L’Unione Popolare ha raggiunto le firme necessarie per presentarsi alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 – Unione Popolare raccolte firme.
Raccolta firme a Genova con Dalmasso, Zannoni, e Antonella Marras Unione Popolare
Foto Fivedabliu
I sondaggisti neanche la citano nei loro sondaggi, per adesso, con micro campioni da 800 persone, ma con 4000 che NON rispondono ai loro sondaggi che vengono spacciati per oro colato, la TV li oscura per adesso, eppure l’Unione Popolare c’è !
Vota Unione Popolare De Magistris

Unione Popolare raccolte firme

Abbiamo raccolto le firme in tutta Italia, in tutti i collegi, circa 60.000 firme in dieci giorni.

Un risultato senza precedenti nella storia elettorale italiana.

Unione Popolare , nata da un mese, esiste e batte il colpo della rivoluzione che avanza.

Un grazie di cuore, da portavoce di questa bellissima coalizione, alle militanti e ai militanti che non hanno mollato un secondo e un grazie di cuore alle cittadine e ai cittadini che con la penna hanno scritto una pagina di dignità democratica.

Lo Stato, con i suoi rappresentanti, il paese lo deve sapere, non hanno consentito nemmeno la firma digitale impedendo a chi era in vacanza di firmare perché doveva farsi solo nel comune di residenza.

Ci avete ostacolato ed il popolo ha rimosso il vostro ostacolo. Ora pronti a correre la più bella maratona democratica elettorale, nei nostri cento passi in trenta giorni dobbiamo riprenderci la democrazia.

Tenteranno di oscurarci e cancellarci in questo mese ma noi ci ribelleremo e non consentiremo la violenza del potere contro il fresco profumo di libertà che avanza.

Uniamoci, camminate e correte con noi, per liberare l’Italia.

#UnionePopolare #DeMagistris #elezionipolitiche2022

Luigi De Magistris – facebook, 21 agosto 2022

La vita, la leggenda, il pensiero, l’attualità del CHE

Attualita del CHE, De tu querida presencia, comandante CHE GUEVARA.

A PRA’ (Genova), circolo “Burrasca”, via BRANEGA 10
sabato 18 GIUGNO 2022, ore 17.30

Attualità del CHE GUEVARA, Conferenza a Genova Con Zunino e Dalmasso

Informazioni sull’incontro

Incontro con Franco ZUNINO (coordinatore regionale di Italia/ Cuba) e con me.
La vita, la leggenda, il pensiero, l’attualità del CHE GUEVARA.
Non solamente nostalgia, ma riflessione per l’oggi. Condividete, telefonate, informate. Come diceva un tempo il PCI: “organizzate l’ascolto”!

Fonte Facebook, Sergio Dalmasso 15 giugno 2022

Con la proiezione di filmati inediti.

****

Video riprese del convegno sul Che Guevara

Si ricorda il Quaderno CIPEC numero 58 dedicato a CHE GUEVARA

Download “Quaderno CIPEC 58 (Ernesto Che Guevara)”

Quaderno-cipec-58.pdf – Scaricato 9590 volte – 3,61 MB

La sinistra insieme per Antonella Marras sindaca di Genova

9 giugno 2022. Chiusura della campagna elettorale a Genova da parte dei tre segretari di Rifondazione Comunista (Maurizio Acerbo), Partito Comunista Italiano (Mauro Alboresi) e Sinistra Anticapitalista (Franco Turigliatto) a sostegno della candidata sindaca di Genova Antonella Marras a guida della lista La Sinistra insieme.


Antonella Marras nella presentazione pubblica del 12 marzo 2022

Antonella Marras sindaco di Genova

Marras Antonella e Danilo Zannoni, moderatore della presentazione pubblica della candidata Sindaca e candidato nella lista La sinistra insieme

25 APRILE 2022 di Antonella Marras

“No all’invio di armi e no alle basi Nato nel nostro Paese”.

È categorica Antonella Marras, candidata sindaca al Comune di Genova per la lista “La sinistra insieme”, che oggi si è presentata in piazza Matteotti con un cartello bianco e rosso appeso al collo per ribadire al sindaco uscente Bucci che “fascismo e comunismo non sono la stessa cosa”.

Amministrative 2022, Marras: a chi mi parla di voto utile dico sì, è utile a farvi mantenere le seggiole.

