Quaderno CIPEC Numero 41

Figure della nostra storia

aprile 2009

Indice generale

Introduzione p. 6

Lettera di GIANNI ALASIA p. 8

Per Sergio Dalmasso e compagne/compagni p. 8

Silvia Fezia: piccole storie p. 9

PICCOLE STORIE DI ORDINARIA UMANITÀ p. 10

COMUNISTI/E A BOVES p. 12

ARTIGIANATO: RIFLESSIONI E PROPOSTE p. 13

IL NOSTRO GRAMSCI p. 18

Gli anni torinesi e l’“Ordine nuovo” p. 18

La formazione del partito p. 20

Il carcere p. 21

Per una riflessione p. 21

I Quaderni dal carcere p. 23

GLI SVILUPPI DEL MATERIALISMO STORICO IN ITALIA (BENEDETTO CROCE – ANTONIO GRAMSCI) p. 27

Don Lorenzo Milani p. 34

DON LORENZO MILANI – IL PRETE AMARO DI BARBIANA p. 34

Esperienze pastorali p. 37

DON LORENZO MILANI E L’OBIEZIONE DI COSCIENZA p. 46

1. Gli antefatti p. 46

2. La lettera: struttura e principi compositivi p. 47

2.1. Esordio p. 49

2.2. Narrazione p. 50

2.3. Argomentazione p. 50

2.4. Epilogo p. 57

3. Le conseguenze p. 57

I cappellani militari e l’obiezione di coscienza (La Nazione – Venerdì 12 febbraio 1965) p. 59

Ai Cappellani Militari Toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965 p. 60

ERNESTO GUEVARA p. 69

40 ANNI SENZA IL CHE p. 69

Gli anniversari p. 69

La vita p. 72

L’internazionalismo p. 74

Le scelte economiche p. 78

Il partito, la burocrazia p. 79

Il Che è vivo? p. 82

40 ANNI DALLA MORTE DI UN RIVOLUZIONARIO ERNESTO CHE GUEVARA: IL PENSIERO E L’OPERA di Gianni Alasia p. 86

Documento consegnato agli immigrati peruviani p. 91

JOSÈ SALINAS ALVA DEL “CIRCULO INTERNAZIONALISTA JOSÈ CARLOS MARIATEGUI” p. 92

CONSTERNADOS, RABIOSOS p. 93

LETTERE d’ AMORE p. 100

Rosa Luxemburg: Sul dolore degli animali p. 100

Ernesto Che Guevara: Ai genitori p. 103

Ai figli p. 103

Alla figlia Hildita p. 104

Frei Betto: Lettera a Che Guevara p. 105

FREI BETTO: DIECI CONSIGLI PER I MILITANTI DI SINISTRA p. 109

André Gorz: Non voglio vedere la tua morte (alla moglie) p. 112

Quaderni C.I.P.E.C. p. 113

CIPEC ATTIVITA’ p. 117

Introduzione

Questo quaderno apre il quindicesimo anno di vita di questa pubblicazione.
Quaranta numeri non sono pochi e sarà utile un giorno tentare un bilancio della nostra piccola esperienza che ha fatto conoscere tante pagine sconosciute o dimenticate della storia locale.
È indiscutibile che, nella moderata e cattolica provincia di Cuneo, la sinistra politica e sindacale – cui è dedicata la maggior parte dei quaderni – non rappresenti la maggioranza della popolazione né a livello politico né a livello culturale.
È altrettanto ovvio che questa storia abbia dato, però, pagine di grande importanza, abbia segnato vite di militanti la cui esistenza è stata caratterizzata da speranze, sogni, sacrifici, umiliazioni, vittorie e sconfitte (queste molto frequenti negli ultimi decenni, ma tanto dolorose anche dal 1948 agli anni ’50).
Altri documenti, altre storie, altri percorsi di vita avranno spazio su queste pagine se l’Amministrazione provinciale deciderà di continuare il sostegno che ci ha dato a cominciare dal 1995.
Questo numero si riferisce a tre grandi, anche se tragici anniversari, a tre grandissime figure che hanno segnato la storia del nostro paese e, almeno in un caso, del mondo: Antonio Gramsci, Ernesto Che Guevara e don Lorenzo Milani.
L’importanza e il significato del loro impegno e l’attualità della loro opera sono largamente evidenziati nei singoli scritti.
Un socialismo diverso, un dramma umano profondo, l’analisi della cultura e delle vicende italiane che tanto ha influito sulla politica e sulla cultura italiana, che ha superato i confini nazionali (Gramsci è l’autore italiano più tradotto nel mondo), che molto avrebbe potuto dare davanti all’involuzione del movimento comunista già evidente nella seconda metà degli anni ’20.
Un cristianesimo legato alla scelta per gli ultimi, per i poveri; una scelta di vita conseguente che tanto, per la sua radicalità, ha influito sul movimento giovanile degli anni ’60 e su scelte spesso non contingenti. Il suo linguaggio, quasi unico e presente in tutti i suoi scritti è analizzato specificamente in un saggio, purtroppo troppo breve, frutto di una lunga e corposa tesi di laurea che sarebbe interessante conoscere nella sua interezza.
In Guevara si sommano la grande stagione internazionalista e rivoluzionaria, la capacità di critica del socialismo realizzato, il ritorno ad una lettura umanista e volontarista del pensiero marxista, il sacrificio estremo che porta ad una morte eroica, anche se solitaria.
Sempre del Che sono alcune lettere “d’amore” che pubblichiamo in appendice, accanto ad altre lettere in cui l’amore si presenta sotto mille volti: quella di André Gorz alla moglie malata, “prologo” di una drammatica morte comune e quella di Rosa Luxemburg in cui la sofferenza di un animale diviene metafora della più ampia sofferenza universale.
Sul tema, quanto mai attuale, ma ignorato del dolore degli (altri) animali è interessante e stimolante il testo: Un po’ di compassione, di Rosa Luxemburg con testi di Franz Kafka, Elias Canetti, Joseph Roth e di una ignota lettrice, (Milano, Adelphi, 2007).
Le prime pagine, prima dei tre “anniversari”, sono dedicate ad una figura locale, quella di Silvia Fezia, anziana signora, quanto mai attiva, bovesana per “elezione”, di cui riportiamo alcuni brevi scritti: una memoria sul clima politico-culturale dell’immediato dopoguerra, certo molto diverso da quello odierno, una valutazione sull’artigianato locale, un giudizio sul nostro precedente quaderno intitolato Comunisti a Boves, colmo di rispetto e di interesse per posizioni politiche che Silvia ha conosciuto anche se non condiviso.
Buona lettura e arrivederci al quaderno 42 che speriamo non sia l’ultima di questa nostra pubblicazione.
Tenteremo anche, pur nella difficoltà e nelle ristrettezze e di tempo e di “soldi” a riprendere una iniziativa culturale (dibattiti, seminari, convegni…) che ci ha caratterizzati per lungo tempo e che, purtroppo, “in mille faccende affaccendati” abbiamo trascurato negli ultimi tempi.
La breve lettera, colma di amicizia e di affetto (ricambiato), di Gianni Alasia in occasione del quaderno a lui dedicato per i suoi ottant’anni, è interessante e merita di non rimanere nei nostri cassetti, ma di essere conosciuta.
La pubblichiamo oggi, in occasione della pubblicazione dell’ultimo testo di Gianni: Nelle verdi vallate dei tassi: la libertà!, Torino, Visual Grafika, 2008, bella favola sul periodo resistenziale, colma di attualità e (nonostante tutto) di speranza.

Sergio Dalmasso