Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita
Presentazione del libro contenente gli Atti del convegno di Pistoia del 2 dicembre 2022 intitolato: Lucio Libertini e… Un protagonista della sinistra italiana nel centesimo anniversario della nascita, Barbara Nikolova (a cura).
Meeting di venerdì 1 dicembre alle ore 17, contemporaneamente a Pistoia, Torino, Genova, Roma. Diretta Facebook organizzata dall’Archivio Roberto Marini di Pistoia. https://archiviomarinioltreilsecolobreve.it/
Il Ministero della Cultura, attraverso la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, riconosce e sostiene progetti a favore della istituzione di Comitati Nazionali per le celebrazioni previste dalla Legge n. 420 del 1° dicembre 1997, volti a realizzare iniziative che ricordino i grandi protagonisti della storia e della cultura italiana in occasione delle loro ricorrenze “secolari”.
La Fondazione Roberto Marini “Oltre il secolo breve” ETS di Pistoia ha promosso nell’autunno 2020 la costituzione del Comitato Nazionale dedicato alla celebrazione nel 2022 del centesimo anniversario della nascita di Lucio Libertini, dirigente politico punto di riferimento anche del “creatore” della Fondazione stessa, e protagonista politico e culturale della travagliata storia della Sinistra italiana dal secondo dopoguerra fino alla scomparsa avvenuta nel 1993.
Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Lucio Libertini
Il Comitato è stato riconosciuto ed istituito dal Ministero con Decreto n. 197 del 9 maggio 2022, ed in questo volume (che fa seguito a quello dedicato all’impegno profuso da Libertini specificatamente per la natia Sicilia) presenta gli Atti del convegno svoltosi a Pistoia venerdì 2 dicembre 2022, a conclusione del primo anno di attività.
Articolato su relazioni sia cronologiche che tematiche, integrate da testimonianze di chi ha condiviso il suo impegno nei vari partiti in cui ha militato, il convegno si è soffermato in particolare sugli elementi dell’opera di Libertini che possono essere considerati ancora attuali.
Saggio di Sergio Dalmasso Gianfranco Donadei, Coerenza e linearità, pubblicato nel n.103, novembre 2023, della rivista Il Presente e la Storiadell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo. Numero 103 della rivista interamente dedicato a Gianfranco Donadei.
Gianfranco Donadei: coerenza e linearità
Un medico contro corrente
Incontro Gianfranco Donadei, la prima volta, nel settembre-ottobre 1967. Si preparavano a Cuneo iniziative (dibattito – sarebbe arrivato il Lucio Libertini di quegli anni – mostra, tenda in piazza Galimberti…) sul tema che allora sentivamo maggiormente: la guerra in Vietnam.
Riunione nella sede dell’ANPI di Cuneo, per anni percorsa dalla futura nuova sinistra. Mi presentano Donadei come medico competentissimo, sindaco, atipico nella provincia, a Roccavione, sempre attento alle questioni amministrative, radicale.
Il suo linguaggio, la sua formazione sono diversi rispetto a quelli dei tanti giovani ventenni; la critica alla guerra americana non passa per categorie marxiste, per analisi, più o meno raffazzonate, su strutture economiche e rapporti geopolitici, ma dal rifiuto del conflitto militare, dal richiamo alla legalità internazionale e al tema della indipendenza nazionale.
La critica alla democrazia statunitense si accompagna a quella della involuzione democratica che il comunismo porta in sé, quindi all’URSS.
Lo rivedo tre anni dopo. Nel 1970, il Partito radicale appoggia il PSI ed è lui a tenere il comizio finale, a Boves, dove il socialista Viglione ha grande seguito elettorale.
La piazza è piena, come accadeva in quei tempi, ma anche perché «Donadei è bravo, Parla proprio bene, Dice le cose come stanno».
Comizio lungo e applaudito. Stanno nascendo le regioni a statuto ordinario che saranno strumento di decentramento e di partecipazione. Gravi le responsabilità della DC per il fatto che nascano solamente nel 1970.
Le politiche governative debbono avere un cambio di passo. Difesa della scuola pubblica e del concetto di pubblico. Molti riferimenti alla provocazione antidemocratica, da piazza Fontana ai fatti successivi. Attacco al ruolo dei fascisti, ma anche della DC.