Sergio Dalmasso nuovo segretario regionale del PRC Liguria

Dalmasso classe 1948, cuneese di nascita e genovese di adozione, è un insegnante di lettere in pensione che milita nel Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione

Dalmasso Segretario Regionale LIGURIA

Questa mattina si è riunito il nuovo comitato politico regionale ligure del Partito della Rifondazione Comunista, organismo eletto durante lo scorso congresso regionale del 27 Febbraio, con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo segretario.

Il parlamentino del PRC ligure ha eletto Sergio Dalmasso nuovo segretario regionale.

Sergio, classe 1948, cuneese di nascita e genovese di adozione, è un insegnante in pensione che milita nel Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione, ha ricoperto incarichi politici come segretario provinciale della federazione di Cuneo all’inizio degli anni ’90 e degli anni 2000; ed istituzionali in qualità di consigliere comunale a Boves, Cuneo e come consigliere provinciale; mentre dal 2005 al 2010 è stato consigliere regionale per la Regione Piemonte.

In questi ultimi anni, all’attività politica ha accompagnato quella divulgativa in quanto autore di diversi saggi e riviste sul movimento operaio, quali i quaderni del Centro di Iniziativa Politica e Culturale, i libri su Lelio Basso, Rosa Luxemburg e Lucio Libertini, o quelli sulla storia del Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione sino agli anni più recenti.

Tutto il partito ligure fa gli auguri a Sergio di buon lavoro!

Fonte: Comitato Ligure del Partito della Rifondazione Comunista

***

Download “Quaderno CIPEC Numero 31 (Libro sul primo decennio di Rifondazione di S. Dalmasso)”

Quaderno-CIPEC-Numero-31.pdf – Scaricato 13549 volte – 1,03 MB

Download “Capitolo 1 storia di Rifondazione Comunista”

Storia-di-Rifondazone-Comunista-Capitolo-1.pdf – Scaricato 15661 volte – 402,02 KB

Download “Capitolo primo RIVISTA LA SINISTRA”

Opuscolo-La-Rivista-La-SINISTRA-capitolo-primo.pdf – Scaricato 14617 volte – 177,37 KB

Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso”

Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 17215 volte – 308,09 KB

L’attualità del pensiero di Gramsci

 Intervengono Sergio Dalmasso e Giordano Bruschi.

Moderatrice Cecilia Balbi.

Intervento iniziale di Pino Cosentino.

Locandina Attualità del pensiero di Gramsci

L’Attualità del pensiero di Gramsci, temi del primo incontro:

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso

“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi

Video su L’attualità del pensiero di Gramsci:

Ciclo di incontri promosso da APS Consorzio Zenzero, Attac Genova, ANPI Sezione Genova S. Fruttuoso, Goodmorning Genova, Il Ce.Sto.

Primo incontro, martedì 20 ottobre 2020.

In diretta dal circolo ARCI Zenzero di Genova.

“Vita e opere di Gramsci” con Sergio Dalmasso storico del movimento operaio.
“L’incontro con Gramsci della generazione della resistenza” con Giordano Bruschi Partigiano e insignito della medaglia il Grifo d’oro massima onorificenza della città di Genova

Introduce Cecilia Balbi del Circolo Zenzero.

Tecnico audio Stefano Gualtieri

Tecnico video Dimitri Colombo

Conferenza trasmessa in diretta streaming il 20 ottobre 2020 su Facebook da Goodmorning Genova.

“Il consiglio comunale di Genova, minoranza e maggioranza – esclusi i consiglieri di Fratelli D’Italia che hanno deciso di votare contro – ha detto sì alla proposta di assegnare il Grifo d’Oro, massima onorificenza cittadina, a Giordano Bruschi.

Il partigiano “Giotto”, che presto compirà 95 anni, è conosciuto come memoria storica della resistenza e del novecento genovese, ma anche per la sua esperienza politica, sempre a sinistra, nel Pci, per cui fu consigliere comunale, e poi come scrittore, ambientalista e come anima dei comitati della Val Bisagno.

Sull’assegnazione del Grifo a Bruschi il plauso della Camera del Lavoro di Genova e del segretario Igor Magni.

Magni: “Grande soddisfazione per questo importante riconoscimento a Bruschi che con il suo impegno di militanza, esercitato sempre, anche nei momenti più difficili, rappresenta un esempio per tutti noi.

