Lucio Libertini, Rifondazione ComunistaLucio Libertini (Catania, 1º giugno 1922 – Roma, 7 agosto 1993) è stato un influente politico italiano con una ricca storia di impegno nel panorama politico-socialista.

Membro fondatore della corrente “Iniziativa socialista” nel 1946, Libertini ha giocato un ruolo chiave nella Federazione Giovanile Socialista Italiana e ha diretto “Risorgimento Socialista” dal 1954 al 1957, focalizzandosi su temi cruciali come la politica estera, la decolonizzazione e i movimenti socialisti internazionali.

Il suo coinvolgimento con l’U.S.I. e il successivo ingresso nel Partito Socialista Italiano nel 1957 testimoniano il suo impegno costante per il socialismo.

Nel 1958, Libertini, insieme a Raniero Panzieri, ha redatto le Sette tesi sul controllo operaio.

La sua carriera politica è proseguita con l’adesione al Partito Comunista Italiano nel 1972, dove ha ricoperto ruoli significativi, incluso il membro del comitato centrale.

Libertini è stato eletto alla Camera nel 1968 e nel 1976, presiedendo la commissione trasporti. Successivamente, è stato senatore dal 1979 al 1987 con il PCI.

Nel 1991, Libertini ha cofondato il Partito della Rifondazione Comunista, rifiutando la svolta e scioglimento del PCI della Bolognina.

Eletto nuovamente senatore nel 1992, ha continuato a guidare Rifondazione Comunista fino alla sua morte improvvisa nel 1993.

La sua eredità politica è stata caratterizzata da incarichi parlamentari di rilievo, tra cui la presidenza della 10ª Commissione permanente (Trasporti) e l’attiva partecipazione in varie commissioni parlamentari nelle diverse legislature.

La figura di Lucio Libertini rappresenta un capitolo significativo nella storia della sinistra italiana, con un contributo duraturo alla politica e ai movimenti progressisti.

Sergio Dalmasso ha scritto la prima monografia intitolata Lucio Libertini. Lungo viaggio nella sinistra italiana, ed. Punto Rosso, Milano 2021.

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