Ci rincontriamo tre anni dopo. Tornato a Boves/Cuneo dall’università, mi incisto nell’idea di costruire, in provincia, circoli del manifesto.
Nella provincia bianca e moderata, il PCI è sempre stato minoritario, ma sta crescendo, in tutte le città nascono gruppi di nuova/estrema sinistra, soprattutto di Lotta Continua e per la vicinanza con Torino e perché è la formazione che meglio incarna la spontaneità del Sessantotto: ruolo centrale del proletariato di fabbrica, rivoluzione imminente, rifiuto di strutture partitiche in nome di un coordinamento “orizzontale”, richiamo mitizzato alla lotta partigiana, continuo riferimento alla situazione internazionale.
Il Partito radicale ha una sede, bella, lineare, ordinata, ben diversa dal caos di quelle dei “gruppi”. Spicca una grande fotografia-ritratto di Ernesto Rossi, riferimento ideale, laico e critico, soprattutto per Donadei. È piccolo, ma attivo, teso all’impegno per il divorzio, per la tematica antimilitarista, in prospettiva per la questione dell’aborto. …
Alessio Lega è musicista, autore di molti album e di numerosi spettacoli che gli hanno meritato la Targa Tenco 2004 e nel 2019. Studia ed interpreta musica d’autore e repertori storici, frequentando soprattutto centri sociali e circoli culturali.
Al suo attivo ha molti dischi, fra cui Sotto il pave’ la spiaggia, rivisitazione di grandi cantautori francesi, Dove si andrà, le canzoni di Franco Fortini, la riedizione dello storico spettacolo Bella ciao, con il Nuovo canzoniere, Nella corte di Arbat, le canzoni di Bulat Okudzava, a testimonianza del suo interesse per la letteratura slava.
Militante anarchico ha scritto la biografia Bakunin, il demone della rivolta (Milano, Eleuthera, 2015).
La biografia su Ivan Della Mea è la prima, a dieci anni dalla morte e ripercorre non solo la vita e l’opera di una delle maggiori figure della canzone popolare e politica italiana dagli anni ’60, ma le vicende, il lavoro, anche le divergenze di una generazione di cantanti, ricercatori, studiosi che si sono impegnati nella riproposizione della musica popolare, intrecciata con le lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato una intera stagione.
Ivan (Luigi) Della Mea nasce a Lucca nel 1940, quando l’Italia è entrata in guerra da pochi mesi ed è fratello minore (16 anni) di Luciano che sarà dirigente politico e intellettuale della sinistra socialista.
La fanciullezza è difficile e dolorosa: “maledico quel ventre ubriaco che nel quaranta mi diede la vita”.
Figlio di genitori separati, di un padre violento e fascista, è affidato a una nutrice e – sino ai cinque anni di età- a un brefotrofio, come emerge dalla biografia di Ivan, Se la vita ti dà uno schiaffo.
A sei anni è a Bergamo, dove il fratello maggiore lo ospita ed è il primo ad occuparsi di lui.
Quindi Milano, dove Luciano porta madre e fratello, il collegio religioso, poi il Convitto Rinascita, da cui viene espulso nel 1958, l’iscrizione, dal 1956, al PCI.
Sono gli anni del tentativo di produrre una musica diversa da quella commerciale (cuore e amore), della ricerca di una produzione popolare nata dalla cultura delle classi subalterne, del lungo lavoro di indagine e di scavo che riporta alla luce un patrimonio dimenticato e impedisce che vada disperso.
Nel 1958, a Torino, nasce il Cantacronache; poco dopo si forma il Nuovo canzoniere italiano. Ivan, sbandato, senza casa, povero, in una vita tra osterie di periferia, alcool, notti sulle panchine, entra in questo gruppo, soprattutto per il rapporto con il grande Gianni Bosio, eccezionale ricercatore e divulgatore culturale che diventa per lui quel padre che non ha mai avuto.
Dischi
Incide Canti e inni socialisti (1962), ha il primo successo con O cara moglie, nel 1966 esplode con Io so che un giorno che contiene brani autobiografici che Lega inquadra nella sua vita (l’amico ricoverato in manicomio, il rapporto con Elio Vittorini, Le ballate del Gioan, quasi una sorta di storia italiana del dopoguerra).
