Quaderno CIPEC Numero 54
La I internazionale, 150 anni e non li dimostra
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La I Internazionale, Sergio Dalmasso p. 5
- Prima dell’Internazionale p. 5
- La fondazione dell’AIL p. 5
- Salario, prezzo e profitto p. 7
- I primi congressi p. 8
- La guerra franco-prussiana e la Comune di Parigi p. 10
- La fine dell’Internazionale p. 13
- L’Internazionale antiautoritaria p. 15
- Dixi et salvavi animam meam p. 16
- Ieri e oggi p. 17
- Per saperne di più p. 19
Echi della I Internazionale. Da Londra ai territori subalpini , Attilio Mangano p. 20
- Le Società di Mutuo Soccorso all’inizio della seconda metà del XIX secolo p. 21
- Il movimento cooperativo all’inizio della seconda metà del XIX secolo p. 24
- I socialisti e la cooperazione in provincia di Cuneo p. 28
- I cattolici e la cooperazione in provincia di Cuneo p. 32
La I Internazionale oggi: superare un sistema anti-uomo, Andrea Pace p. 37
München e la «Rosa bianca», Franco Di Giorgi p. 39
Quaderni C.I.P.E.C. p. 52
C.I.P.E.C. Attività p. 59
Storia de La prima internazionale
Fu fondata nel 1864 in seguito all’incontro avvenuto due anni prima a Londra tra delegazioni operaie francesi e inglesi.
L’esperienza rivoluzionaria del 1848-1849 aveva infatti dimostrato come i problemi dei diversi Paesi fossero strettamente legati tra loro.
Inoltre veniva considerato necessario un organismo che coordinasse la lotta a livello internazionale così come la repressione veniva coordinata dalle alleanze tra stati.
Si pose soprattutto degli obiettivi pratici da conseguire per migliorare la condizione dei lavoratori, tra questi si ricorda la limitazione della giornata lavorativa a otto ore.
In un primo periodo la maggior parte dei membri era indirizzato al compromesso fra operai e industriali, ma con l’azione di pochi venne ad allargarsi l’ideale dello sciopero e proprio attraverso lo sciopero si rafforzarono i contatti con la massa del proletariato.
Una volta permesse le riunioni pubbliche vi si sostennero le idee socialiste e molti membri acquistarono fama a Parigi proprio in questo modo.
La condotta sempre più politica dell’internazionale scatenò la reazione del governo imperiale che indisse diversi processi e sia l’oppressione del governo sia dell’organo poliziesco non fecero che accrescere il prestigio dell’Internazionale presso la massa operaia.
Questa prima esperienza fu caratterizzata dalla convivenza di più correnti ideologiche.
In origine l’organizzazione conteneva gruppi operai inglesi, anarchici, socialisti francesi e repubblicani italiani e vedeva al suo interno personaggi noti del tempo come Karl Marx, Michail Bakunin e molti altri.
Si accese quindi un intenso dibattito che portò all’allontanamento dei mazziniani. Subito dopo emerse la discussione tra marxisti e anarchici (proudhoniani prima, Bakunin e seguaci poi).
Entrambi rifiutavano lo Stato borghese, ma mentre i primi teorizzavano la conquista della società comunista attraverso le fasi della dittatura del proletariato,
della proprietà collettiva dei mezzi di produzione che in ultimo avrebbe portato alla società senza classi,
gli anarchici puntavano a un’azione diretta mirante alla disarticolazione e all’estinzione immediata dello Stato e di ogni tipo di istituzione, indipendentemente da chi ci fosse a reggerla.