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Brevi note sulla questione palestinese

Relazione di Sergio Dalmasso a Music for Peace, Brevi note sulla questione palestinese,

Genova, 7 giugno 2025

Coordinate storiche

L’antisemitismo percorre tutto il Medio Evo, l’età moderna e tocca il suo apice con il nazismo. È odio religioso, che presenta anche radici economiche, contro un popolo che non si integra con altri ed è accusato di “deicidio”1

Il sionismo nasce come reazione alle frequenti persecuzioni e si lega all’età del nazionalismo (ne è una variante specifica) e del colonialismo (missione civilizzatrice di alcuni popoli verso altri.

Diviene movimento politico con Theodor Herzl (1860/1904) che teorizza la diversità degli ebrei dagli altri popoli, l’impossibilità di assimilazione. Da questo deriva la necessità di uno stato ebraico in Palestina, stato che deve rispecchiare i confini del vecchio Regno di Israele.

L’antisionismo (da non confondere con l’antisemitismo, odio su base razziale) è,

quindi, opposizione a un progetto politico, all’appropriazione illegittima di territori, alla discriminazione di segmenti di popolazione su base etnico- religiosa.

Se il giudaismo è cultura religiosa, costituita da un insieme di leggi, tradizioni, riti, dovuta soprattutto alla chiusura degli ebrei in ghetti,

microcosmi in cui cresce il senso di comunità, perseguitata e calunniata, l’antisemitismo politico si manifesta, fortemente, nella seconda metà dell’Ottocento, con il caso Dreyfus e,

ad inizio Novecento, con la pubblicazione del Protocollo dei savi di Sion, falso della polizia segreta zarista che teorizza il complotto giudaico massonico per impadronirsi del mondo.

Nel 1916 viene siglato tra Gran Bretagna e Francia il patto Sykes- Picot.

Le due potenze stabiliscono le zone di influenza, al termine della prima guerra mondiale, sulla crisi dell’impero ottomano. Il patto, come altri trattati non tiene in alcuna considerazione la volontà delle popolazioni locali2.

È dell’anno successivo la dichiarazione Balfour, ministro degli esteri inglese, che parla espressamente di focolare ebraico, cioè di ricostituzione di uno stato degli ebrei, con la possibilità di arrivarvi dal mondo intero.

Lo stato di Israele si costituisce nel 1948,

dopo il dramma della Shoah, sottraendo, però, terra, beni e la stessa memoria alle popolazioni locali. Lo storico Maxime Rodinson parla di Rifiuto arabo.

L’israeliano Ilan Pappe usa espressamente il termine memoricidio3.

Alcuni paesi arabi non accettano la decisione dell’ONU e attaccano il neonato stato di Israele.

La reazione è fortissima e produce l’ulteriore conquista di terre non previste dall’ONU.

Alla forza dell’esercito israeliano e all’aiuto esterno, si sommano la disorganizzazione, l’incapacità della leadership palestinese e delle classi dirigenti reazionarie dei paesi arabi.

Dice David Ben Gurion, padre del nuovo stato:

Se attacchiamo una famiglia, dobbiamo colpire tutti senza pietà, comprese le donne e i bambini. Durante l’operazione, non vi è alcun bisogno di distinguere tra chi è colpevole e chi no (4)

1 Nel rito cattolico, la maledizione contro il “popolo deicida” sarà soppressa solamente con il Concilio Vaticano secondo.

2 È da ricordare la pubblicazione dei trattati segreti fra le grandi potenze operata dal governo rivoluzionario russo, subito dopo la presa del potere.

3 Cfr. il suo La pulizia etnica della Palestina, prima pubblicazione Oneword publications, 2006.

4 L’espressione ha tristi somiglianze con quelle recenti, per cui l’uccisione dei civili è motivata dal fatto che, dietro di essi, di nascondano i terroristi e che si possono uccidere i bambini, perché in futuro, si trasformeranno in combattenti.

CONTINUA …

Download completo della relazione di Sergio Dalmasso: Brevi note sulla questione palestinese

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Quaderno Cipec 75

Racconti di Adriano Agostino

Copertina Quaderno 75, Racconti di Adriano Agostino
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Introduzione di Sergio Dalmasso

Racconti di Adriano Agostino. Ho conosciuto Adriano e Gabriella Migliorini alla mitica Bianchini di Genova Marassi.

Foto di Adriano Agostino anno 2020Rifondazione non usa il termine sezione, ma (bisogna essere moderni) quello di circolo.
La Bianchini, però, rimane LA Bianchini (femminile), erede di tante sezioni PCI, in una città dove queste erano frequentissime e popolatissime, soprattutto nei quartieri operai.

Fotografie dei vecchi dirigenti, bandiere rosse delle vecchie sezioni, manifesti sui temi internazionali (Chapas, Cuba, Palestina, Kurdistan…).