Il testo segue cronologicamente gli spettacoli e le collaborazioni con altre grandi figure della canzone popolare: Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Sandra Mantovani, Rudi Assuntino, Paolo Ciarchi.
Gli spettacoli corali rispondono allo spirito degli anni ’60: riscoperta della Resistenza, attenzione ai problemi internazionali, anticonformismo e proposta di nuovi modelli di vita.
L’altra Italia, Pietà l’è morta (la Resistenza nelle canzoni), Bella ciao che produce scandalo al festival di Spoleto, Ci ragiono e canto,Chitarre contro la guerra, una sorta di teatro di strada, Karlmarxstrasse, titolo di una canzone di Paolo Pietrangeli.
I testi esprimono una sinistra eterodossa, tra le posizioni dei partiti, le critiche al centrosinistra, le irrequietezze verso l’eccessiva moderazione del PCI, come dimostrano le preoccupazioni per La rossa provvidenza di Rudi Assuntino.
Collabora anche alla sceneggiatura del film Tepepa, con Tomas Milian, rompe con Bosio, ma poi rientra nel Nuovo Canzoniere italiano, è per anni presidente del circolo ARCI Corvetto di Milano, direttore, dopo l’improvvisa morte di Franco Coggiola, dell’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, produce CD per “il manifesto”, cerca inediti impasti linguistici, in cui il milanese è sempre al centro.
È intensa anche la produzione letteraria (molti testi per la Jaca Book), come la collaborazione a quotidiani (“l’Unità”, “Liberazione”), sempre in posizione molto critica, ma unitaria, verso la sinistra politica.
Alessio Lega, con grande partecipazione ed empatia segue tutto il percorso, personale, politico, artistico, di della Mea.
Descrive i contrasti nel Nuovo Canzoniere, gli anni della “linea rossa” (politica) contrapposta alla “frichettona” “”inea verde”, l’amore per Cuba, le iniziative del Teatro d’ottobre, la rottura con il PCI, la morte di Bosio e di Giovanni Pirelli, i rapporti con la nuova generazione (Manfredi, Finardi, Alloisio…), dischi significativi, da Il rosso è diventato giallo (1969) a Ringhera (1974), Fiaba grande (1975) sino a Sudadio giudabestia (1979).
Il merito della biografia è duplice.
Da un lato ricostruisce una vita con grande attenzione, seguendone tutti i passaggi, le contraddizioni, chiarendo il significato di una importante opera artistica.
Dall’altro, in un percorso che va dagli anni ’50, alla stagione dei movimenti, dal riflusso al primo decennio del nuovo secolo (Ivan muore il 14 luglio del 2009) ripercorre, attraverso la canzone popolare, di protesta, politica, le vicende dell’intero paese e di più generazioni.
Ancora, le capacità di scrittore di Alessio Lega emergono, in particolare nella prima parte del testo.
Le pagine che descrivono un giovane sbandato, senza casa, senza prospettive, in una Milano di periferia, proletaria e sottoproletaria sono intense, creano partecipazione ed aiutano a comprendere il retroterra da cui nascono le canzoni che molt* di noi hanno conosciuto e amato.
L’associazione nazionale Amicizia Italia Cuba presenta questo archivio dei discorsi, video, fotografie riguardanti Ernesto Che Guevara.
56 anni fa veniva assassinato Ernesto ‘Che’ Guevara, l’uomo che rappresenta per eccellenza l’idea della Rivoluzione.
Sperando di farvi cosa gradita pubblichiamo qui di seguito (in lingua originale) Citazioni, Discorsi, Video, Fotografie e Musica estratte dal sito web del CEME (archivio storico, sociale, politico e culturale del Cile).
