Candidati comunali Genova Sinistra Alternativa

Lunedì 28 aprile 2025 sono state presentate/i, all’ASSEMBLEA PUBBLICA presso la sala CAP (via Albertazzi 3r – Genova), per la lista Sinistra Alternativa – con Antonella Marras sindaca – le candidate e i candidati alle elezioni comunali di Genova del 25 e 26 maggio 2025.

Candidati comunali Genova Sinistra Alternativa con Antonella Marras sindaca

La lista Sinistra Alternativa si presenta nei municipi con i seguenti candidati presidente:

  • Municipio I centro-est: Daniele Cinti, 48 anni, impiegato, già attivo nel terzo settore;
  • Municipio II centro-ovest: Sergio Dalmasso, 77 anni, ex insegnante, storico autore di diversi libri, cure, saggi (presenti in questo sito web), già segretario regionale ligure del PRC e consigliere regionale in Piemonte;
  • Municipio III bassa-Valbisagno: Davide Ghiglione, 49 anni, impiegato pubblico, attivista ambientale e già consigliere municipale in Valpolcevera;
  • Municipio IV media-Valbisagno: Sergio Chiossone, 64 anni, ex bancario, attivista antifascista;
  • Municipio V Valpolcevera: Roberta Piazzi, 71 anni, ex dipendente comunale, segretaria del circolo PRC della Valpolcevera;
  • Municipio VI Medio Ponente: Manuela Veneziano 44 anni, impiegata, attiva nei comitati della scuola;
  • Municipio VII Pontente: Rosario Russo, 74 anni, ex impiegato pubblico, musicista ed animatore culturale;
  • Municipio IX Levante: Alberto Soave, 63 anni, attivista antifascista.

Presente anche Marco Loconte, il quale, dopo aver ritirato la sua candidatura a sindaco, ha deciso di appoggiare la candidata sindaca Antonella Marras.

Di seguito i candidati e le candidate per il consiglio comunale Genova:

Bertullacelli Norma, 72 anni, ex insegnante;

Li Puma Antonio, 41 anni, operaio;

Scali Andrea, 53 anni, operativo onlus;

Agostino Adriano, 85 anni, pensionato;

Barbagelata Severino, 63 anni, ex informatore scientifico;

Barbosa Elizabete, 66 anni, assistente agli anziani;

Barresi Gabriella, 49 anni, grafica;

Battaglia Tina, 74 anni, pensionata ex dipendente comunale;

Battistini Vittorio, 71 anni, pensionato ex dipendente ARPAL;

Benasso Marina, 18 anni, studentessa;

Bianchi Anna, 48 anni, impiegata settore privato;

Bordo Daniele, 64 anni, portuale;

Canneva Cristina detta Caneva, 61 anni, disoccupata ex occupata settore privato;

Capuano Martina, 36 anni, marittima;

Caridi Annalisa, 63 anni, impiegata;

Cipro Danilo, 54 anni, impiegato settore privato;

Criscuoli Marina, 74 anni, pensionata, volontaria ong;

Fuselli Franco, 87 anni, pensionato;

Garibaldi Panarese Amalia, 19 anni, studentessa;

Gaspari Sandro, 67 anni, ex dipendente pubblico;

Grigoletto Cinzia, 61 anni, ottico;

Hamarneh Karim, 73 anni, ex informatore scientifico;

Introcaso Fiorina, 66 anni, ex dipendente Poste;

La Rosa Salvatore, 64 anni, ex dipendente AMIU;

Marchesi Diego, 43 anni, funzionario Agenzia delle Dogane;

Matteucci Marta, 35 anni, impiegata;

Merzagora Maria Pia, 74 anni, pensionata;

Migliorini Gabriella, 73 anni, pensionata;

Nanni Fabrizio, 69 anni, libero professionista;

Nervo Viviana detta Vivi, 50 anni, disoccupata;

Parise Wilma, 53 anni, disoccupata;

Parkhomenko Valeriya, 31 anni, assistente museale;

Perotto Luciano, 73 anni, ex dipendente ASL;

Roberto Marco, 70 anni, ex agente di commercio;

Salaris Marcella, 59 anni, libera professionista;

Toscano Renato, 70 anni, pensionato;

Vanzo Claudio, 71 anni, ex insegnante;

Viotti Nazzareno, 60 anni, ex bancario.

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Comunicato di Sinistra Alternativa

Ieri, lunedì 28 aprile, abbiamo presentato in assemblea pubblica partecipata,

la lista Sinistra Alternativa con Antonella Marras candidata sindaca, i presidenti degli 8 municipi in cui saremo presenti per le elezioni amministrative del 25/26 maggio, e alcun* de* candidat* consiglier*.

