Dopo la fine del comunismo storico novecentesco

di Diego Giachetti

Il libro, André Tosel, Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani, a cura di Sergio Dalmasso, pubblicato da Mimesis (2025), è il compimento di un debito personale verso l’autore, che il curatore ha avuto la fortuna di conoscere.

Omaggio a un pensiero complesso, un interrogarsi che ha percorso l’intera vita di questo intellettuale e attivista politico.

Partecipe, per sua stessa ammissione, al travaglio di una generazione che ha vissuto sia le speranze della rivolta operaia e studentesca del 1968,

sia la convinzione che la strategia comunista del passaggio democratico al socialismo potesse introdurre importanti riforme nella struttura sociale.

Una generazione che ha vissuto in breve tempo l’affermazione e lo scacco di quella strategia.

Copertina del libro André Tosel a cura di Sergio Dalmasso, Recensione Giachetti André Tosel

André Tosel (Nizza 1941 – 2017) ha insegnato presso le università di Parigi, Digione e Nizza.

I suoi studi e interessi spaziano da Kant a Spinoza a Marx e Gramsci di cui è stato il maggior conoscitore e traduttore in Francia e sulla filosofia italiana (Vico, Labriola, Gentile).

Di formazione cattolica, studente alla Scuola Normale Superiore, subisce l’influenza di Louis Althusser.

L’indignazione contro la guerra francese in Algeria lo indirizza verso il marxismo,

con le dovute cautele derivanti dallo choc prodotto dal rapporto Kruscev sui crimini di Stalin del 1956,

il culto della personalità, l’intervento sovietico in Cecoslovacchia nel 1968.

Vasco Rossi e Diego Giachetti
Vasco Rossi intervistato da Diego Giachetti per il suo libro Odio i lunedì

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Con Althusser è alla ricerca di un’uscita a sinistra dallo stalinismo.

La intravede nel maoismo, nella rivoluzione culturale e aderisce, nella seconda metà degli anni Sessanta, a un gruppo politico filocinese.

La delusione per le posizioni politiche assunte dalla Cina e la scoperta del pensiero di Gramsci lo spingono, nel 1973, all’adesione al Partito comunista francese.

Ben presto deluso, si allontana dal partito criticandone l’immobilismo e il dogmatismo, per poi rientrarvi, nei suoi ultimi anni, sulla spinta del Front de gauche.

Nel libro, composto da un’introduzione di Fabio Minazzi,

da un saggio del curatore in cui ricostruisce il suo percorso filosofico- politico, e da uno scritto autobiografico dello stesso Tosel,

sono raccolti suoi contributi pubblicati su riviste italiane appartenenti all’area della nuova sinistra e del marxismo critico, e altri su Gramsci e non solo.

Completano l’opera i messaggi e gli omaggi seguiti alla sua improvvisa scomparsa. Si tratta di scritti elaborati dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica aventi come referente la fine del comunismo storico novecentesco e la crisi della socialdemocrazia,

messi sotto scacco dalla rivoluzione neoliberista indotta dalla ristrutturazione e delocalizzazione del capitalismo.

 

CONTINUA …

Diego Giachetti, recensione del libro Sulla crisi storica del marxismo :

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Logo portale Sinistrainrete.info, Recensione Giachetti André Tosel

André Tosel nuova pubblicazione

  Sergio Dalmasso (a cura)

E’ uscito oggi (12/03/2025), presso l’editore Mimesis, il testo “SULLA CRISI STORICA DEL MARXISMO” che contiene scritti del filosofo francese André Tosel.

INDICE DEL LIBRO

Libro di André Tosel, (a cura di Sergio Dalmasso) prefazione Fabio Minazzi, Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani per una nuova riflessione critica

TOSEL è stato insegnante presso le università di Parigi, Digione e Nizza, è stato studioso di Spinoza e Kant, ma soprattutto il maggior interprete, in Francia, di Antonio Gramsci.

