Quaderno CIPEC Numero 63
Sergio Dalmasso: Interventi al consiglio regionale piemontese anni 2005-2007
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Organizzatori:
Associazione Radicale “Adelaide Aglietta” di Torino, Gruppo “Verdi per la pace” della Regione Piemonte.
Intervista al neo eletto consigliere regionale di Rifondazione Comunista Sergio Dalmasso.
QUADERNO CIPEC Numero 63
Legislatura n. VIII – Seduta n. 3 del 24/05/05 – DALMASSO Sergio – Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni
Dibattito sul programma di governo della Giunta regionale per la legislatura
Grazie, se supero il tempo, sarà tolto agli altri Consiglieri del nostro Gruppo; siamo paritari e solidali, pertanto non ci sono problemi!
Un saluto alla Giunta, alla Presidenza, ai Consiglieri e alle Consigliere tutte, al personale che ci seguirà in questi anni e che ci perdonerà le nostre inesperienze.
I risultati elettorali hanno detto, secondo noi in modo molto chiaro e netto, che c’è un discredito, una disillusione verso i Governi della destra, a livello nazionale e locale.
I dati elettorali non sono mai stabili, possono cambiare, lo sappiamo, non abbiamo dubbio su questo, ma c’è una domanda di cambiamento che milioni di persone, uomini e donne in carne e ossa, hanno posto.
Non è una domanda di semplice aggiustamento, ricambio parziale di classi o ceti dirigenti;
è una domanda che tocca questioni fondamentali:
il lavoro, il salario, i diritti, la giustizia, la questione morale, la scuola pubblica, i servizi pubblici, la sanità, i grandi nodi ambientali, che riteniamo abbiano segnato profondamente questi anni e ancor più segneranno gli anni futuri.
Sono questioni che, accanto al gran tema della pace e della guerra hanno caratterizzato profondamente una stagione di partecipazione e di spinta democratica di giovani, e non solo di giovani,
che questo Paese ha profondamente vissuto, perlomeno a partire dall’anno 2001, da quella che è stata la gran ferita di Genova (luglio 2001).
È una domanda che la gran politica ha spesso disatteso, rimosso o non compreso fino in fondo.
I grossi nodi, sui quali c’è un impegno collettivo, sono quelli della crisi industriale che il Piemonte vive.
Non è solo la crisi della FIAT; la provincia da cui provengo (Cuneo), vive una crisi profondissima di tutto il settore meccanico,
l’indotto, ma non solo, così come vive Biella, e non solo, nel settore tessile, che è stato il primo a vivere l’industrializzazione di questo Paese, a fine ‘800.
Sono temi che richiedono una politica pubblica.
Come sapete, rispetto alla FIAT abbiamo chiesto l’intervento pubblico, che ci pare l’unico che possa risanare l’industria, accanto alle questioni poste anche nella relazione della Presidente Bresso:
il motore ecologico e una differente politica dei trasporti.
L’Assessore avrà da fare non poco, su questo rispetto alle scelte, che non sono solo scelte politiche, ma anche scelte di modelli di vita, scelte individuali, che spesso hanno reso le città invivibili.
Su questo, poniamo il problema dell’industria delle armi, numerose in Piemonte.
Non proponiamo miracoli, ma un’uscita graduale, progressiva, che garantisca l’occupazione.
Questa politica si lega, secondo noi, al gran tema della pace e della guerra.
Precarietà: chi ha partecipato anche solo ad un’assemblea in campagna elettorale, si sarà reso conto che è un tema che tocca i giovani in modo profondo – e i giovani oggi arrivano ai 30-35 anni e anche più – ma anche le famiglie.
Come sapete, il centrosinistra si è espresso contrariamente rispetto alla legge n. 30 del 2003;
chiediamo se sia possibile non utilizzarla negli enti regionali, negli enti pubblici, in attesa che – speriamo! – il prossimo anno, un nuovo Governo la ponga fortemente in discussione.
Terza questione: territorio e ambiente; nodi importanti e fondamentali che non devono essere contrapposti alla gran tematica del lavoro e dell’occupazione.
Chiediamo che, sempre, su ogni questione si sentano le comunità locali si sentano non solo i Consigli comunali, ma anche i comitati esistenti.
Ho partecipato come semplice attore – non ho avuto ruolo d’alcun tipo – alla gran questione dell’ACNA di Cengio, che si è trascinata per anni e ha toccato una valle intera:
quante manifestazioni, quanti incontri, quanti drammi anche verso la classe operaia di quella fabbrica, a noi vicina, in alcuni casi, alla quale si andava a fare un discorso difficilissimo!
Ritengo che il contatto con le realtà locali, con le comunità locali sia fondamentale, senza fare promesse assurde, d’alcun tipo.
La questione salute: siamo interessati profondamente a questo tema.
Stamattina ci sono state polemiche contro la figura dell’Assessore Mario Valpreda, che non è iscritto al partito di Rifondazione Comunista,
ma che è stato un onore avere nelle nostre liste – lo dico con chiarezza estrema senza vincolo alcuno di partito, di schieramento o altro, nei suoi confronti.
