Indice generale

Introduzione p. 5

Testimonianza di Luigi Benni p. 7

Aldo Arpe, Note di sintesi a J. P. Sartre: p. 27

“L’ESSERE E IL NULLA” 27

INTRODUZIONE: ALLA RICERCA DELL’ESSERE p. 29

PARTE PRIMA: IL PROBLEMA DEL NULLA p. 36

I) L’ORIGINE DELLA NEGAZIONE p. 36

II) LA MALAFEDE p. 45

PARTE SECONDA: L’ESSERE PER SE’ p. 47

I) LE STRUTTURE IMMEDIATE DEL PER SE’ p. 47

II) LA TEMPORALITA’ p. 52

III) LA TRASCENDENZA p. 60

PARTE TERZA: IL PER-ALTRI p. 66

I) L’ESISTENZA D’ALTRI p. 66

II) IL CORPO p. 73

III) LE RELAZIONI CONCRETE CON GLI ALTRI p. 82

PARTE QUARTA: AVERE, FARE, ESSERE p. 85

I) ESSERE E FARE: LA LIBERTA’ p. 85

II) FARE ED AVERE p. 96

Sergio Dalmasso: ALDO NATOLI un comunista p. 105

Giacomo Leopardi: Tutto è male p. 111

Antonio Gramsci: Odio il capodanno p. 113

Aldo Agosti: Sulla storia del Partito Comunista Italiano p. 115

Gastone Cottino: Dal ‘900 al 2000. Il futuro di Norberto Bobbio p. 119

Maurizio Costa: Il comandante p. 124

Paola Ferrari Mazerich: Differenza fra Einstein, Marx e Freud p. 125

Sergio Dalmasso: Raffaello Renzacci p. 126

Sergio Dalmasso: Ricordo di Beppe Abello p. 131

Quaderni C.I.P.E.C. p. 133

C.I.P.E.C. Attività p. 139

Introduzione

È doloroso, purtroppo, quasi a ogni quaderno, ricordare persone che abbiamo conosciuto e che ci hanno lasciato. In autunno, a 79 anni di età, è scomparso Lucio Magri, nostro ospite, nel lontano 2002, in uno dei non pochi convegni sugli Anni della nostra storia.
Il suo confronto con Marco Revelli aveva messo in luce due letture diverse del ‘900, del rapporto con la storia del movimento operaio, della necessità dell’organizzazione politica. Potete leggere il testo del suo intervento sul n. 62 (dicembre 2002) de “Il presente e la storia”, bella rivista dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo.

Magri, dopo un breve passaggio in organizzazioni cattoliche e nella DC, si iscrive al PCI nella seconda metà degli anni ’’50 e, nel dibattito interno al partito, soprattutto dopo la morte di Togliatti, si colloca nella “sinistra ingraiana”. Le critiche alle scelte maggioritarie del partito, in particolare nei nodi segnati dal biennio 1968- ’69, si esprimono nel dissenso al congresso nazionale del 1969 e nella rivista mensile “Il Manifesto”, fondata con Pintor, Rossanda, Natoli, Castellina, Caprara. Parlato…

La radiazione dal partito, l’organizzazione del “Manifesto” come formazione politica, le burrascose vicende della nuova sinistra (PdUP, DP, i gruppi, le elezioni, le scissioni e le ricomposizioni…) non possono essere qui riassunte.

Nel 1984, il PdUP rientra nel PCI e a fine decennio, quando il partito viene sciolto, Magri aderisce a Rifondazione Comunista (capogruppo alla Camera), lasciandola nel 1995 in contrasto con la segreteria di Fausto Bertinotti. Dirige, quindi, la “Rivista del Manifesto” (1999 – 2004), tentativo, purtroppo esaurito, di dialogo e confronto tra opzioni e storie diverse nella sinistra. Il suo fondo Le ragioni di un commiato (dicembre 2004) esprime le motivazioni di uno scacco non solo personale (si pensi al fallimento della sinistra negli anni successivi).