Dopo una formazione cattolica, abbandonata anche per il trauma della guerra in Algeria, e un breve passaggio nelle formazioni “cinesi”, ha aderito al Partito comunista francese nel 1973, per poi allontanarsi (accuse di immobilismo e dogmatismo) e rientrarvi, nei suoi ultimi anni, sulla spinta (oggi, purtroppo, esaurita) del Front de gauche.

Il LIBRO, da me curato (è un onore!) CONTIENE
– introduzione di Fabio Minazzi (università di Varese)
– un mio saggio in cui ricostruisco il suo percorso filosofico- politico
– uno scritto, critico e autocritico che ripercorre il suo pensiero politico e la sua militanza partitico- sindacale
– suoi scritti su riviste italiane, schematizzando dell’area della nuova sinistra e del marxismo critico.

Contengono la proposta del “comunismo della finitudine” e una riflessione sulla globalizzazione
– alcuni suoi scritti in francese (Gramsci e non solo)
– i messaggi e gli omaggi seguiti alla sua improvvisa scomparsa. Fra questi un lungo saggio del filosofo Jean Robelin.

Spero che questo libro, che si somma ai due già pubblicati dall’editrice “Punto rosso”, serva a ricordare un pensiero complesso, mai dogmatico ed un interrogarsi che ha percorso l’intera vita di questo pensatore ed attivista politico- culturale.

Da parte mia è anche il compimento di un debito personale, perché ho avuto la fortuna di conoscere André nei suoi ultimi anni.

Fonte Facebook, 12 marzo 2025, Sergio Dalmasso

Libro catalogato in Archivio, Scritti storici, Cure

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Sezioni principali:

André Tosel Sulla crisi storica del marxismo

André Tosel. Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani per una nuova riflessione critica.
Ediz. illustrata. (A cura, e con un saggio, di Sergio Dalmasso), prefazione di Fabio Minazzi, Mimesis Edizioni / Centro Internazionale Insubrico, Milano, 2025.

Download “Recensione di Roberto Musacchio del libro: TOSEL. Sulla crisi storica del marxismo (a cura di Sergio Dalmasso, Mimesis 2025).” Andre-Tosel-sulla-crisi-storica-del-marxismo-Roberto-Musacchio.pdf – Scaricato 2617 volte – 180,10 KB

Libro (a cura di Sergio Dalmasso) André Tosel. Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani per una nuova riflessione critica. Prefazione di Fabio Minazzi, Edizione Mimesis/ Centro Internazionale Insubrico

Sinossi libro

André Tosel (Nizza 1941 – 2017) emerito dell’Università di Nizza è stato un filosofo e un accademico.

Studente alla Scuola Normale Superiore, subisce l’influenza di Louis Althusser.

L’indignazione contro la guerra francese in Algeria lo porta ad abbracciare posizioni marxiste.

La delusione per le posizioni della Cina, in cui aveva visto la speranza di rinnovamento del marxismo, e la scoperta del pensiero di Gramsci lo spingono, nel 1973, all’adesione al Partito comunista francese e al sindacalismo universitario.

Numerosissimi i suoi testi: su Spinoza, su Marx, soprattutto su Gramsci, di cui è stato il maggior conoscitore e traduttore in Francia e sulla filosofia italiana (Vico, Labriola, Gentile).

Molte le collaborazioni (con Étienne Balibar, Domenico Losurdo, Cesare Luporini) sino agli ultimi studi sulla globalizzazione e le sue ricadute. In italiano sono apparsi:

Kant rivoluzionario. Diritto e politica (1999);

Studi su Marx (ed Engels). Verso un comunismo della finitudine (2020);

Download “Recensione di Sergio Dalmasso libro di André Tosel "Studi su Marx (ed Engels). Verso un comunismo della finitudine"” n-7-Dalmasso-recensioni-Su-la-testa.pdf – Scaricato 9213 volte – 339,32 KB

Un mondo nell’abisso. Saggio sulla globalizzazione capitalista (2022);

Il ritorno del religioso. Scenari della globalizzazione (2023).

Prefazione  al libro di Fabio Minazzi.