Video YouTube con Franco Zunino e Sergio Dalmasso che discutono su Ernesto Guevara, il Che:
Nathalie Cardone – Hasta siempre (Official Video HD) – YouTube:
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Amicizia Italia Cuba, Citazioni e discorsi di Ernesto Guevara
1952 Notas de Viaje. Ernesto Guevara 1955 Sobre el peronismo. Ernesto Guevara 1958 Entrevista de Jorge Masetti con el Che en Sierra Maestra Che Guevara. Obras escogidas. Libro. 1.7 MB
Anno 1959
1959 Lo que aprendimos y lo que enseñamos 1959 Proyecciones sociales del Ejercito Rebelde 1959 Discurso en ‘El Pedrero’ 1959 Guerra y población campesina. Ernesto Guevara 1959 Palabras en la despedida de los compañeros Juan Abrahantes y Jorge Villa 1959 América desde el balcón afroasiático 1959 Reforma universitaria y revolución 1959 Discurso en la concentración ante el Palacio Presidencial 1959 Discurso al recibir el doctorado honoris causa de la Universidad Central de las Villas 1959-1964 Cuatro artículos sobre guerrilla y guerra de guerrillas 1959 ‘Que es un guerillero’ 1959 Una historia de la Revolución Cubana
Anno 1960
1960 Discurso en la entrega del Centro Escolar ‘Oscar Lucero’ 1960 Discurso en la conmemoracióndel natalicio de José Martí 1960 Discurso en el Banco Nacional 1960 Discurso a los trabajadores de la industria textil 1960 El papel de la Universidad en el desarrollo económico de Cuba 1960 Soberanía política e independencia Económica 1960 Discurso en Santiago de Cuba 1960 Discurso en la inauguración de la exposición industrial en Ferrocarril 1960 Consejos al combatiente. Ocho artículos 1960 Las ametralladoras en el combate defensivo 1960 Discurso al Primer Congreso Latinoamericano de Juventudes 1960 La ‘Corte de los Milagros’ y otros motes de la OEA 1960 El médico revolucionario. Ernesto Guevara 1960 Notas para el estudio de la ideología de la Revolución cubana.
Anno 1961
1961 Sobre la firma de acuerdos con los países socialistas. Ernesto Guevara. 6 enero 1961 1961 Despedida de duelo a Osvaldo Sánchez y otros compañeros del MINFAR 1961 Discurso a las milicias en Cabañas, Pinar del Río 1961 Discurso en la Convención Nacional de los Consejos Técnicos Asesores 1961 Palabras a obreros destacados 1961 Discurso en el Encuentro Nacional Azucarero 1961 Cuba ‘Excepción histórica o vanguardia en la lucha contra el colonialismo 1961 Discurso a las milicias en Pinar del Río 1961 Economía y Planificación. 1961 Contra el burocratismo 1961 Discurso en el acto conmemorativo de la muerte de Antonio Guiteras 1961 Discurso en el acto de homenaje al general Líster 1961 Conferencia en el curso de adiestramiento del Ministerio de Industrias 1961 Discusión colectiva, decisión y responsabilidad únicas 1961 Discurso en la reunión del Consejo Interamericano Económico y Social, Uruguay 1961 Segundo discurso ante la CIES. Ernesto Guevara 1961 Discurso del Che en la Universidad República de Montevideo 1961 Discurso en la Primera Reunión Nacional de Producción 1961 Charla a trabajadores del Ministerio de Industrias 1961 Discurso en la inauguración de la planta de sulfometales ‘Patricio Lumumba’ 1961 Discurso en la Conmemoración del 27 de noviembre de 1871 1961 La Guerra de Guerrillas 1961 Moral y disciplina de los combatientes revolucionarios. Ernesto Guevara
Anno 1962
1962 Conferencia a los estudiantes de la Facultad de Tecnología 1962 Mensaje a los argentinos 1962 El cuadro, columna vertebral de la revolución 1962 ‘Que debe ser un joven comunista’ 1962 Discurso en acto de homenaje a Antonio Maceo 1962 La Batalla de Santa Clara. Relato del comandante Ernesto Che Guevara 1962 Pasajes de la guerra revolucionaria
Anno 1963
1963 Discurso de la plenaria azucarera en Camagüey 1963 Discurso en la asamblea general de trabajadores de la Textilería Ariguanabo 1963 Discurso en Minas del Frío 1963 En la clausura del Encuentro internacional de estudiantes de arquitectura 1963 Guerra de guerrillas, un método 1963 El partido marxista-leninista 1963 Guerra de guerrillas. El papel de la mujer. Ernesto Guevara