Alcuni punti del programma di Sinistra Alternativa

Abbiamo presentato alcuni dei punti del programma che ha come punto cardine il No alla guerra e al piano di riarmo europeo, il lavoro con la fine delle esternalizzazioni,

salario minimo indicizzato al costo della vita, lotta allo sfruttamento e lavoro precario,

diritto alla casa, attenzione ai territori, ambiente, spazi pubblici anche autogestiti, politiche sociali e di inclusione con attenzione alle persone più fragili,

e poi le opere che si stanno svolgendo e che si vogliono fare sul territorio il loro impatto le proposte alternative, il trasporto pubblico locale, le periferie fisiche e sociali, la cultura i giovani,

lo sport ovviamente l’antifascismo e la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, e poi il cibo come atto politico.

Tutto in una visione anticapitalista, ecosocialista, in cui ci poniamo come strumento all’interno del comune per i tanti cittadini e cittadine, abitanti che potranno trovare chi può opporsi ai poteri forti che da sempre determinano le scelte in questa città,

che l’hanno svuotata di lavoro di qualità, di presidi culturali sociali sanitari, e di tutto ciò che rappresenti e dia vita a relazioni non mercantili, e di pensiero critico che sono alla base invece per un miglioramento della qualità della vita.

Il voto alla lista è un voto che non dà una delega in bianco

ma che porta direttamente le persone dentro le istituzioni in un contesto di confronto continuo e partecipativo,

per poter avere la possibilità di essere quel sassolino da mettere in un ingranaggio, che possa portare alla costruzione di quella opposizione sociale necessaria affinché si possano fare le giuste pressioni, ottenendo risposte a bisogni e rivendicazioni.

Vogliamo essere scomodi, goccia che crea tempesta, vogliamo condividere il sogno di una città che può essere diversa e migliore.

Un grazie va a tutte le persone che hanno firmato per la presentazione della lista,

a tutti e tutte quelle presenti ieri e a quelli che lo faranno in questo percorso.

Grazie

Il tuo voto è….utile

Fonte, Sinistra Alternativa

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Link principali

Quaderno Cipec 75

Racconti di Adriano Agostino

Copertina Quaderno 75, Racconti di Adriano Agostino
Download “I racconti di Adriano Agostino, quaderno CIPEC n. 75, I semestre 2026” Quaderno-CIPEC-Numero-75.pdf – Scaricato 1385 volte – 4,10 MB

Introduzione di Sergio Dalmasso

Racconti di Adriano Agostino. Ho conosciuto Adriano e Gabriella Migliorini alla mitica Bianchini di Genova Marassi.

Rifondazione non usa il termine sezione, ma (bisogna essere moderni) quello di circolo.
La Bianchini, però, rimane LA Bianchini (femminile), erede di tante sezioni PCI, in una città dove queste erano frequentissime e popolatissime, soprattutto nei quartieri operai.

Fotografie dei vecchi dirigenti, bandiere rosse delle vecchie sezioni, manifesti sui temi internazionali (Chapas, Cuba, Palestina, Kurdistan…).

Una grande sala all’ingresso, una per la segreteria, una grande cucina che prepara le cene del venerdì, da anni occasione di incontro.

Il nome ricorda il partigiano “Dente”, figura significativa della resistenza genovese (quella che ha fatto il 25 aprile un giorno prima).

Qui sono entrato, la prima volta, il 21 luglio 2001, fuggendo dalla tremenda carica di polizia e guardia di finanza in corso Italia (per chi c’era, a Punta Vagno).

Rabbia, sdegno, paura, timore di nuove cariche (l’assalto alla scuola Diaz e i fatti della caserma di Bolzaneto sarebbero avvenuti poche ore dopo). La polizia era schierata sull’altro lato del Bisagno.

Che intendesse attaccarci?

È un ricordo che mi accompagna ogni volta che ci entro.

Adriano e Gabriella mi hanno spesso raccontato di loro.

Forse, varrebbe (varrà) la pena di tornarci con più tempo e organicità.

In Adriano è fondamentale il soggiorno in URSS, in anni in cui ancora vi era la speranza di una ascesa di questo paese, e – con essa- dei paesi “socialisti”.

Lo Sputnik, Gagarin, Valentina Tereskova, l’aumento progressivo di influenza sul “terzo mondo”, sui paesi che stavano uscendo dal colonialismo, …

CONTINUA

Sergio Dalmasso

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André Tosel Sulla crisi storica del marxismo

André Tosel. Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani per una nuova riflessione critica.
Ediz. illustrata. (A cura, e con un saggio, di Sergio Dalmasso), prefazione di Fabio Minazzi, Mimesis Edizioni / Centro Internazionale Insubrico, Milano, 2025.