Segue la scelta del silenzio politico, quasi isolamento, segnato dalla dolorosa morte della compagna e spezzato dallo splendido Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI, paradossalmente un atto di amore verso un partito che pure lo aveva radiato, una formazione segnata dal “genoma Gramsci”, quindi diversa e atipica nel quadro del comunismo internazionale. Questo rende ancora maggiore il dolore per l’incapacità di cogliere le novità degli anni ‘60 e per l’immotivato scioglimento, quando vi sarebbero state le potenzialità per scelte diverse.

A quasi 86 anni di età, se ne è andato Giulio Girardi, con Ernesto Balducci, la maggior voce di un “cristianesimo diverso”. E’ stato ospite, più volte, di associazioni cuneesi, sui temi a lui cari, dal rapporto con il pensiero marxista, al centro dell’“epocale” Marxismo e cristianesimo (1966), alla realtà dell’America latina (Nicaragua, Cuba, Sem terra…) in cui vedeva attuarsi le spinte e le speranze che sembravano scomparire nel nostro vecchio mondo, dalla riflessione sulla “conquista” (non scoperta) dell’America alla opposizione alla globalizzazione liberista.

Ricordiamo la semplicità del “teologo che amava la storia”, di chi è sempre stato dalla parte dei vinti, di un grande teologo della liberazione, con le parole di Noi siamo chiesa: Un cristiano autentico, un intellettuale impegnato, un compagno di tante battaglie per il socialismo in Europa e in America latina.

Questo quaderno inizia con la testimonianza, raccolta da alcune insegnanti dell’I.T.C. “Bonelli” di Cuneo, di Luigi Benni, deportato nei lager. È un racconto semplice, di uno spezzone drammatico di vita, che si ricollega immediatamente ai temi toccati nel quaderno precedente (il romanzo di Luigi Poggiali Il Padule (Uomini alla macchia), le parole del bovesano Natalino Macario).

Il testo su Aldo Natoli ricorda una grande figura del comunismo italiano, soprattutto nel suo tormentato, ma lineare, percorso politico, negli ultimi decenni di “comunista senza partito”. Spero di potere, nei prossimi mesi, ripercorrere le opere storiche, dall’analisi dello stalinismo e dell’URSS all’interesse per Gramsci, prodotte soprattutto dopo l’abbandono (1972) della lunga e ricca militanza politica.

Il genovese-braidese Aldo Arpe, dopo due testi su Marx e uno su Sartre, pubblicati sul n. 46, ci manda una sintesi di un’altra opera del filosofo francese. Per quanto l’autore li definisca “bignamini”, sono testi complessi e completi che testimoniano la sua preparazione e il suo interesse per testi e tematiche certo non comuni.

Quindi una miscellanea, come già in altri quaderni.

Richiamo qui, solamente, fra altri scritti, quello di Aldo Agosti sui 90 anni del Partito comunista italiano e di Gastone Cottino su Norberto Bobbio, bella relazione in occasione delle celebrazioni torinesi (2008) per il centenario della nascita.

Per chiudere, senza nulla togliere ad altri brani, leggete e rileggete la pagina di Giacomo Leopardi. Il maggiore poeta (e filosofo) dell’Ottocento italiano ci offre una riflessione di stupefacente profondità. Non sembrano essere passati due secoli, le sue parole non sembrano provenire da una centro periferico, lontano dal grande dibattito culturale, filosofico, scientifico. Il genio del recanatese sembra superare tempo e spazio ed è attuale e vivo come non mai. Non è un caso che due grandi pensatori marxisti, Sebastiano Timpanaro e Cesare Luporini abbiano dedicato gli ultimi anni delle proprie vite allo studio del pensiero leopardiano.

Nelle attività troverete il lavoro svolto in questi mesi: riflessioni ed analisi sulla Lega nord, sulla destra fascista, neofascista, post-fascista (e non solo), su Antonio Gramsci, la presentazione di libri.

In programma la discussione sui testi usciti circa Democrazia Proletaria, sulla storia di Rifondazione, convegni su crisi e debito, tavola rotonda su cristiani e politica, dibattito sulle leggi elettorali. Mi auguro una serata su Giulio Girardi e don Enzo Mazzi.
Non ci perdiamo di vista.

Sergio Dalmasso