Vorremmo avere tanti candidati come lui.
Questo è un nodo fondamentale: la campagna elettorale, nelle ultime settimane verteva in gran parte su questo tema: il Piano sanitario che non c’è e che è difficile realizzare, perché tocca interessi, comunità, una serie di temi complessi.
Rispetto alla questione ticket, ho sempre sentito dire che li avremmo eliminati nell’arco di cinque anni, ed è un impegno che abbiamo preso, ma nell’arco di cinque anni.
Il primo atto, mi rendo conto, è simbolico, tocca il 3%, i medicinali generici toccano il 3-4%, toccano anche interessi farmaceutici che non è sempre facile colpire, quindi prendiamolo come atto iniziale,
davanti ad un discorso che presenta la sanità piemontese non come una delle migliori a livello italiano, europeo e mondiale, con una voragine di bilancio terrificante, che rende alcune questioni complesse.
Il bilancio sarà certificato e accertato con precisione estrema, alla lira – si diceva una volta – o al centesimo d’euro – diciamo oggi – ma è una questione che evidentemente pone problemi di non poco conto.
Quando parliamo di salute e di prevenzione, ci riferiamo alla salute sui luoghi di lavoro.
Nei cantieri per le Olimpiadi, gli ispettori del Governo hanno trovato un gran numero lavoratori in nero, ed è un problema drammatico in una città come Torino,
dove il discorso del rapporto fra la salute sui luoghi di lavoro e la salute complessiva, della prevenzione della malattia e del gran tema dell’ambiente, rapportato anche ai luoghi di lavoro, ha avuto sicuramente un gran peso.
Il tema immigrazione: è un tema complesso, non facciamo demagogia neanche su questo.
Sappiamo che l’impatto è duro, com’è stato duro per Torino l’impatto di centinaia di migliaia di meridionali giunti in questa città tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, ma anche dopo (Rivalta nasce nel 1969).
Sappiamo che sono coinvolti soprattutto i ceti italiani più poveri, i quartieri maggiormente a rischio, ma crediamo che una politica attiva e forte debba essere fatta su questo terreno.
Sottolineiamo l’importanza del volontariato, l’elemento di gruppi di lavoro formati dagli stessi immigrati, c’è la questione del diritto di voto, a partire dalle elezioni amministrative, per chi è residente da alcuni anni,
c’è la questione del CPT, che pensiamo debba essere chiuso senza fare miracoli, ma progressivamente.
Poniamo un problema elementare: il diritto ispettivo dei Consiglieri regionali.
Venerdì mattina abbiamo chiesto di visitare il CPT di Corso Brunelleschi e tale permesso non c’è stato concesso.
Chiedo come sia possibile che un Consigliere regionale possa visitare le Carceri, anche senza comunicazione preventiva alcuna, e non possa verificare le condizioni sanitarie di vita,
senza creare problema d’alcun tipo (questo vale sia per la maggioranza sia per la minoranza), in una realtà di quel tipo, con i drammi sociali che presenta.
Porteremo ancora quest’argomento, se altri Consiglieri saranno d’accordo, lo faremo con altri, ma vorremmo che di questo problema fondamentale si potesse parlare e discutere.
Il problema scuola è un nodo fondamentale; tocco solo la questione della formazione professionale.
Ricordo che il nostro giudizio sull’accordo che, a fine dello scorso mandato,
la Giunta di centrodestra ha firmato con CISL e UIL è un giudizio profondamente negativo, perché la formazione professionale viene di fatto riportata a quella che era decenni fa sostanzialmente addestramento.
C’erano altri temi che avrei voluto toccare: Statuto; solidarietà energia, avendo anche sentito l’intervento del Consigliere di Alleanza Nazionale, da cui discordo completamente, perché il solare, ecc. sono fonti fondamentali (ma non c’è il tempo per parlare di questo, e mi spiace);
la questione delle politiche energetiche e dei piani urbanistici che mancano.
Altri Consiglieri hanno detto: “Cercheremo di creare rapporti con altre formazioni”;
noi tenteremo di avere un rapporto fraterno con i Gruppi maggiormente vicini a noi (da alcuni, purtroppo, ci dividono scissioni che speriamo superate, che speriamo si possano ricomporre; ad altri ci accomunano alcune tematiche).
Rilanceremo un’ipotesi sostanzialmente di sinistra su grandi tematiche che non tocchino solo le sigle politiche, ma che cerchino di dare vita a quell’idea di sinistra che noi abbiamo in mente, che veda i partiti politici, le formazioni politiche come attori fondamentali,
ma come attori altrettanto importanti e altrettanto fondamentali le grandi forze sociali le grandi forze sindacali, il volontariato, le associazioni, il mondo ambientalista e – non lo dico per fare contento l’amico Moriconi – il mondo animalista, rispetto al quale mi auguro che il collega m’insegnerà alcune cose su cui potremo lavorare per assumere impegni comuni in quest’aula.
Chiedo scusa per aver superato il tempo a mia disposizione.