Libro (a cura di Sergio Dalmasso) André Tosel. Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani per una nuova riflessione critica. Prefazione di Fabio Minazzi, Edizione Mimesis/ Centro Internazionale Insubrico

Sinossi libro

André Tosel (Nizza 1941 – 2017) emerito dell’Università di Nizza è stato un filosofo e un accademico.

Studente alla Scuola Normale Superiore, subisce l’influenza di Louis Althusser.

L’indignazione contro la guerra francese in Algeria lo porta ad abbracciare posizioni marxiste.

La delusione per le posizioni della Cina, in cui aveva visto la speranza di rinnovamento del marxismo, e la scoperta del pensiero di Gramsci lo spingono, nel 1973, all’adesione al Partito comunista francese e al sindacalismo universitario.

Numerosissimi i suoi testi: su Spinoza, su Marx, soprattutto su Gramsci, di cui è stato il maggior conoscitore e traduttore in Francia e sulla filosofia italiana (Vico, Labriola, Gentile).

Molte le collaborazioni (con Étienne Balibar, Domenico Losurdo, Cesare Luporini) sino agli ultimi studi sulla globalizzazione e le sue ricadute. In italiano sono apparsi:

Kant rivoluzionario. Diritto e politica (1999);

Studi su Marx (ed Engels). Verso un comunismo della finitudine (2020);

Download “Recensione di Sergio Dalmasso libro di André Tosel "Studi su Marx (ed Engels). Verso un comunismo della finitudine"” n-7-Dalmasso-recensioni-Su-la-testa.pdf – Scaricato 5064 volte – 339,32 KB

Un mondo nell’abisso. Saggio sulla globalizzazione capitalista (2022);

Il ritorno del religioso. Scenari della globalizzazione (2023).

Prefazione  al libro di Fabio Minazzi.

Indice del libro

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Informazioni sul libro da MIMESIS EDIZIONI

A cura di Sergio Dalmasso
Saggio di: Sergio Dalmasso
Prefazione di: Fabio Minazzi

Collana: Centro Internazionale Insubrico
2025, 278 pp.
ISBN: 9791222318035

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Quaderno CIPEC Numero 74

Quaderno CIPEC N 74, Cogoleto (Genova): Pagine di antifascismo, ANPI Cogoleto

Giovanna Ricoveri e l’ambientalismo

In memoria di Lev Trotsky, Maurizio Acerbo

Lucio Libertini e la … Bolognina, Franco Ferrari

Lelio Basso socialista eretico, Sergio Dalmasso

Lucio Libertini dal PCI a Rifondazione, Sergio Dalmasso.

Download del Quaderno CIPEC N 74:

Download “Quaderno CIPEC N. 74, Cogoleto (Genova): pagine di antifascismo, ANPI, e altro” Quaderno-CIPEC-Numero-74.pdf – Scaricato 8872 volte – 4,81 MB

Copertina Quaderno CIPEC N 74 Cogoleto: pagine di antifascismo.Stralcio introduzione Quaderno CIPEC N 74 Cogoleto, di Sergio Dalmasso

Il centro del quaderno è la cittadina di Cogoleto, ultima in provincia di Genova, prima di entrare nel savonese, un tempo importante centro operaio.

La Casa del popolo, costruita nell’immediato dopoguerra, è testimonianza di questo passato e di questa tradizione.

Bastano a testimoniarlo le tante foto nell’ingresso.

Manifestazioni, feste dell’Unità partecipatissime, assemblee, iniziative dei/delle giovani, bandiere.

Ancor maggiormente i ricordi.

Le lotte sindacali, “il partito”, il 30 giugno 1960 a Genova, il ricordo delle giunte comunali, dei dirigenti.

Non manca l’intreccio con le questioni ambientali (la famigerata Stoppani) e con il “manicomio”.

Anni fa, abbiamo organizzato, alla casa del popolo, un incontro per ricordare Bruno, Clara e Iris Cristofanini.

Bruno Cristofanini è stato partigiano a 15 anni, sempre militante politico e sindacale, attivissimo nell’ANPI e nel PCI,

poi in Rifondazione sino alla scissione “cossuttiana”, dopo la quale ha rifiutato di schierarsi.

Una sua testimonianza sul periodo 1945/1948, sino alla sconfitta elettorale del 18 aprile, dovrebbe essere pubblicata per la precisione, la capacità di analisi strutturale, la sintesi.

È la dimostrazione di come partito e sindacato fossero scuole, formassero militanti, dessero una “visione del mondo”, a volte schematica, ma capace di indirizzare, guidare.

Quando, con grande tristezza e dolore, abbiamo chiuso la piccola sede di Rifondazione (una stanza), abbiamo trovato annate di “Rinascita” e del “Calendario del popolo”, scritti su Gramsci, i libri dell’“Unità”.