Un abbraccio fraterno da tutte e tutti noi della Cgil di Genova”. ”

Sferini su Lucio Libertini

Download articol di Marco Sferini su Libertini

Lucio Libertini: “Una cosa è rifondarsi, altra è abiurare”

Sferini foto Lucio Libertini

su La sinistra quotidiana

 

Sferini su Lucio Libertini – 27 anni fa mi trovavo in Trentino, in vacanza.

Dal televisore dell’albergo un mesto Tg2 diede la notizia in poche parole, mostrando questa foto di Lucio Libertini.

Era morto un socialista vero che non si era mai mosso più di tanto dalla posizione in cui aveva fatto crescere e maturare i suoi ideali.

“Sono i partiti che sono cambiati attorno a me”.

Ed infatti Lucio si riferiva alla mutazione del PSI, del PCI in PDS e alla sua personale scelta di rimanere invece convintamente comunista.

Lui riconosceva – scrisse – il diritto a Napolitano di dirsi socialista riformista.

Chiedeva che gli venisse riconosciuto altrettanto il diritto di dirsi ed essere nell’Italia del 1991 ancora, liberamente comunista.

Libero dalle catene in cui il comunismo era stato imprigionato dall’esperienza dei paesi dell’Est Europa, dell’Urss stessa.

Libero di rifondare pratica e pensiero dei comunisti nel Paese che aveva conosciuto per primo il fascismo e che i comunisti avevano contribuito in larga parte a sconfiggere con la Resistenza.

Grazie anche a lui, il Partito della Rifondazione Comunista può oggi rivendicare una sua vena libertaria e una ispirazione già allora antistalinista, costretta indubbiamente a convivere con posizioni molto contrastanti tra loro.

La dialettica del resto era e rimane non solo il motore della storia e dell’evoluzione umana, ma anche la dinamica con cui le tesi diventano sintesi.

Lucio scomparve mentre stava lavorando proprio alle tesi del congresso nazionale del Partito.

Nel settembre di quell’anno la consueta grande manifestazione a Roma dove convergevano oltre 300.000 compagne e compagni, ricordo Lucio in tanti interventi.

Mi mancò molto in quell’agosto, che ricordo con piacere per altri motivi, la figura di Lucio Libertini.

Come mi manca ancora oggi.

Perché era un compagno onesto moralmente e intellettualmente parlando.

Andai a cercare “Liberazione” a Trento, perché a Faedo non si trovava, la lessi freneticamente e la custodii nella copia della settimana precedente che invece avevo comperato a Savona.

Ogni tanto la riprendo in mano, così come alcuni scritti che reputo importanti: tra gli altri spiccano le “Sette tesi sul controllo operaio”.

Se posso consigliare alcune letture su Libertini, direi che sono un buonissima ricostruzione del suo pensiero quello uscito nell’autunno del 1993, edito da “Liberazione” stessa (“Lucio Libertini, 50 anni nella storia della sinistra”) oramai credo introvabile se non presso qualche circolo o federazione provinciale del PRC, e quello scritto dal caro amico e compagno Sergio Dalmasso, “Lucio Libertini, lungo viaggio nella sinistra italiana”, che potete acquistare anche su Amazon.

Libro su Libertini di Dalmasso

MARCO SFERINI

7 agosto 2020

***

Perché un movimento per la rifondazione comunista

Per comprendere la lotta che Libertini visse, come tante decine di migliaia di compagne e di compagni vissero, in quella transizione storica tra PCI e Partito Democratico della Sinistra, dopo il crollo del Socialismo reale sovietico e dei suoi paesi satelliti, riportiamo di seguito un intervento scritto per “l’Unità”, il 14 dicembre 1990:

Nei congressi sentiamo ripetere frequentemente un ritornello banale: il nome non conta, andiamo al di là del sì e del no.

E, a ben vedere, una affermazione inconsistente o pretestuosa, perché ciò che è in discussione non è un nome, ma, con un nome, una identità culturale e politica, e ogni contenuto, ogni programma, ha la sua radice in una identità.

Non a caso, o per capriccio, da anni è in corso una massiccia campagna dei grandi mezzi di informazione, diretta ad indurci ad abbandonare il nome comunista e la nostra identità di comunisti italiani, perché così si tagliano gli ancoraggi ideali e si diviene più facilmente preda di una deriva verso destra.