Indice del libro

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Informazioni sul libro da MIMESIS EDIZIONI

A cura di Sergio Dalmasso
Saggio di: Sergio Dalmasso
Prefazione di: Fabio Minazzi

Collana: Centro Internazionale Insubrico
2025, 278 pp.
ISBN: 9791222318035

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ALCUNI STUDENTI DEL’IPSIA “BIRAGO” DI TORINO
INCONTRANO FERRUCCIO MARUFFI, EX DEPORTATO NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO NAZISTA DI MAUTHAUSEN

Torino, 28 aprile 1990

Ferruccio Maruffi ex deportato

Relazione a cura di Franco Di Giorgi

Ferruccio Maruffi ex deportato nei lager nazisti

Per la storia del mondo il 1989 è stato certamente un anno importante, se non altro per via del crollo del muro di Berlino, avvenuto dopo 28 anni dalla sua costruzione.

Anche per me lo è stato, perché seppure in tarda età – a 35 anni, ma meglio tardi che mai – ho letto Se questo è un uomo di Primo Levi. Ricordo che all’epoca, negli anni di precariato, insegnavo filosofia e storia al liceo classico “Alfieri” di Torino.

Lessi quel testo in concomitanza con una lezione su Schelling e fu determinante scoprire che sia il filosofo sia l’ex deportato citavano il celebre verso del Terzo Canto dell’Inferno di Dante, Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Ebbene, questa lettura ha cambiato radicalmente la mia vita: non solo il mio modo di percepire il mondo, ma anche e soprattutto il mio modo di essere, di stare al mondo e di relazionarmi con gli altri. Ha cambiato in particolare il mio modo di insegnare.

L’anno scolastico successivo (1989-1990) insegno italiano e storia all’Ipsia “Birago” di Torino, un professionale per meccanici. Sotto l’influenza della testimonianza di Levi, quell’anno mi reco al teatro Carignano perché l’Aned (l’Associazione nazionale ex deportati) vi svolge una Giornata commemorativa.

Dal banco dei relatori, tutti gli ex deportati invitano calorosamente gli insegnanti a dare spazio nelle loro lezioni alla storia della deportazione. Alla fine del convegno li raggiungo per stringere le loro mani, per salutarli e a qualcuno di loro lascio il mio numero telefonico.

Fra questi Ferruccio Maruffi. Dopo qualche tempo mi chiama per fissare una data per un suo intervento al Birago.

Si decide per il 28 aprile.

Intanto faccio leggere agli studenti – anzi, leggiamo insieme – Se questo è un uomo. Durante queste letture comincio a percepire il silenzio che si generava magicamente nelle classi dei futuri periti meccanici.

Comincio a sentire che il mio rapporto con loro, proprio grazie a quelle lezioni e alle riflessioni che ne sorgevano, diventava sempre più aperto e serio, anche quando si scherzava.

Invito dunque Maruffi a scuola, il quale, dopo la sua intensissima testimonianza, ci ha proposto un documentario su Mauthausen e su Gusen.

Scrivo dunque la mia prima relazione riguardante i campi di concentramento.

Ecco perché è importante per me questa breve relazione: perché è da questo momento che comincio a dedicare l’intero mio lavoro di insegnante alla comprensione di quell’avvenimento nefando.

Certamente unico nella storia dei massacri messi in atto dall’umanità. [2017]

CONTINUA…

Download “Ferruccio Maruffi ex deportato lager nazista: Relazione di Franco Di Giorgi” Ferruccio_maruffi-ex-deportato-lager.pdf – Scaricato 10174 volte – 249,36 KB

Download completo della relazione: Ferruccio_maruffi-ex-deportato-lager

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Rosa Luxemburg e la rivoluzione

Sergio Dalmasso, storico del movimento operaio, discute con Giulio Cecchi dei Giovani Comunisti sul tema “Rosa Luxemburg e la rivoluzione”, diretta YouTube e Instagram.

L’evento in diretta YouTube è stato programmato dai Giovani Comunisti per:

martedì 26 novembre 2024 alle ore 21:00.