Anno 1964
1964 Palabras en la entrega de certificados de trabajo comunista 1964 Sobre las tareas fundamentales de la industria y trabajos de dirección. Ernesto Guevara 1964 Sobre el sistema presupuestario de financiamiento 1964 Conferencia Mundial de Comercio y Desarrollo. 1964 La Banca, el crédito y el socialismo 1964 Discurso en la inauguración de la Planta Mecánica de Las Villas. 1964 La Juventud y la revolución 1964 Discurso en la inauguración de la Planta Beneficiadora de Caolín 1964 Discurso en la inauguración de la Fábrica de Bujías de Sagua la Grande 1964 La planificación socialista, su significado 1964 Discurso en la inauguración de la Fábrica de Alambre de Puas en Nuevitas 1964 Discurso en la inauguración de la Fábrica de Bicicletas de Caibarién 1964 Discurso en la entrega de certificados de trabajo comunista en el Ministerio de Industrias 1964 Discurso en la Asamblea de Emulación del Ministerio de Industrias 1964 Discurso en homenaje al Comandante Camilo Cienfuegos 1964 Discurso en la Asamblea General de las Naciones Unidas 1964 Intervención en la Asamblea General de las Naciones Unidas, II replica 1964 Conferencia en el programa televisado ‘Face the Nation’ 1964 Cuba, su economía, su comercio exterior, su significado en el mundo actual
Anno 1965
1965 Discurso de Argel 1965 El socialismo y el hombre en Cuba 1965 El Che y su carta sobre los estudios de filosofía 1965 Del libro Pasajes de la lucha revolucionaria Congo. Fragmentos 1965 Carta de despedida del Che Guevara a Fidel Castro 1965 Cuatro Cartas de despedida a su familia 1965 La piedra. Relato inédito del Che Guevara
Anno 1966
1966 Carta de despedida a Fidel Castro 1966 Notas Inéditas del Che al Manual de Eco Política de la Academia de Ciencias URSS
Anno 1967
1967 Mensaje a los pueblos del mundo a través de la Tricontinental 1967 Diario en Bolivia 1967 Cinco Comunicados redactados por el Che en la selva boliviana.
Amicizia Italia Cuba, Video
Festejos del triunfo Rebelde en Cuba en 1951 Hasta Siempre Comandante Che Guevara – Carlos Puebla Che en la Sierra Maestra Discurso de Ernesto Guevara en la ONU Discurso de Ernesto Guevara en Santiago de Cuba Palabras del Che sobre Playa Giron El Che trabajando cuando era Ministro de Industria Discurso de Ernesto Guevara a los trabajadores y voluntarios Breve compilado de imágenes con música de fondo Fidel Castro lee la carta de despedida del Che Fidel habla del Che Momento en que encontraron los restos del Che en Bolivia. Ceremonia En Santa Clara cuando llega el ataud con los restos del Che
Amicizia Italia Cuba, Fotografie
Homenaje Fotografico de Ernesto Guevara desde su niñez hasta su muerte en Bolivia 23,6MB Colección de Afiches en Homenaje a Ernesto Guevara 1 16,6MB Coleccion de Afiches en Homenaje a Ernesto Guevara 2 10,4MB
Amicizia Italia Cuba,Musica
Alma Morena.- Miguel Angel Filipini América te hablo de Ernesto – Silvio Rodriguez Andes lo que Andes – Amaury Perez Ay, Che Camino – Matio Ayer y Hoy Enamorados – Santiago Felíu Cancion al Guerrillero Heroico – Elena Burke Cancion al Hombre Nuevo – Nereyda Naranjo Cancion Cubana – Ernesto Lecuona Cancion del elegido – Silvio Rodriguez Cancion del Hombre Nuevo – Daniel Viglietti Cancion funebre por Che Guevara Carta al Che – Inti Illimani Che Comandante – Cacique Paraguayo Che Esperanza – Egon y Los Arachanes Che Guevara Comandante Che Guevara – Grupo Tabacalero Diciembre 3 y 4 El aparecido. – Victor Jara El Hombre Nuevo – Daniel Viglietti Elegia al Che Guevara – Inti Illimani Fusil contra Fusil Guitarra en duelo mayor – Angel Parra Hasta Siempre – Carlos Puebla
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https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2023-10-16 20:32:012023-10-21 18:11:02Amicizia Italia Cuba
1923 – 2023 Livio Maitan con lo sguardo rivolto al futuro
Convegno Livio Maitan. A cento anni dalla nascita il contributo e il lascito politico di Livio Maitan.