In realtà la questione di fondo che è in discussione e che investe l’intera sinistra europea (ma, ovviamente, in modo più diretto il Pci) e sulla quale occorre pronunziarsi con nettezza, riguarda un interrogativo centrale: se la vicenda di questo secolo, con il tragico fallimento dei regimi dell’Est, segni la vittoria definitiva del capitalismo, che diviene un limite insuperabile della storia umana, seppellendo la questione del socialismo; o se invece la tragica degenerazione di un grande processo rivoluzionario, che comunque ha inciso sulla storia del mondo, e le nuove gigantesche contraddizioni del capitalismo, a scala planetaria, ripropongano in termini nuovi la questione del socialismo e dell’orizzonte ideale, assai più lontano, del comunismo.

Molti di noi hanno rifiutato da tempo (chi scrive da sempre) di definire socialisti e comunisti quei regimi pur se ne riconoscevamo alcune storiche realizzazioni; ed è singolare che essendo stato per questo definito nel passato un revisionista e quasi un traditore, ora mi si voglia fare apparire un «conservatore» stalinista perché rifiuto di seppellire il socialismo sotto le macerie dell’Est.

Ecco, dunque, la questione.

Una questione che la proposta di Occhetto scioglie in una direzione ben precisa, perché da essa è assente ogni riferimento al comunismo ed al socialismo: perché la suffragano confusi discorsi su di una prospettiva che sarebbe «al di là del socialismo»; perché la identificano le dichiarazioni esplicitamente anticomuniste e antisocialiste di numerosi esponenti della cosiddetta sinistra sommersa, pronti ad essere cooptati nel gruppo dirigente del nuovo partito; perché il modello organizzativo che si propone ha caratteri sin troppo significativi, di ispirazione democratico-radicale.

Non a caso essa ha suscitato l’opposizione di Bassolino, che si è accorto, sia pur tardi, dei contenuti moderati dell’operazione, e la riserva, destinata a diventare dissenso esplicito, dell’area socialista-riformista, che da solco del movimento socialista europeo non intende uscire.

Tutto ciò – la perdita della identità e del riferimento al socialismo – spiega il processo di disfacimento che la «svolta» ha indotto sul piano organizzativo ed elettorale.

Una crisi ci sarebbe comunque stata in ragione della vicenda storica che attraversiamo, ed una rifondazione era comunque necessaria, ma la «svolta», per i suoi contenuti, trasforma la crisi in disfatta.

Proprio perché abolire una identità sostituendola con una fuga nel vuoto, mette in causa gli ideali che ci hanno fatto stare e lottare insieme, fuggendo dalla questione dei contenuti del socialismo, invece di affrontarla.

Ecco, dunque, perché considero con interesse la posizione, sia pure ancora ambigua, di Bassolino e di altri compagni, lo stesso emergere di un’area socialista riformista, e la posizione di tanti compagni che, pur accettando il PDS, non vorrebbero rinunciare al socialismo.

E perché considero la rifondazione comunista non una mozione, ma un impegno culturale e politico di lunga lena, attorno alla quale costruire un movimento, non ristretto all’ambito organizzativo del PCI attuale (dal quale è fuoriuscita una vasta area di comunisti e che ha perso il rapporto con le nuove generazioni).

Siamo in campo per evitare che il congresso segni una svolta irreversibile nel senso che ho indicato.

Ma siamo in campo, ancor di più, per porre in Italia la questione dell’esistenza di una forza politica e sociale che, partendo dalle grandi e crescenti contraddizioni del capitalismo – la questione Nord-Sud, la questione ambientale, la questione di classe, i processi di emarginazione, l’intreccio con la grande questione femminile – riproponga in termini nuovi e avanzati la questione del socialismo.

Siamo in campo per evitare che la democrazia sia azzoppata dal rifluire nel disimpegno e nella astensione di tanta parte del mondo del lavoro privato di vera rappresentanza, siamo in campo per costruire con le nuove generazioni una prospettiva nuova, respingendo l’omologazione ai modelli imperanti di una società dominata da una concentrazione senza precedenti del potere.

Sappiamo di indicare una via non facile e aspra, oggi controcorrente.