Seminario su Rosa Luxemburg e la Rivoluzione con Sergio Dalmasso e Giulio Cecchi

Rosa Luxemburg e la rivoluzione, Copertina libro Rosa Luxemburg Oggi

Download “Una Rosa che vive (Estratto di Sergio Dalmasso dal libro Rosa Luxemburg oggi)” 2023-in-Rosa-Luxemburg-oggi-Lezioni-teoriche-vive.pdf – Scaricato 47354 volte – 285,03 KB

Sinossi di Una donna chiamata rivoluzione

Malgrado le sue opere siano tra i classici fondamentali del marxismo e la sua vita un esempio di coerenza e coraggio impossibile da mettere in discussione, i libri di Rosa Luxemburg restano misconosciuti e la sua eredità a dir poco problematica.

Ma chi era Rosa Luxemburg?

Quali furono i luoghi in cui avvenne la sua formazione giovanile, quali le temperie culturali che agitarono il suo tempo, chi i suoi inseparabili compagni di strada e chi, al contrario, i suoi principali avversari politici?

In modo agile e documentato, Sergio Dalmasso ricostruisce con la mente e con il cuore la storia di Rosa Luxemburg,

la sua inesauribile battaglia contro il riformismo e la sua inesorabile opposizione al processo di burocratizzazione a cui nessuno struttura può dirsi immune.

Allo stesso modo, nelle pagine del libro, scorre l’epopea della Lega di Spartaco e concorrono al racconto personaggi fondamentali,

da Karl Liebknect a Leo Jogiches, da Clara Zetkin a Franz Mehring.

Insieme a loro, ecco il dissenso da Lenin sulla questione del partito e dell’organizzazione,

la lotta contro la guerra e l’opposizione al cedimento della socialdemocrazia tedesca ed europea,

gli anni del carcere, la tragica sconfitta del tentativo rivoluzionario e, infine,

l’assassinio del gennaio 1919: una perdita di portata epocale per tutta la storia futura del movimento operaio.

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Dal 12 dicembre 2024 il libro su Rosa Luxemburg è stato reso disponibile anche in formato Kindle su Amazon a soli 6,49 euro:
Dettagli prodotto:

ASIN ‏ : ‎ B0DQBT12GZ
Editore ‏ : ‎ Red Star Press (12 dicembre 2024)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Dimensioni file ‏ : ‎ 15378 KB
Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
Lunghezza stampa ‏ : ‎ 106 pagine

Copertina del libro Kindle di Sergio Dalmasso: Una donna chiamata rivoluzione Rosa Luxemburg

Canale YouTube dei Giovani Comunisti/e

Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi

Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi-Libro Diario di un camminante sulla strada per Santiago
Download “Giovanni Tesio e il Camino per Santiago come ritorno a se stessi (recensione di Franco Di Giorgi)” Giovanni-Tesio-e-il-Camino-per-Santiago-come-ritorno-a-se-stessi.pdf – Scaricato 18549 volte – 470,13 KB

Quando ci accorgiamo che la vita fuori di noi non ha più quel senso che per molto tempo assieme ad altri ci siamo sforzati di imprimerle,

allora – rifacendosi a un modello già più volte seguito dagli uomini in passato e del quale Mission di Joffé, grazie soprattutto alla musica di Morricone, è forse la realizzazione cinematografica più toccante – allora ci mettiamo a cercarlo dentro di noi, nella nostra anima, passando però attraverso il corpo che ne è la manifestazione materiale.

Quando a sua volta quest’anima, anche a causa di quella perdita di senso esteriore,

si sente perplessa e come smarrita fra mille vie secondarie che la sollecitano costantemente a scelte contraddittorie e incoerenti, ecco che quel modello suggerisce al corpo di mettersi in cammino per un lungo e faticoso sentiero, di affrontare un percorso di disincrostazione e quindi di purificazione se non addirittura di espiazione,

in modo che all’interno esso possa valere come una strada principale, una via diritta su cui mettersi volenterosamente alla ricerca di quel senso perduto.

