e negazionismi il tema delle foibe inquadrandolo nel contesto della questione adriatica e delle politiche fasciste contro la popolazione slava.

Tornando agli anniversari (sta iniziando una stagione che speriamo sia di riflessione su Gramsci, Guevara, rivoluzione sovietica, Sessantotto), gli ultimi due brani offrono una panoramica sugli anni 1968-1969 e una bibliografia ragionata, per quanto necessariamente incompleta, sui testi comparsi in quasi mezzo secolo sul tema.

Nel prossimo numero vi sarà largo spazio ad una riflessione su Che Guevara in occasione del cinquantenario della sua uccisione.

Sergio Dalmasso