Una forza politica che non abbia la capacità di stare nelle ragioni di fondo della storia, e si pieghi a mode e condizionamenti esterni, va fatalmente alla deriva. Una cosa è rifondarsi, altra cosa è abiurare.

LUCIO LIBERTINI

Perché un movimento per la rifondazione comunista
l’Unità, 14 dicembre 1990

 

Quaderno CIPEC numero 65

Download “Quaderno CIPEC N. 65 - (Novelle di Danilo Zannoni)”

Quaderno-CIPEC-Numero-65-Zannoni.pdf – Scaricato 3256 volte – 6,49 MB


Cari/e tutti/e ho il piacere di comunicarvi che il Quaderno Numero 65 “Scrivere è come vivere, solo che è più semplice” del’amico scrittore Danilo Zannoni ha visto la luce in versione digitale.
Quanto prima, Covid permettendo, avremo anche l’edizione a stampa.

Quaderno CIPEC numero 65, Scrivere è come vivere, solo che è più semplice

Quaderno CIPEC numero 65, Scriveve è come vivere solo che è più semplice

Di seguito due mie righe di introduzione ai bei racconti di Danilo:

Ho conosciuto Danilo Zannoni a fine 2013, poco dopo il mio arrivo/ritorno a Genova, ad una conferenza in cui Antonio Ingroia presentava il proprio movimento, Azione civile.

Lo ho poi rincontrato pochi giorni dopo, alla prima riunione di quella che sarebbe stata la lista l’Altra Europa, bella avventura poi finita nel nulla, dopo un buon inizio.

Ricordo con nostalgia la sede collettiva di via S. Luca, dove si incontravano il circolo Thomas Sankara, pezzi diversi di sinistra, comitati che si erano formati dopo il lontano luglio 2001 (i convegni, le manifestazioni, i “fatti” di Genova, la morte di Carlo Giuliani).

È stato l’inizio di un impegno comune, le elezioni europee del 2014, le assemblee, i convegni, il tentativo di contatti con pezzi di società (ambiente, pace, partecipazione, lavoro), le presentazioni di libri (su Syriza, su Podemos, su Pietro Secchia, su problemi amministrativi torinesi che richiamavano Genova), gli incontri con Vittorio Agnoletto, Alfio Nicotra, l’avv. Flick…, la mancata (per decisioni dall’alto) candidatura di Pagano alle regionali, le solite, immancabili difficoltà successive.

Danilo scrive novelle

Ho scoperto, con una certa sorpresa, che Danilo scrive novelle. Con passione, continuità, puntualità. Una produzione che cresce ogni giorno. Prima su Facebook, poi con un opuscolo “autoprodotto”, ora con questo quaderno che potete leggere in carta e sul sito del CIPEC.

Sono racconti diversi per lunghezza, impostazione, contenuto. A tratti cambia parzialmente anche lo stile. Sono stati presentati in pubblico in alcune occasioni, al circolo “Gramsci” in val Polcevera, alla libreria Ubik di Savona, al circolo ARCI di Ceriale. Poco o tanto il pubblico, è stata l’occasione per tornare sui temi toccati, con cari amici/he, da Rosario con la sua chitarra, alle letture dello stesso Danilo, di Cristina e Antonella. Poi è arrivato il Covid ad impedire altre serate.

È impossibile riassumere oltre 100 pagine di racconti

Fermiamoci sul 30 giugno, data storica per l’antifascismo genovese, incontro di tre generazioni, quella partigiana, quella del 1960, quella di oggi, sconfitta, ma ancora colma di volontà e di speranze. Raccontalo a tuo figlio tocca il tema dei migranti, di chi a loro contrappone l’ordine, l’”uomo forte al comando”, in un mondo in cui le malattie nascono dall’inquinamento, in cui l’unica religione è “lo sviluppo senza se e senza ma” e la tecnologia non è strumento di liberazione.

Il tema torna nel Cormorano. A questo piccolo essere viene consigliato di non volare vicino a quanto costruito dall’uomo, perché l’uomo Qualsiasi cosa tocchi, la distrugge.

Julia e il Caimano è l’incontro tra il grande (il caimano) e il piccolo (la farfalla), tra il mondo visto dal fiume e dall’alto, tra una vita che sta finendo perché mi sento così vicino al buio, al non essere più, perché tutto ciò che mi piaceva…e una esistenza che dura un attimo. I loro cuori smisero di battere all’unisono.