Come accade purtroppo ancora nel nostro presente, anche in passato, ricordava Vico,

quando la vita degli uomini, a causa dello scetticismo e dell’eccessiva riflessione, cominciava a perdere memoria di se stessa e la violenza tornava a dilagare come un incontenibile ricorso storico, gli antichi (Platone, Agostino, Dante), raccomandavano a loro modo “ritorna in te!”, confidando nel fatto che la salute e la purezza dell’anima derivassero dalla sanità del corpo.

Ebbene, seppure in maniera certo più disincantata, anche oggi, nell’epoca in cui l’intelligenza artificiale ha sostituito quella naturale che,

secondo Anselmo, Dio ha voluto instillare nell’uomo affinché potesse comprenderlo, anche oggi in qualche modo quell’antica esortazione viene avvertita da coloro che, per vari motivi – perlopiù per mettere alla prova la propria persona e la propria umanità –, intraprendono il Camino per Santiago di Compostela, lungo ben ottocento chilometri.

E da un fine letterato come Giovanni Tesio il minimo che ci si potesse attendere era un resoconto di questo avventuroso viaggio a piedi, di questa lunga e severa scarpinata che egli ha voluto intraprendere nel luglio dello scorso anno assieme alla sua compagna (una vera e propria guida per lui che si avvia per gli ottanta), un diario scarno ed essenziale che quest’anno (2024) ha pubblicato presso l’editore Lindau di Torino, col titolo, appunto, Diario di un camminante sulla strada per Santiago.

Un’essenzialità peraltro voluta e ricercata (com’è d’altronde nel suo stile letterario) da cui promana tuttavia un invito a sviluppare quelle che ironicamente egli definisce “sofisticate considerazioni” e dalle quali prova una certa fatica ad astenersi.

Si tratta di un’essenzialità radicale a fronte della quale ogni cosa finisce con l’apparire inessenziale; un’essenzialità che, sulla scorta della ben assimilata lezione leviana, egli cerca di raggiungere o limando concetti e parole (si veda il suo bel sillabario di Parole essenziali, Interlinea 2014),

cioè per sottrazione, oppure ricorrendo a quella sua lingua privata o dell’intimità, vale dire il dialetto piemontese, grazie al quale, come si è già visto nel suo primo romanzo (Gli zoccoli nell’erba pesante, Lindau 2018), riesce ad esprimere quelle cose di dentro, quei segreti aporetici dello spirito che restano perlopiù negati all’ufficiale lingua italiana.

Scrive infatti il pellegrino torinese: “cerco nel Camino i segni simbolici di un’esistenza che di certo non esclude il segreto dello spirito, delle cose di dentro, di ciò che non riusciamo a spiegarci e a spiegare”.

Non per nulla in questa sua agenda di viaggio di tanto in tanto, tra una meta e l’altra,

il viandante si affida ad estemporanei sonetti in piemontese (certo, riportando in nota le opportune traduzioni) proprio per descrivere come un flâneur le sue contemplazioni esteriori e interiori o per esprimere le sue riflessioni più urgenti e a caldo, quasi con il sudore ancora gocciolante.

Sono riflessioni sul tempo e sull’eterno (“Partiamo dall’Eterno per arrivare al tempo”),

sul sublime dinamico dell’oceano, ma anche sulla tanto desiderata esistenza di un Dio misericordioso, un Dio che sappia restare vicino agli umani fragili,

caduchi e transitori mentre, eterno come la musica, ci scopre sempre imperfetti e colpevoli; sono brevi e saltuarie meditazioni sul misterioso e intimo piacere dell’abbandono delle cose vane e quindi sul congedo, sul distacco, sulla morte, sul raggiungimento di una fine,

sulla realizzazione di uno scopo, di un’opra (per ricordare il virtuoso legnaiolo leopardiano), sul conseguimento di una meta di cui proprio quel duro Camino è simbolo, metafora, sul kairós infine e sulla pazienza o sulla capacità di saper cogliere e vivere il momento felice che fugge. “Grande – davvero grande – esperienza” quella del Camino, dice Tesio alla fine del suo percorso.