Convegno nazionale dedicato a Livio Maitan, nel centenario della nascita dell’intellettuale e dirigente marxista rivoluzionario veneziano morto a Roma nel 2004.
“Con lo sguardo rivolto al futuro”, questo il titolo del meeting frutto di un lungo lavoro di preparazione da parte della BLM, la biblioteca che porta il nome di Maitan e ne cura il lascito di libri, riviste e documenti e che negli anni ha saputo saldarsi al sistema bibliotecario romano mettendo così a disposizione di studiosi e militanti un pezzo importante di storia del movimento operaio.
Video del mio intervento nel convegno di Torino del 20 ottobre 2022 per ricordare i 100 anni dalla nascita di Lucio Libertini, fonte Archivio Roberto Marini di Pistoia:
Breve stralcio di un mio saggio, a stampa nei quaderni del Cipec 2024, sui convegni sulla figura di Lucio Libertini.
LUCIO LIBERTINI
l’attività a Torino
Un lungo percorso
Ho scritto un testo su Lucio Libertini per ricordare pagine di storia del socialismo poco note, dimenticate, per richiamare figure e tematiche di quel socialismo di sinistra che pare scomparso, ma che ha costituito una matrice specifica, atipica per le radici teoriche e per le proposte strettamente politiche.
Il mio testo riprende il titolo della autobiografia politica che Libertini avrebbe voluto scrivere e di cui ha lasciato pochissime pagine e uno schema sintetico, scritto a mano.
Il filo conduttore è la permanenza nel tempo di un filone socialista di sinistra, classista e antistalinista, centrato sul protagonismo della classe operaia. Questo indirizzo ha sempre seguito, in un percorso coerente e travagliato.
Davanti alle accuse, da più parti riprese dopo la sua morte- e purtroppo presenti anche nell’infelice comizio di Achille Occhetto alle porte della FIAT, nella campagna elettorale del 1992- di avere cambiato partiti e sigle e di essere un globetrotter della politica, la risposta era sempre di avere, al contrario, dimostrato una coerenza superiore a tanti, sempre rimasti nello stesso partito, ma approdati a posizioni ben diverse da quelle iniziali.
Dopo un brevissimo passaggio nella Democrazia del lavoro di Ivanoe Bonomi e Meuccio Ruini, la cui tematica democratico- liberale, sostanzialmente prefascista non soddisfa i giovani che ne escono, l’approdo del giovane Libertini, catanese, studente a Roma, è nel PSIUP, il nome assunto dall’unificazione delle forze socialiste. Il partito ha due anime: quella di sinistra, unitaria verso il PCI (è forte il trauma del ventennio fascista) ed appiattita sull’URSS, quella tradizionalmente riformista, guidata da Giuseppe Saragat, invece critica verso l’URSS e favorevole ad una netta autonomia nei confronti del PCI e ad un “socialismo dei ceti medi”.
Accanto e in contrapposizione a queste, è la corrente di Iniziativa socialista, che rifiuta l’egemonia staliniana, la subordinazione all’URSS, si colloca in posizione critica verso l’unità nazionale, i governi ciellennisti (chiede che il PSI non ne faccia parte), propone la neutralità fra i due blocchi che si stanno formando in Italia e nel mondo. Netta è la posizione europeista (alle spalle vi è la figura di Eugenio Colorni, ucciso nella resistenza romana e tra gli autori del Manifesto di Ventotene).
La corrente ottiene buoni risultati al congresso del 1946, ma è schiacciata da bipolarismo, a livello nazionale e internazionale, dalla inesperienza dei suoi dirigenti, tutti giovani, dal precipitare della scissione “socialdemocratica” nel gennaio 1947, cui aderisce nella speranza di poter costruire una autentica forza socialista autonoma e innovativa. Distrutta dalla gestione di Saragat e dalla accettazione, da parte del nuovo partito della presenza in governi centristi e dell’adesione al Patto atlantico, la componente si disperde. Significativi, anche per il loro ruolo futuro, i nomi dei principali componenti: Bonfantini, Vassalli, Solari, Zagari, Matteotti, Formica, Mineo, Ruffolo, Russo, Arfé, Quazza.