Anniversario

Diverso è il tono di Anniversario. Un amore è finito e il ricordo dell’incontro di dieci anni prima non può riportarlo in vita. Anzi. La donna scopre la propria libertà, un nuovo inizio, il ritorno alla vita.

Padre e figlio ripropone il tema politico, le scelte esistenziali. Danilo legge, per una volta, la realtà da un punto di vista opposto al suo, proprio di quel mondo di quelle classi sociali che non ama.

Si potrebbe continuare. Lascio a chi legge di scoprire e valutare altri racconti, altre storie, altre osservazioni.

Questo quaderno diverso da quelli che ci hanno accompagnato per un quarto di secolo, ci propone per la prima volta, racconti, novelle, osservazioni morali sulla nostra realtà.

Torneremo, nei prossimi, ai temi storici, a presentare documenti, magari aridi, ma che rischierebbero di perdersi se non esistessero queste pagine (fate il conto di quante sono, dal lontano quaderno n. 1, dedicato a Lucia Canova).

Buona e piacevole lettura.

Sergio Dalmasso

Julia e il Caimano

di Danilo Zannoni

Danilo Zannoni(Tratto dal Quaderno CIPEC N. 65 contenente una raccolta di novelle di Danilo Zannoni.)

Caio nuotava lento controcorrente, si era allontanato dal branco, era troppo vecchio per accoppiarsi, e non aveva voglia di azzuffarsi con i giovani caimani che esibivano ancora le strisce gialle sul dorso.

Era un vecchio caimano e zuffe d’amore ne aveva fatte anche troppe, e pensò, non scevro di godimento, le aveva vinte tutte.

Nuotava con la testa semiaffondata nell’acqua limacciosa del fiume, cercava qualcosa, era inquieto.

Antonella Marras interpreta Julia e il caimano

Impattò in un branco di piragna, quando era giovane sarebbe partito implacabile ed avrebbe fatto una scorpacciata, ma ormai aveva sette anni, si limitò a mangiare quelli che erano sulla sua rotta e proseguì verso l’isola, che iniziava a vedere non troppo lontana. Lui non poteva saperlo ma ormai giugno stava finendo e presto sarebbe iniziato luglio, il mese degli accoppiamenti.

Per quanti anni, quel passaggio lo aveva eccitato?

Quanti figli aveva messo al mondo dopo amplessi torridi e gratificanti?

Ma questo era il passato, ora voleva rimanere da solo e pensare.

Finalmente si spiaggiò sull’isola.

Il sole stava sorgendo lento ed implacabile all’orizzonte.

Si tirò sul bagnasciuga, chiuse gli occhi e si lasciò andare al flusso dei suoi pensieri. «Perché sono nato, cosa devo fare, perché mi sento così vicino al buio, al non essere più, perché ciò che mi piaceva e per cui godevo ora non mi interessa più?»

Le risposte non arrivavano e le domande si moltiplicavano, pianse sconsolato e, poco alla volta cadde nel sonno.

Qualche tempo dopo aprì un occhio perché gli prudeva, subito non riuscì a metterla a fuoco, era troppo vicina, poi trovò la regolazione giusta.

Una farfalla arancione era posata sul suo muso e suggeva avidamente le sue lacrime.

«E tu chi saresti» pensò.

«Escuceme mucho mio segnore, no la volevo disturbarla.»

Caio rimase un attimo interdetto.

«Es que la suas lagrima es mucho dulce e me dona fortezza»

Caio aprì anche l’altro occhio.

Sapeva benissimo che solo i caimani potevano parlare e sentir parlare un esserino così minuscolo lo aveva sconvolto.

«Scusa, ma tu parli?» disse.

La farfalla volò via in un attimo.

Caio pensò fra sé e sé: «Sono proprio vecchio, pensare di parlare con le farfalle».

Stava richiudendo gli occhi quando la farfalla tornò a posarsi sul suo muso.

La traguardò con entrambe le pupille, era bellissima, di un arancione carico, molto grande rispetto alle altre farfalle che aveva incontrato e sicuramente femmina.

Come lo pensò si dette dello scemo.

La farfalla aveva ripreso a succhiare le lacrime dall’altro occhio.