La storia di una generazione, di una formazione, di una speranza.

Clara non è solamente la moglie di Bruno o la madre di Iris.

L’ho conosciuta molto anziana, ormai poco attiva, ma ancora con il ricordo di quanto fatto: attività sindacale, feste del partito, un ristorante popolare gestito per anni.

Sempre in lei il dolore per le divisioni, per l’incapacità di unità, male endemico e non superabile, per la debolezza di Rifondazione rispetto alla forza del partito precedente.

Tante foto la ritraggono alle manifestazioni, alle feste, ultime quelle di Rifondazione con i banchetti sul bel lungomare.

Iris è stata maestra elementare. Tanti i ricordi di alunni e alunne.

È stata la colonna della Rifondazione locale e dell’ARCI.

La sua scomparsa prematura ha lasciato un vuoto, che non è retorica definire incolmabile, nell’ARCI, in Rifondazione, nella scuola, nella cittadina.

La sua attività scolastica dimostra quanto siano penetrate nella pratica le migliori teorie pedagogiche novecentesche (in Italia Montessori, Rodari, Manzi, Lodi), il concetto di scuola attiva, la partecipazione degli /delle alunn*. L’attività politica di Iris Cristofanini è stata preziosa, a Cogoleto e a livello provinciale.

Tempo fa, al termine di un ricordo di queste tre belle figure (concione mio, chitarra di Rosario Russo),

la figlia di Iris, che oggi dirige l’ARCI locale, mi ha consegnato una bustona che conteneva scritti vari, senza un ordine preciso:

medaglioni su figure di partigiani, pagine della resistenza, lo schema di uno spettacolo teatrale sugli anni dell’antifascismo da proporre alle classi.

Abbiamo pensato di pubblicare queste pagine dell’ANPI,

pur nella loro disorganicità e incompiutezza:

• per ricordare, ancora una volta, tre grandi figure che non dimentichiamo;  affinché non si disperda un lavoro che, purtroppo, Iris non ha potuto portare a termine; come omaggio ad una cittadina operaia e partigiana (COGOLETO), colpita, come tutta l’area, dalla deindustrializzazione e da trasformazioni strutturali e sociali.

Oltre all’ARCI e all’ANPI (vi è qui il saluto della presidente), siamo certi di coinvolgere, nella presentazione di queste pagine la CGIL e l’amministrazione locale.

Siamo sempre convinti della utilità di questo lavoro e del fatto che le oltre 7.000 pagine sino ad oggi pubblicate costituiscano un piccolo patrimonio da utilizzare e non disperdere.

Le trovate tutte on line, grazie al lavoro prezioso di un amico calabrese, torinese, parmense: Domenico Capano.

Sergio Dalmasso

Cogoleto (GENOVA)

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ALCUNI STUDENTI DEL’IPSIA “BIRAGO” DI TORINO
INCONTRANO FERRUCCIO MARUFFI, EX DEPORTATO NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO NAZISTA DI MAUTHAUSEN

Torino, 28 aprile 1990

Ferruccio Maruffi ex deportato

Relazione a cura di Franco Di Giorgi

Ferruccio Maruffi ex deportato nei lager nazisti

Per la storia del mondo il 1989 è stato certamente un anno importante, se non altro per via del crollo del muro di Berlino, avvenuto dopo 28 anni dalla sua costruzione.

Anche per me lo è stato, perché seppure in tarda età – a 35 anni, ma meglio tardi che mai – ho letto Se questo è un uomo di Primo Levi. Ricordo che all’epoca, negli anni di precariato, insegnavo filosofia e storia al liceo classico “Alfieri” di Torino.

Lessi quel testo in concomitanza con una lezione su Schelling e fu determinante scoprire che sia il filosofo sia l’ex deportato citavano il celebre verso del Terzo Canto dell’Inferno di Dante, Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Ebbene, questa lettura ha cambiato radicalmente la mia vita: non solo il mio modo di percepire il mondo, ma anche e soprattutto il mio modo di essere, di stare al mondo e di relazionarmi con gli altri. Ha cambiato in particolare il mio modo di insegnare.

L’anno scolastico successivo (1989-1990) insegno italiano e storia all’Ipsia “Birago” di Torino, un professionale per meccanici. Sotto l’influenza della testimonianza di Levi, quell’anno mi reco al teatro Carignano perché l’Aned (l’Associazione nazionale ex deportati) vi svolge una Giornata commemorativa.

Dal banco dei relatori, tutti gli ex deportati invitano calorosamente gli insegnanti a dare spazio nelle loro lezioni alla storia della deportazione. Alla fine del convegno li raggiungo per stringere le loro mani, per salutarli e a qualcuno di loro lascio il mio numero telefonico.