Una grande sala all’ingresso, una per la segreteria, una grande cucina che prepara le cene del venerdì, da anni occasione di incontro.

Il nome ricorda il partigiano “Dente”, figura significativa della resistenza genovese (quella che ha fatto il 25 aprile un giorno prima).

Qui sono entrato, la prima volta, il 21 luglio 2001, fuggendo dalla tremenda carica di polizia e guardia di finanza in corso Italia (per chi c’era, a Punta Vagno).

Rabbia, sdegno, paura, timore di nuove cariche (l’assalto alla scuola Diaz e i fatti della caserma di Bolzaneto sarebbero avvenuti poche ore dopo). La polizia era schierata sull’altro lato del Bisagno.

Che intendesse attaccarci?

È un ricordo che mi accompagna ogni volta che ci entro.

Adriano e Gabriella mi hanno spesso raccontato di loro.

Forse, varrebbe (varrà) la pena di tornarci con più tempo e organicità.

In Adriano è fondamentale il soggiorno in URSS, (l’Università statale di Mosca) in anni in cui ancora vi era la speranza di una ascesa di questo paese, e – con essa- dei paesi “socialisti”.

Lo Sputnik, Gagarin, Valentina Tereskova, l’aumento progressivo di influenza sul “terzo mondo”, sui paesi che stavano uscendo dal colonialismo, …

CONTINUA (Quaderno Cipec numero 75) Quaderno a stampa presso Centro Stampa della Provincia di Cuneo nel secondo semestre 2026)

Sergio Dalmasso

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Claudio Costantini, professore ed amico, in Claudio Costantini, storia, politica, insegnamento (1933-2009), Genova, Archivio dei movimenti, 2022.

Claudio Costantini, professore ed amico

Arrivo a Genova, dalla provincia, all’inizio del novembre 1967.

L’avventura universitaria è una incognita totale. Non ho idea di struttura, organizzazione, modalità degli esami.

Saggio su Costantini, nel libro dedicato al Professore universitarioAllora, Lettere è a Balbi 5, gli istituti sono un po’ sparsi, tra palazzo Raggio (italiano e storia) e Santa Sabina (filosofia).

Le aule sono tutte a Balbi 5, sopra al rettorato. La più grande (“da Prati”, il bidello) è per le lezioni di italiano (Croce), latino (Della Corte), storia romana (Forni).

È però l’anno dell’esplosione dell’università, dell’enorme aumento di iscritt*. Non riesce a contenerci tutt*. Della Corte promette che presto verrà aperto, per l’università, il teatro Falcone.

Noi “filosof*” siamo facilmente riconoscibili dalla maggioranza di chi è iscritto a legge e frequenta lo stesso palazzo.

Altri abiti, altri capelli, altro linguaggio, altre scelte di vita, altre prospettive professionali.

Il mondo ribolle. Nel 1967, la guerra in Vietnam si aggrava, vi è il colpo di stato in Grecia, la guerra dei sei giorni ci ha fatto scoprire che esiste la Palestina, si sono moltiplicate le rivolte dei ghetti neri negli USA.

A gennaio si è ucciso Luigi Tenco, facendoci riflettere su tematiche esistenziali e mettendoci davanti al rapporto arte/industria dello spettacolo (nessuno di noi ha cognizione della scuola di Francoforte), ma, soprattutto, allo sdegno per i massacri in Vietnam, si somma, moltiplicata, la frustata che ci produce, ai primi di ottobre, la morte del Che. Il suo sacrificio estremo richiama immagini cristiane, riporta l’attenzione sulle vene aperte di un continente intero, sul rapporto sviluppo/sottosviluppo.

La prima assemblea studentesca

Partecipo alla mia prima assemblea. Non conosco il numero dell’aula. Seguo una studentessa che ha sottobraccio (siamo la generazione delle riviste) “La Sinistra”, il mensile di Savelli e Colletti (non commento le loro scelte successive).

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Grande subbuglio. Ai problemi di facoltà si sommano quelli complessivi, lo scacco del centro- sinistra, i temi internazionali, questioni generazionali (l’autoritarismo), sociali (la Bibbia per noi è la Lettera a una professoressa che svela il carattere classista, anche nei contenuti, della scuola).

Assemblee e assemblee, nell’aula grande (“da Prati”) o a palazzo Raggio (ora vi è una biblioteca).

Conosco immediatamente Giacomo Casarino, Manlio Calegari, Roberto Speciale, Rodolfo Savelli, Renato Midoro, Punny Semeraro, Carlo Penco, Franco Surdich, negli incontri “interfacoltà”, Franco Carlini, Bruno Piotti, Franco Cifatte, Pietro Marcenaro. … Continua.

Scarica il SAGGIO COMPLETO ESTRATTO DAL LIBRO:

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Estratto di Sergio Dalmasso pubblicato anche nel Quaderno del Cipec numero 72

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