Essa ha la sua unicità e la sua grandezza soprattutto nel fatto che, grazie ai silenzi dei paesaggi esterni che si riverberano all’interno come delle lamentazioni o come dei moniti che i suoi sonetti traducono immediatamente in preghiere, in lacrimose invocazioni di perdono e di accoglienza,

egli giunge all’in-essenzialità dell’io, del me e della mia stessa vita, un’in-essenzialità radicale rispetto alla quale non solo il mio corpo appare il rivestimento dello spirito, ma la mia stessa vita, la mia propria vita finisce – per evocare il Libro d’ore rilkiano – con l’assumere la consistenza di una buccia che sta attorno a un frutto, ossia intorno alla mia propria morte. Ritorna in te!

Questa sembra essere la silente esortazione che il nostro peregrino avverte durante il suo Camino.

Torna alla tua infanzia, ritorna ad essere ciò che eri.

E l’amore per Joana, per la sua guida, più volte apertamente dichiarato, non può fare altro che approfondire un tale regressus ad uterum.

Ivrea, 5 ottobre 2024 – Franco Di Giorgi

La ragazza occitana.

Vita movimentata di Dominique Boschero

La ragazza occitana, Mainardi e Dalmasso

La ragazza occitana presentazione domenica 15 settembre 2024, con l’autore del libro Nando Mainardi converserà Sergio Dalmasso a Genova alle ore 21.00 in Piazza Romagnosi.

Interventi musicali di Rosario “Roy” Russo.

Sinossi del libro di Mainardi

“La ragazza occitana” racconta la parabola rocambolesca e appassionante di Dominique Boschero, attrice molto nota negli anni Sessanta e Settanta:

dall’infanzia a Parigi, figlia di emigrati piemontesi, alla scoperta delle valli dell’Occitania italiana; dall’esordio nel teatro di rivista francese all’arrivo a Cinecittà negli anni della “dolce vita”;

dal successo grazie a film commerciali e di cassetta all’adesione alla stagione del Sessantotto e della contestazione, fino al ritiro definitivo dalle scene e alla scelta di fare la contadina.

La storia di Dominique Boschero è anche una sorprendente foto di gruppo, in cui compaiono Alain Delon, le donne e gli uomini che liberarono Parigi dal nazismo, Gian Maria Volonté, Frank Sinatra, gli attivisti occitani, Luigi Tenco, Gino Paoli, i marxisti-leninisti, Charles Aznavour e altri ancora.

Viene fuori il ritratto di una donna anticonformista e ribelle, sempre spiazzante e mai allineata.

Bourget di Adriano Agostino

Bourget, TUPOLEV 144

Volevo ricordare con voi un fatto capitato proprio 50 anni fa, purtroppo è una disgrazia, costata la vita a parecchie persone, io sono rimasto sconvolto dato che ero un testimone diretto.

Quell’anno avevamo deciso di passare le ferie a Parigi, per spendere poco e visitare una bellissima città.

Tra i tanti luoghi comuni diventati di dominio pubblico, spesso usati a sproposito o comunque molto opinabili,

ne esiste uno che rimarrà intramontabile, quello che dice, varie volte probabilmente modificato: “Parigi è sempre Parigi”.

Sempre uguale, la Tour Eiffel, e sempre diversa, Les Halles, in continua evoluzione, comunque, una delle più belle capitali del mondo, peccato, come dicono i baresi, che non abbia il mare …

Come ho già detto, c’ero già stato da solo molto tempo prima, questa volta ero a Parigi in compagnia di mia moglie, non proprio in viaggio di nozze, ma quasi.

Avevamo trovato alloggio in un alberghetto nel quartiere Latino, vicino alla piazza della Madeleine.

Dopo avere visitato tutti i musei e luoghi più importanti della città, sia di giorno che di notte, trovammo su una locandina esposta nel nostro albergo una notizia che ci parve molto interessante:

si trattava di un giro organizzato all’aeroporto di Bourget per l’esposizione annuale dei nuovi aerei e l’esibizione dei vecchi velivoli a doppie ali.