Fra questi Ferruccio Maruffi. Dopo qualche tempo mi chiama per fissare una data per un suo intervento al Birago.

Si decide per il 28 aprile.

Intanto faccio leggere agli studenti – anzi, leggiamo insieme – Se questo è un uomo. Durante queste letture comincio a percepire il silenzio che si generava magicamente nelle classi dei futuri periti meccanici.

Comincio a sentire che il mio rapporto con loro, proprio grazie a quelle lezioni e alle riflessioni che ne sorgevano, diventava sempre più aperto e serio, anche quando si scherzava.

Invito dunque Maruffi a scuola, il quale, dopo la sua intensissima testimonianza, ci ha proposto un documentario su Mauthausen e su Gusen.

Scrivo dunque la mia prima relazione riguardante i campi di concentramento.

Ecco perché è importante per me questa breve relazione: perché è da questo momento che comincio a dedicare l’intero mio lavoro di insegnante alla comprensione di quell’avvenimento nefando.

Certamente unico nella storia dei massacri messi in atto dall’umanità. [2017]

CONTINUA…

Download “Ferruccio Maruffi ex deportato lager nazista: Relazione di Franco Di Giorgi” Ferruccio_maruffi-ex-deportato-lager.pdf – Scaricato 6303 volte – 249,36 KB

Download completo della relazione: Ferruccio_maruffi-ex-deportato-lager

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Rosa Luxemburg e la rivoluzione

Sergio Dalmasso, storico del movimento operaio, discute con Giulio Cecchi dei Giovani Comunisti sul tema “Rosa Luxemburg e la rivoluzione”, diretta YouTube e Instagram.

L’evento in diretta YouTube è stato programmato dai Giovani Comunisti per:

martedì 26 novembre 2024 alle ore 21:00.

Seminario su Rosa Luxemburg e la Rivoluzione con Sergio Dalmasso e Giulio Cecchi

Rosa Luxemburg e la rivoluzione, Copertina libro Rosa Luxemburg Oggi

Download “Una Rosa che vive (Estratto di Sergio Dalmasso dal libro Rosa Luxemburg oggi)” 2023-in-Rosa-Luxemburg-oggi-Lezioni-teoriche-vive.pdf – Scaricato 41679 volte – 285,03 KB

Sinossi di Una donna chiamata rivoluzione

Malgrado le sue opere siano tra i classici fondamentali del marxismo e la sua vita un esempio di coerenza e coraggio impossibile da mettere in discussione, i libri di Rosa Luxemburg restano misconosciuti e la sua eredità a dir poco problematica.

Ma chi era Rosa Luxemburg?

Quali furono i luoghi in cui avvenne la sua formazione giovanile, quali le temperie culturali che agitarono il suo tempo, chi i suoi inseparabili compagni di strada e chi, al contrario, i suoi principali avversari politici?

In modo agile e documentato, Sergio Dalmasso ricostruisce con la mente e con il cuore la storia di Rosa Luxemburg,

la sua inesauribile battaglia contro il riformismo e la sua inesorabile opposizione al processo di burocratizzazione a cui nessuno struttura può dirsi immune.

Allo stesso modo, nelle pagine del libro, scorre l’epopea della Lega di Spartaco e concorrono al racconto personaggi fondamentali,

da Karl Liebknect a Leo Jogiches, da Clara Zetkin a Franz Mehring.

Insieme a loro, ecco il dissenso da Lenin sulla questione del partito e dell’organizzazione,

la lotta contro la guerra e l’opposizione al cedimento della socialdemocrazia tedesca ed europea,

gli anni del carcere, la tragica sconfitta del tentativo rivoluzionario e, infine,

l’assassinio del gennaio 1919: una perdita di portata epocale per tutta la storia futura del movimento operaio.

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Dal 12 dicembre 2024 il libro su Rosa Luxemburg è stato reso disponibile anche in formato Kindle su Amazon a soli 6,49 euro:
Dettagli prodotto:

ASIN ‏ : ‎ B0DQBT12GZ
Editore ‏ : ‎ Red Star Press (12 dicembre 2024)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Dimensioni file ‏ : ‎ 15378 KB
Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
Lunghezza stampa ‏ : ‎ 106 pagine

Copertina del libro Kindle di Sergio Dalmasso: Una donna chiamata rivoluzione Rosa Luxemburg

Canale YouTube dei Giovani Comunisti/e

In lavoroesalute, Anno 40, n. 12, dicembre 2024, mensile diretto da Franco Cilenti e

in Sergiodalmasso.com sezione: Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi

Di' qualcosa di sinistra, mensile lavoroesalute diretto da Franco Cilenti

Sergio Dalmasso

Sinistra ieri, oggi? “Di’ qualcosa di sinistra”

L’anomalia italiana

L‘Italia è stato il paese che ha espresso la più corposa e duratura sinistra, esterna ai grandi partiti storici (PCI, PSI).

