Addio Melandri
don Eugenio Melandri
Leggo dall’amico Alfio Nicotra la tragica notizia della morte di Eugenio Melandri.
Ho conosciuto questo missionario, mio coetaneo, nel movimento per la pace, a fine anni ’80.
Nel 1989 , scelse, per il parlamento europeo la candidatura in Democrazia Proletaria perché eravamo “i più poveracci”.
Fu (unico) eletto.
Nei suoi interventi vi era un intreccio di lettura sociale del Vangelo, socialismo popolare della sua terra (l’Emilia), passionalità, sdegno per i mali del mondo e per l’egoismo (anni ’80) imperante.
Fummo lieti ed onorati di conoscerlo, di ospitarlo, di dialogare con lui.
Attivissimo sulle grandi questioni internazionali, America latina, guerre, Africa, contro i blocchi economici, contro le politiche militariste, le discriminazioni.
Nel ’92, Rifondazione lo elesse deputato, ma, causa doppio incarico, si dimise dopo poche settimane.
Nel ’94, fu il primo escluso nelle nuove elezioni europee e continuo a credere (allora fui ritenuto politicamente scorretto) che Rifondazione non si comportò bene con lui.
Lavorò sui temi dell’Africa, delle migrazioni, del rapporto Nord/Sud.
Venne a Cuneo, nel 2002, in un incontro della mia sfortunata campagna per le comunali (prevalse il “voto utile”).
Negli ultimi anni, il tumore (il drago), affrontato con grande coraggio, sofferenze fisiche e morali, certezza di sconfiggerlo.
Negli ultimi giorni, la gioia per il ritorno a “celebrare la messa” da cui era stato sospeso per la sua candidatura in DP., forse anche la convinzione di avere superato la malattia e di poter tornare ai suoi impegni (a cominciare dalla rivista sulla quale scriveva).
Pochi giorni fa, uno scritto di Maurizio Acerbo condivideva la gioia per il suo “dire messa” e proponeva un convegno presso i missionari saveriani.
Speravo fosse un segno positivo.
Oggi la notizia della morte.
Ricordo i dibattiti con lui, le visite alle carceri, l’incontro alla viglia della prima sciagurata guerra del golfo, i suoi messaggi, su facebook, in cui dava conto della malattia.
Un laico convinto come me ha tanto imparato da Girardi, don Mazzi, La Valle.
Anche dal mio amico Eugenio Melandri e dalla sua splendida testimonianza di vita.
Sergio Dalmasso
27 ottobre 2019