Veniva, inoltre, reclamizzata con belle parole la presenza con possibilità di visita del nuovissimo

“Concorde” di produzione anglo-francese e la sua versione sovietica, il misterioso e mai visto “Tupolev 144”.

CONTINUA …

Download completo del saggio, di Adriano Agostino, Bourget:

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PROPOSTE DI LETTURA

di Sergio Dalmasso

Valentina Stecchi, Lidia, Busto Arsizio, People, 2023

Chi legge Il Lavoratore conosce bene Lidia Menapace (in questo stesso numero vedi la frase in prima pagina e l’articolo del nostro segretario Maurizio Acerbo).

Lidia Menapace partigiana di Valentina Stecchi

Download “Lidia (Menapace) Valentina Stecchi (Scheda di Sergio Dalmasso)” ValentinaStecchi-Lidia-Menapace.pdf – Scaricato 32475 volte – 75,65 KB

Nata a Novara nel 1924, partigiana (senza l’uso delle armi), iscritta alla Federazione universitaria cattolica e alla DC, si trasferisce, causa matrimonio, a Bolzano.

È insegnante all’università cattolica di Milano e, nel 1964, diventa la prima assessora provinciale a Bolzano.

Durante l’anno accademico 1967/1968 è esonerata dall’insegnamento per avere solidarizzato con le lotte studentesche, su posizioni marxiste.

Viene eletta consigliera regionale indipendente nelle liste del PCI, e dal 1970 aderisce al gruppo “eretico” del Manifesto.

Nel 1973, partecipa alla fondazione di Cristiani per il socialismo, è dirigente del PdUP sino al 1984, quando non aderisce all’ingresso di questo nel PCI.

È consigliera regionale nel Lazio, attivissima nel movimento femminista.

Nel 2006 è eletta senatrice per Rifondazione.

Il veto dell’esercito impedisce che venga eletta presidente della Commissione senatoriale Difesa.

Dirigente dell’ANPI, autrice di libri e saggi (per tutti, Io partigiana, la mia Resistenza, ed. Manni, 2014), attivissima e presente ovunque, nonostante l’età, muore nel dicembre 2020, a 96 anni, per complicazioni da Covid.

Ai tanti sui libri, ai tanti scritti e filmati sulla sua figura, alla sua testimonianza nel film Lunadigas (2016), si aggiunge ora un valido tributo che usa la tecnica del fumetto.

Valentina Stecchi, disegnatrice e vignettista, collaboratrice del quotidiano Alto Adige, autrice di testi soprattutto sulle tematiche di genere (Non sono una signorina, 2019), con un tratto leggero e divertente, ripercorre fasi della vita di Lidia e tocca molti dei temi che hanno caratterizzato il suo impegno.

L’antifascismo è scelta fondamentale, in età giovanile, determinata anche dall’arresto del padre e dall’esclusione, dalla sua classe, di due ragazze ebree.

Da questo, la partecipazione alla guerra partigiana. La partecipazione al movimento delle donne è il tema centrale, nella volontà di eliminazione di tutti i vincoli che impediscono l’attuazione del binomio eguaglianza/differenza, dal lavoro, all’educazione, all’esclusione delle donne dall’ambito decisionale, allo stesso uso della lingua, di una grammatica “inclusiva” che impedisce al femminile di esprimersi.

Il testo ripercorre, a grandi tratti, l’amore per l’insegnamento, la scelta per il manifesto, l’attenzione al pensiero e all’opera di Rosa Luxemburg, l’esperienza,

purtroppo breve, di senatrice, segnata dalla polemica con l’esercito sulle spese militari e le Frecce tricolori, dal riemergere di razzismi, populismi reazionari e maschilismi, sino alla proposta di un autentico stato sociale che riconosca anche il lavoro di cura,

e alle pagine finali che ripropongono il concetto di memoria attiva.