Abbiamo a lungo discusso sul “lungo ’68 italiano”, sul permanere di una stagione di movimento che non si è limitata ad una fiammata,

all’intreccio fra lotte studentesche contro una scuola ed una cultura autoritarie e dogmatiche, operaie contro la fabbrica fordista, internazionalista contro imperialismo, colonialismo (e anche socialismo reale), generazionale.

Abbiamo, in anni lontani, discusso sul “filo rosso”. La nascita della nuova sinistra, la sua dimensione di massa (il numero di giovani passati per le sue formazioni è enorme e costituisce almeno un dato psicologico e sociologico) era frutto di una spinta nata negli anni ’60 o aveva profonde radici nella nostra storia? E queste dovevano essere recise o andavano dialettizzate?

In effetti, l’Italia ha visto il più grande partito comunista del mondo occidentale, un partito socialista (almeno sino all’avvento di Craxi) originale nel panorama europeo, un sindacato (la CGIL, ma, in alcune fasi e settori, la CISL, per non citare le ACLI) avanzato e capace di grandi conquiste.

Soprattutto è stata percorsa da una spinta sociale che, dal giugno/luglio 1960 agli anni ’70, ha prodotto trasformazioni sociali, politiche e di costume,

ha modificato usi e modi di pensare, si è tradotta nello Statuto dei lavoratori, nella legge Basaglia, in quella sulla sanità, nella conquista delle 150 ore (lavoro/ studio), nella crescita del diritto allo studio (anche l’operaio vuole il figlio dottore), nella epocale espressione del movimento delle donne, nelle grandi mobilitazioni per la pace, per i diritti civili.

È drammatica la caduta di questa tensione e di queste speranze.

Sono drammatici il governo di estrema destra, il vento reazionario che spira dall’Europa intera, l’affermarsi di un populismo che tutto equipara e cancella ogni distinzione sociale e culturale fra le culture politiche.

La accettazione di scandali continui (Sgarbi, Delmastro, Santanché, Sangiuliano…), la nulla attenzione davanti ad affermazioni di gravità enorme, il voto dato a personaggi o coalizioni,

dopo scandali gravissimi (da Berlusconi a Scajola che possedeva un alloggio vip a Roma, ma non sapeva chi glielo avesse regalato,

alla destra lombarda che vince dopo la condanna di Formigoni e l’evidente fallimento del miglior sistema sanitario del mondo o della destra ligure,

dopo gli scambi di favori tra politici, finanzieri, armatori…) dimostrano il distacco crescente della popolazione, il fallimento della politica, in altri tempi, invece, considerata strumento di cambiamento, tale da entrare anche nella vita personale.

Senza nostalgie e rimpianti da “reduci”, la domanda sul perché di questa sconfitta (la mia generazione ha perso) è doverosa.

CONTINUA…

Scarica il saggio completo Sinistra ieri, oggi? “Di’ qualcosa di sinistra” di Sergio Dalmasso dal seguente:

Download “Sinistra ieri, oggi? “Di' qualcosa di sinistra” di Sergio Dalmasso (in lavoroesalute dicembre 2024)” Lavoro-e-salute-dicembre-2024-Di-qualcosa-di-sinistra.pdf – Scaricato 12800 volte – 187,27 KB Download “Mensile Lavoro e Salute Anno 40, n. 12 dicembre 2024” LavoroeSalutedicembre2024.pdf – Scaricato 12859 volte – 5,02 MB

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PERSONAGGI DI UN’ALTRA SINISTRA LIBERTINI

PERSONAGGI DI UNA ALTRA SINISTRA LIBERTARIA, ERETICA, RIVOLUZIONARIA:
LUCIO LIBERTINI
di Sergio Dalmasso

Nel 2020 ho pubblicato, presso Punto Rosso, Milano, la biografia di Lucio Libertini in cui ho tentato, “in sedicesimo”, di riprendere quel Lungo viaggio nella sinistra italiana che lui stesso intendeva scrivere e di cui restano pochissime pagine, interrotte dalla morte improvvisa.

La domanda più comune è stata: Chi era?

Copertina del libro Lucio Libertini di Sergio Dalmasso: Lungo viaggio nella sinistra italiana, Lucio Libertini Personaggi di una altra sinistra
Libro Lucio Libertini. Lungo viaggio nella sinistra italiana presente anche su Amazon

Altr* ricordavano la sua attività nel PCI e, quindi quella, purtroppo breve, in Rifondazione (fondatore e presidente del gruppo al Senato).