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio DALMASSOhttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio DALMASSO2023-01-08 19:25:532023-06-17 12:18:07Libertini, attività a Torino
Se ne è andato GIANNI RUSSOTTO, 82 anni. Sacerdote, era vissuto molti anni in Cile, di cui ricordava l’ignobile golpe, le forme di resistenza, il suo impegno con formazioni cattoliche e comuniste contro la dittatura di Pinochet.
Aveva lasciato il sacerdozio, come non pochi, in quegli anni di forte rimessa in discussione del ruolo della Chiesa cattolica e dei “credenti”, continuando l’impegno politico, a Genova, in una valle, un tempo centro operaio, oggi modificata dalle trasformazioni sociali e urbanistiche.
L’avevo conosciuto, quando ero risbarcato a Genova, anni fa, ad una conferenza sul Cile, poi nell’impegno per la lista “L’altra Europa”, nell'”Altra Liguria” e poi in tutte le avventure successive.
Mi aveva fatto piacere trovarlo nel circolo “Gramsci” di Rifondazione. Ci eravamo ricordati di una sua presenza a Cuneo (autunno 1991), con una india mapuche, all’interno di iniziative che avevo organizzato per ricordare i 500 anni della “conquista” dell’America.
Non vi era suo intervento, in ogni ambito, che non toccasse i crimini del liberismo distruttivo (lo ricordava, quando ritornava dal suo Cile, in cui vedeva un intreccio perverso di povertà e di consumismo sfrenato).
Era un legame tra aumento delle diseguaglianze e modificazione antropologica che colpiva il suo umanismo di cristiano critico.
Ancora soffriva per il correntismo di Rifondazione, per un partito che era somma di parti, mai compiutamente ricomposte.
Era malato da tempo, ma resta lo scandalo per il modo in cui è stato curato, gli ultimi giorni, in un pronto soccorso e un ospedale, nei giorni delle festività e del ritorno del Covid.
Spero che in città e nella sua valle, ricorderemo tutti gli aspetti della giusta vita del mio amico prete, a cui ho voluto veramente bene.
Quaderno a stampa, marzo 2014, Centro Stampa della Provincia di Cuneo
Dal romanzo di William Styron, Sophie’s Choice, la cui prima edizione è del 1976, nel 1982 ne è stato tratto un film che valse il premio oscar alla grande Meryl Streep, attrice protagonista di Sophie.
Traduzione in italiano del dialogo nel breve filmato tratto da “La scelta di Sophie”, sopra mostrato (dal tedesco – nella traduzione inglese vi sono degli errori):
Hauptsturmführer: Lei è così bella,
Hauptsturmführer: vorrei portarti a letto, a fare …
Hauptsturmführer: Sei polacca?
Hauptsturmführer: Tu!
Hauptsturmführer: Sei anche tu una di quei sporchi comunisti? Sophie: Sono polacca! Sophie: Sono nata a Cracovia. Non sono ebrea, neanche i miei figli! Sophie: Non sono ebrei, dal punto di vista razziale sono puri! Sophie: Sono cristiana! Sono cattolica praticante!
Hauptsturmführer: Ma tu non sei comunista?
Hauptsturmführer: Tu credi in … Sophie: Sì, sono credente in Cristo.
Hauptsturmführer: Tu credi in Cristo, il Redentore? Sophie: Sì.
Hauptsturmführer: Lui non aveva detto “Lasciate che i bambini vengano a me”? Tu puoi tenerti un bambino. Sophie: Come, per favore?
Hauptsturmführer: Tu puoi tenerti uno dei tuoi bambini. L’altro deve scomparire. Sophie: Ma Lei dice che devo scegliere?
Hauptsturmführer: Lei è polacca non ebrea.
Hauptsturmführer: Allora ha un certo privilegio, un diritto di prelazione. Sophie: Non posso scegliere! Sophie: Non posso scegliere!
Hauptsturmführer:Stia zitta! Sophie: Non posso scegliere!
Hauptsturmführer: Via, le mando via ambedue!
Hauptsturmführer: Faccia una scelta! Sophie: Non posso scegliere! Non posso!
Hauptsturmführer: Mando ambedue in là. Sophie: Noo!
Hauptsturmführer: Smetti adesso! Chiudi il becco e scegli! Dai deciditi e scegli! Sophie: Non mi faccia scegliere, non posso scegliere!