In particolare, viene sottolineata la sua volontà di essere partigiana sempre, perché il fascismo è la negazione di tutti i valori (pace, eguaglianza, nonviolenza, solidarietà) cui ha dedicata tutta la sua lunga e bella vita,

di “vagabonda”, come lei stessa si definiva, sempre pronta a rispondere all’appello di sezioni di partito, di circoli, associazioni…

Il grande successo delle tantissime presentazioni, l’attenzione dell’ANPI nazionale e locale, dimostrano l’utilità di questo inedito strumento per non far dimenticare una delle militanti/dirigenti/amiche che maggiormente hanno segnato il nostro percorso.

Queste diventano non solamente l’occasione per ricordare una figura ed una stagione, rese ancora più ricche dalle tante testimonianze,

ma per riproporre contenuti e temi che l’attuale pensiero unico e il conformismo dell’informazione stanno cancellando.

In, Anno XXIV n. 3 – 25.04.2024, “Il Lavoratore”, Valentina Stecchi, Lidia, Busto Arsizio, People, 2023, pubblicato anche in sergiodalmasso.com, sezione Schede e recensioni.

Amazon

Download “IL LAVORATORE del 25 aprile 2024” IL-LAVORATORE-di-Trieste-25-APRILE-2024.pdf – Scaricato 31935 volte – 2,23 MB

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Raccolta firme Pace Terra Dignità

Pace Terra Dignità, Lidia Menapace partigiana

La Comune di Parigi

I 150 anni della Comune di Parigi

L’Unigramsci sezione di Genova ha trasmesso in diretta YouTube (18 maggio 2021) il seminario sulla Comune di Parigi con intervento del prof. Sergio Dalmasso.

Seminario moderato da Giovanni (detto Gianni) Ferretti autore del libro: A sinistra di Internet pubbicato nel quaderno CIPEC numero 66.

Download “Quaderno CIPEC 66 (Libro a sinistra di Internet di Gianni Ferretti)” Quaderno-CIPEC-Numero-66.pdf – Scaricato 35881 volte – 3,84 MB

La Comune

“La Comune di Parigi è la forma di organizzazione autogestionaria, di stampo socialista libertario, che assunse la città di Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871.

È considerata la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea.

A seguito delle sconfitte militari sofferte dalla Francia nella guerra franco-prussiana contro la Prussia, il 4 settembre 1870 la popolazione di Parigi impose la proclamazione della Repubblica,

contando di ottenere riforme sociali e la prosecuzione della guerra.

Quando il governo provvisorio deluse le sue aspettative e l’Assemblea nazionale, eletta l’8 febbraio 1871, impose la pace e minacciò il ritorno della monarchia, il 18 marzo 1871 Parigi insorse,

cacciando il governo Thiers, che aveva tentato di disarmare la città, e il 26 marzo elesse direttamente il governo cittadino, sopprimendo l’istituto parlamentare.

La Comune, che adottò a proprio simbolo la bandiera rossa, eliminò l’esercito permanente e armò i cittadini, stabilì l’istruzione laica e gratuita, rese elettivi e revocabili i magistrati e tutti i funzionari,

retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con salari prossimi a quelli operai,

favorì le associazioni dei lavoratori e iniziò l’epurazione degli oppositori, quali i cittadini fedeli al Governo legittimo e i rappresentanti religiosi.

L’opera della Comune fu interrotta dalla reazione del governo e dell’Assemblea nazionale, stabiliti a Versailles.

Iniziati i combattimenti nei primi giorni di aprile, l’esercito comandato da Mac-Mahon pose fine all’esperienza della Comune,

entrando a Parigi il 21 maggio e massacrando in una settimana almeno 20.000 parigini compromessi con la rivolta durante la cosiddetta semaine sanglante, settimana sanguinosa.

Seguirono decine di migliaia di condanne e di deportazioni, mentre migliaia di parigini fuggirono all’estero. “

La Comune di Parigi, Procamazione della Repubblica Parigi
Fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Comune_di_Parigi_(1871)