Nessun* ricordava, invece, un percorso, di circa trent’anni (1944-1972) in cui era passato per esperienze eterodosse, che possono parere anche contraddittorie, ma che erano legate alla volontà di costruire una forza di classe e di uscire dalla stretta stalinismo/ socialdemocrazia.

Libertini rispondeva alle accuse, vergognose, di essere stato un globetrotter della politica, di essere passato per numerosi partiti e sigle, di avere prodotto scissioni continue, rivendicando una continuità e una coerenza ben superiori a quelle di tant* che hanno sempre militato in un solo partito.

CONTINUA …

Scheda pubblicata nel mensile “Il Lavoratore ” di Trieste n. Anno XXIV n. 8 – 12.11.2024.

Scheda completa di Sergio Dalmasso:

Download “Personaggi di un'altra sinistra Libertini di Sergio Dalmasso” Personaggi-di-una-altra-sinistra-Libertini.pdf – Scaricato 13698 volte – 834,53 KB

Download de “IL LAVORATORE” di Trieste n. 8, anno XXIV, 12 novembre 2024, Dir. Resp. Romina Pellecchia Velchi:

Download “Il LAVORATORE n. Anno XXIV n. 8 - 12.11.2024” IL-LAVORATORE-NOVEMBRE-2024.pdf – Scaricato 13955 volte – 1,96 MB

Tutti gli interventi al consiglio regionale del Piemonte di Lucio Libertini:

Download “Quaderno CIPEC N. 67 (Lucio Libertini. Interventi al consiglio regionale del Piemonte 1975-1976)” Quaderno-CIPEC-Numero-67.pdf – Scaricato 31520 volte – 1,72 MB

Quaderno CIPEC 73

Download “Quaderno CIPEC N. 73 primo semestre 2025” Quaderno-CIPEC-Numero-73.pdf – Scaricato 15532 volte – 1,92 MB

Copertina del Quaderno CIPEC N. 73

Indice generale

Luca Robaldo presidente della Provincia di Cuneo p. 5

Saluto del Presidente della Provincia di Cuneo Robaldo p. 6

Un saluto a Piero Basso, Sergio Dalmasso p. 7

Rocco Scotellaro, il meridionalismo eretico di un irregolare, Sergio Dalmasso p. 8

Giacomo Matteotti, cento anni dopo, Sergio Dalmasso p. 21

Perché il socialismo deve essere internazionalista …, Michael Löwy p. 32

Rosa Luxemburg e il comunismo, Michael Löwy p. 40

Per ricordare Rocco Cerrato, S.D. p. 51

C.I.P.E.C. Attività p. 55

Quaderni C.I.P.E.C. p. 62

BOVES: 6 anni di vita del CIRCOLO BARALE, S.D. p. 71

BOVES: il Circolo BARALE. Attività del circolo p. 73

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Quaderni a cura di Sergio Dalmasso

Quaderni a stampa, Stamperia della Provincia di Cuneo

Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi

Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi-Libro Diario di un camminante sulla strada per Santiago
Download “Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi (recensione di Franco Di Giorgi)” Giovanni-Tesio-e-il-Camino-per-Santiago-come-ritorno-a-se-stessi.pdf – Scaricato 14244 volte – 470,13 KB

Quando ci accorgiamo che la vita fuori di noi non ha più quel senso che per molto tempo assieme ad altri ci siamo sforzati di imprimerle,

allora – rifacendosi a un modello già più volte seguito dagli uomini in passato e del quale Mission di Joffé, grazie soprattutto alla musica di Morricone, è forse la realizzazione cinematografica più toccante – allora ci mettiamo a cercarlo dentro di noi, nella nostra anima, passando però attraverso il corpo che ne è la manifestazione materiale.

Quando a sua volta quest’anima, anche a causa di quella perdita di senso esteriore,

si sente perplessa e come smarrita fra mille vie secondarie che la sollecitano costantemente a scelte contraddittorie e incoerenti, ecco che quel modello suggerisce al corpo di mettersi in cammino per un lungo e faticoso sentiero, di affrontare un percorso di disincrostazione e quindi di purificazione se non addirittura di espiazione,

in modo che all’interno esso possa valere come una strada principale, una via diritta su cui mettersi volenterosamente alla ricerca di quel senso perduto.

Come accade purtroppo ancora nel nostro presente, anche in passato, ricordava Vico,

quando la vita degli uomini, a causa dello scetticismo e dell’eccessiva riflessione, cominciava a perdere memoria di se stessa e la violenza tornava a dilagare come un incontenibile ricorso storico, gli antichi (Platone, Agostino, Dante), raccomandavano a loro modo “ritorna in te!”, confidando nel fatto che la salute e la purezza dell’anima derivassero dalla sanità del corpo.