Hauptsturmführer: Mandi ambedue di là! Sophie: Non posso scegliere!
Hauptsturmführer: Prenda ambedue i bambini! Su! Sophie: Prenda la piccola! Sophie: Prenda la mia piccola!
***
parte 2 del saggio di Franco Di Giorgi :
2. Insieme a molti prigionieri, tra cui Wanda e altri componenti della resistenza polacca, il 1º aprile 1943, Sophie Zawistowska giunge con il treno sino all’interno del Lager di Auschwitz-Birkenau.
Una volta scesa sulla banchina ferroviaria, si trova dinanzi un giovane Hauptsturmführer, dottore in medicina, medico addetto alle selezioni.
Stingo – l’io narrante e protagonista egli stesso del romanzo – lo battezza Fritz Jemand von Niemand: letteralmente ‘Qualcuno di Nessuno’, qualcuno che viene dal nulla; Jemand von Nichts si potrebbe dire, o meglio ancora Jemand von Nacht, qualcuno che proviene dalla notte, perché Sophie in due anni di Lager non era mai riuscita a conoscerne il nome.
Mutuando poi un’espressione heideggeriana si potrebbe definirlo Platzhalter der Nichts o Platzhalter der Nacht, sentinella del niente o sentinella della notte.
E per un filosofo come Heidegger attento alle etimologie e alle radici greche della lingua germanica, per un pensatore che ha saputo cogliere la coincidenza tra Geschichte e Geschick, tra storia e destino, non doveva essere poi tanto difficile individuare anche quella tra Nichts e Nacht. Sophie vi giunge con i suoi due figli, Jan, il maggiore, di dieci anni, ed Eva, di otto.
Essa viene catturata non perché ebrea né perché oppositrice del regime nazista, ma solo perché nascondeva sotto il vestito una coscia di prosciutto per la madre. Tutto il cibo allora, secondo le esigenze belliche, veniva requisito dai soldati tedeschi.
Sophie è una giovane polacca molto bella, figlia unica di due professori universitari: il padre, Zbigniew Biegański, docente di giurisprudenza all’antica università jagellona di Cracovia e antisemita per convinzione; la madre docente di musica presso la medesima università.
Già nel 1938, il padre aveva scritto un piccolo libello (Die polnische Judenfrage: Hat der Nationalsozialismus die Antwort?) nel quale delineava l’abolizione totale o la soluzione finale degli ebrei di Polonia, individuando alcuni luoghi di deportazione, fra cui il Madagascar.
Egli aveva voluto che sin da giovanissima, a sedici anni, Sophie imparasse la stenografia e la dattilografia. Fu essa infatti che trascrisse e batté a macchina tutte le idee antisemite del padre, aiutandolo persino a diffondere il libretto stampato in proprio nelle università di Cracovia. Anche il marito di Sophie, Kazik Zawistowski, era antisemita, e divenne ben presto collaboratore zelante del suocero.
Quando nel settembre del 1939 i tedeschi invadono la Polonia e il Capo della sezione giuridica del Partito nazionalsocialista, l’avvocato ebreo – «mirabile dictu»! (p. 301) – Hans Frank, insediatosi nel castello della Wawel di Cracovia, divenne il governatore della Polonia occupata (ossia della parte occidentale che, appena un mese prima, Hitler, con il patto Ribbentrop-Molotov, aveva ottenuto dall’accordo con Stalin), l’intellighentia universitaria di Cracovia e polacca in generale fu logicamente la prima ad essere arrestata e deportata nel campo di Sachsenhausen, creato dalle SA nel 1935-36 al posto di quello di Oranienburg, a nord di Berlino.
Lager nel quale, provenendo dalla scuola di Dachau, Rudolf Höss, dal 1° agosto 1938 svolge la mansione di amministratore del comandante e di Schutzhaftlagerführer, segretario addetto al disbrigo della corrispondenza ufficiale con le autorità esterne. A nulla, ovviamente, valsero le proteste del prof. Biegański e di suo genero: entrambi trovarono la morte in quel Lager.
https://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.png00Sergio Dalmassohttps://www.sergiodalmasso.com/wp-content/uploads/2022/01/Sergio-Dalmasso.pngSergio Dalmasso2022-11-04 20:54:242022-11-04 21:45:06La scelta di Sophie