«Segnor grande, tu me spaventasti, troppo forte la tua voce, puoi sussurrar, por mi, te prei?»

Caio, sentendosi molto stupido rispose in un sussurro: «Mi chiamo Caio sono un vecchio caimano e non ho mai visto una cosa bella come te»

Ci fu un lungo silenzio.

«Io sono Julia, e ora capisco meglio ciò che dici – perché lo sussurri.

Vivo qui in quest’isola di lantane che me gustano da morir»

«Cosa sono le lantane» disse Caio, quasi ipnotizzato.

«Quelle piante lì» disse Julia, voltandosi verso l’isola.

«E perché bevi le mie lacrime» chiese in un sussurro Caio.

«Perché me gusta» rispose la farfalla.

«Ma ora devo andare» e si alzò in volo.

«Non andare, ti prego» sussurrò Caio.

«Devo, ma domani, sarò di nuovo qui, ci sarai tu?»

«Certo, ci sarò»

Julia era ormai lontana, oltre la riva del fiume.

Caio si trascinò in acqua e si lasciò portare dalla corrente verso la sua tana.

Incontrò banchi di piragna ma il suo appetito era appagato.

Tornò tutti i giorni all’isola e tutti i giorni tornava Julia, e si raccontavano tante cose. Caio le parlava della vita del fiume e dei mille animali che incontrava ed alle volte mangiava ogni giorno.

Julia gli parlava del mondo visto dall’alto e di come era la campagna che lei vedeva e che lui non avrebbe mai visto.

Passarono i mesi.

Poi un mattino Caio si sentiva così stanco da non farcela ad arrivare all’isola.

Il buio lo stava prendendo.

Ma doveva andare.

Nuotò contro corrente con tutte le sue forze ma si rese conto che non ce l’avrebbe mai fatta, stava albeggiando ed era ancora a metà strada.

«Devo vederla» si disse «per un ultima volta devo vederla.»

Ma era troppo stanco, la corrente iniziava a portarlo indietro.

«No!» urlò

Ed iniziò a nuotare freneticamente.

Poi vide lontano uno sfarfallìo, non poteva essere.

«Segnor grande, tu me spaventasti, troppo forte la tua voce, puoi sussurrar, por mi, te prei?»

Julia si posò sul suo muso, era stremata, la sua livrea era sbiadita, la sua voce flebile. «Finalmente.» sussurrò Caio

«Finalmente» sussurrò Julia.

«Vuoi succhiare una mia lacrima?» La pregò il caimano.

«Certo amore mio» rispose la farfalla.

I loro cuori smisero di battere all’unisono, mentre il fiume li portava lentamente al mare.

Julia e il Caimano. Dipinto di Alex Di Viesti

Dipinto di Alex Di Viesti.

Scarica la novella Julia e il caimano in formato pdf:

Download “Julia e il caimano (racconto di Danilo Zannoni)”

Julia-e-il-Caimano-di-Danilo-Zannoni.pdf – Scaricato 8050 volte – 943,46 KB

Scarica il quaderno cipec numero 65 contenente tante belle novelle:

Download “Quaderno CIPEC N. 65 - (Novelle di Danilo Zannoni)”

Quaderno-CIPEC-Numero-65-Zannoni.pdf – Scaricato 3256 volte – 6,49 MB

Libro su Lelio Basso a Genova

Prosegue il tour italiano di presentazione dei libri di Sergio DALMASSO a Genova con

Lelio Basso. Un socialista eretico

Download “Primo capitolo del libro Lelio Basso”

Capitolo1-Lelio-Basso-La-ragione-militante.pdf – Scaricato 17215 volte – 308,09 KB

LELIO BASSO A GENOVA PRA’, Sabato 6 aprile 2019 alle ore 18.00 presentazione, presso il Circolo PRC Curiel – Casa della Sinistra Orsola Paone in Piazza Sciesa Amatore, Genova, del libro Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico.

 

Lelio Basso Genova Pra'

Seguirà Apericena di autofinanziamento

Un cordiale invito a tutti coloro che vorrano e potranno esserci.

Sergio

 

Libro Lelio Basso presentazione a Genova Pra'

Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza.

La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale.

Intanto, se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa.

Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam.

Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea.

Prefazione di Piero Basso.

Libro disponibile anche su AMAZON