Ebbene, seppure in maniera certo più disincantata, anche oggi, nell’epoca in cui l’intelligenza artificiale ha sostituito quella naturale che,

secondo Anselmo, Dio ha voluto instillare nell’uomo affinché potesse comprenderlo, anche oggi in qualche modo quell’antica esortazione viene avvertita da coloro che, per vari motivi – perlopiù per mettere alla prova la propria persona e la propria umanità –, intraprendono il Camino per Santiago di Compostela, lungo ben ottocento chilometri.

E da un fine letterato come Giovanni Tesio il minimo che ci si potesse attendere era un resoconto di questo avventuroso viaggio a piedi, di questa lunga e severa scarpinata che egli ha voluto intraprendere nel luglio dello scorso anno assieme alla sua compagna (una vera e propria guida per lui che si avvia per gli ottanta), un diario scarno ed essenziale che quest’anno (2024) ha pubblicato presso l’editore Lindau di Torino, col titolo, appunto, Diario di un camminante sulla strada per Santiago.

Un’essenzialità peraltro voluta e ricercata (com’è d’altronde nel suo stile letterario) da cui promana tuttavia un invito a sviluppare quelle che ironicamente egli definisce “sofisticate considerazioni” e dalle quali prova una certa fatica ad astenersi.

Si tratta di un’essenzialità radicale a fronte della quale ogni cosa finisce con l’apparire inessenziale; un’essenzialità che, sulla scorta della ben assimilata lezione leviana, egli cerca di raggiungere o limando concetti e parole (si veda il suo bel sillabario di Parole essenziali, Interlinea 2014),

cioè per sottrazione, oppure ricorrendo a quella sua lingua privata o dell’intimità, vale dire il dialetto piemontese, grazie al quale, come si è già visto nel suo primo romanzo (Gli zoccoli nell’erba pesante, Lindau 2018), riesce ad esprimere quelle cose di dentro, quei segreti aporetici dello spirito che restano perlopiù negati all’ufficiale lingua italiana.

Scrive infatti il pellegrino torinese: “cerco nel Camino i segni simbolici di un’esistenza che di certo non esclude il segreto dello spirito, delle cose di dentro, di ciò che non riusciamo a spiegarci e a spiegare”.

Non per nulla in questa sua agenda di viaggio di tanto in tanto, tra una meta e l’altra,

il viandante si affida ad estemporanei sonetti in piemontese (certo, riportando in nota le opportune traduzioni) proprio per descrivere come un flâneur le sue contemplazioni esteriori e interiori o per esprimere le sue riflessioni più urgenti e a caldo, quasi con il sudore ancora gocciolante.

Sono riflessioni sul tempo e sull’eterno (“Partiamo dall’Eterno per arrivare al tempo”),

sul sublime dinamico dell’oceano, ma anche sulla tanto desiderata esistenza di un Dio misericordioso, un Dio che sappia restare vicino agli umani fragili,

caduchi e transitori mentre, eterno come la musica, ci scopre sempre imperfetti e colpevoli; sono brevi e saltuarie meditazioni sul misterioso e intimo piacere dell’abbandono delle cose vane e quindi sul congedo, sul distacco, sulla morte, sul raggiungimento di una fine,

sulla realizzazione di uno scopo, di un’opra (per ricordare il virtuoso legnaiolo leopardiano), sul conseguimento di una meta di cui proprio quel duro Camino è simbolo, metafora, sul kairós infine e sulla pazienza o sulla capacità di saper cogliere e vivere il momento felice che fugge. “Grande – davvero grande – esperienza” quella del Camino, dice Tesio alla fine del suo percorso.

Essa ha la sua unicità e la sua grandezza soprattutto nel fatto che, grazie ai silenzi dei paesaggi esterni che si riverberano all’interno come delle lamentazioni o come dei moniti che i suoi sonetti traducono immediatamente in preghiere, in lacrimose invocazioni di perdono e di accoglienza,

egli giunge all’in-essenzialità dell’io, del me e della mia stessa vita, un’in-essenzialità radicale rispetto alla quale non solo il mio corpo appare il rivestimento dello spirito, ma la mia stessa vita, la mia propria vita finisce – per evocare il Libro d’ore rilkiano – con l’assumere la consistenza di una buccia che sta attorno a un frutto, ossia intorno alla mia propria morte. Ritorna in te!

Questa sembra essere la silente esortazione che il nostro peregrino avverte durante il suo Camino.

Torna alla tua infanzia, ritorna ad essere ciò che eri.

E l’amore per Joana, per la sua guida, più volte apertamente dichiarato, non può fare altro che approfondire un tale regressus ad uterum.

Ivrea, 5 ottobre 2024 – Franco Di Giorgi