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Notizie dal Blog Sergio Dalmasso, presente in foto

Video presentazione libro André Tosel

a cura di Sergio Dalmasso

21 agosto 2025, con Giulio Cecchi e Sergio Dalmasso

Video presentazione libro André Tosel

André Tosel (nato a Nizza 1941 – morto a Nizza 2017) emerito dell’Università di Nizza è stato un filosofo e un accademico.

Studente alla Scuola Normale Superiore, subisce l’influenza di Louis Althusser.

L’indignazione contro la guerra francese in Algeria lo porta ad abbracciare posizioni marxiste.

La delusione per le posizioni della Cina, in cui aveva visto la speranza di rinnovamento del marxismo, e la scoperta del pensiero di Gramsci lo spingono, nel 1973, all’adesione al Partito comunista francese e al sindacalismo universitario.

Copertina del libro André Tosel a cura di Sergio Dalmasso

Numerosissimi i suoi testi: su Spinoza, su Marx, soprattutto su Gramsci, di cui è stato il maggior conoscitore e traduttore in Francia e sulla filosofia italiana (Vico, Labriola, Gentile).

Molte le collaborazioni (con Étienne Balibar, Domenico Losurdo, Cesare Luporini) sino agli ultimi studi sulla globalizzazione e le sue ricadute. In italiano sono apparsi: Kant rivoluzionario.

Diritto e politica (1999); Studi su Marx (ed Engels). Verso un comunismo della finitudine (2020);

Un mondo nell’abisso. Saggio sulla globalizzazione capitalista (2022);

Il ritorno del religioso. Scenari della globalizzazione (2023).

Prefazione di Fabio Minazzi.

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TRIESTE FRA COMINFORM E TITO

Trieste fra Cominform e Tito, in “Il Lavoratore”, ANNO XXV, luglio 2025, saggio di Sergio Dalmasso pubblicato anche nella sezione Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi.

Sono ovvie le specificità di Trieste, porto dell’impero austro-ungarico, città multietnica, declassata a un ruolo marginale dopo il passaggio all’Italia, nonostante questo sia sempre stato negato da una forte retorica nazionalista.

Il fascismo triestino ha caratteristiche peculiari e profonde.

Allo scontro politico contro comunisti, socialisti, anarchici, somma l’odio verso la nazionalità slovena.

Ne è prova il tragico rogo del Narodni dom (13 luglio 1920), sede delle organizzazioni slovene.

Narodmi dom incendiato dai fascisti italiani

Nel corso di tutto il ventennio, si sommeranno, in nome dell’italianità, cambi forzosi dei cognomi slavi, divieto di usare la lingua e di mantenere associazioni etniche.

Nel periodo della Seconda guerra mondiale, poi, si sommeranno i massacri nei comuni sloveni, le deportazioni, i campi di concentramento.

Il fatto simbolicamente più noto è l’eccidio (aprile 1944) nel villaggio di Lipa di Elsane, in Istria.
Evito le discussioni politico-storiografiche sull’eccidio di Porzûs (febbraio 1945) e sulla tragedia delle foibe.

Meriterebbero più spazio.

La specificità triestina prosegue con la sua appartenenza alla Zona di operazione del litorale adriatico

di cui fa parte con le province di Fiume, Lubiana, Pola e Gorizia, in una non formale annessione al Terzo Reich, con il campo di concentramento della Risiera di S. Sabba,

l’unico in Italia, con forno crematorio (da 2.000 a 4.000 morti), con l’intrecciarsi, nella Resistenza di spinta antifascista e di elementi nazionali.

I 43 giorni di occupazione jugoslava sono giudicati in modo opposto dalla maggioranza italiana e dalla minoranza slovena.

Al quinto giorno di presenza jugoslava, una manifestazione del CLN italiano viene repressa: 5 morti.

In mezzo alle discussioni sul confine italo/jugoslavo,inizia l’esodo dall’Istria.

Negli accordi di pace di Parigi (1947), Gorizia e Monfalcone sono assegnate all’Italia, l’Istria alla Jugoslavia.

Trieste sarà italiana solamente dal 1954, dopo tensioni che portano al dispiegamento, sul confine, dei due eserciti (italiano e jugoslavo).

Josip Broz Tito e Nikita Sergeevič Chruščëv a Capodistria nel 1963 dopo il riavvicinamento tra Jugoslavia e Unione Sovietica avviato in seguito alla morte di Iosif StalinIn foto, a sinistra il Maresciallo Josip Broz Tito e a destra il presidente dell’URSS Nikita Sergeevič Chruščëv a Capodistria nel 1963 dopo il riavvicinamento tra Jugoslavia e Unione Sovietica avviato in seguito alla morte di Iosif Stalin (Mosca 5 marzo 1953).

Continua …

Download Saggio completo “Trieste fra Cominform e Tito” di Sergio Dalmasso

Sergio Dalmasso, IL LAVORATORE Anno XXV n. 4 – 01.07.2025

Download “Luglio 2025 Anno XXV Il Lavoratore mensile con saggio di Sergio Dalmasso” IL-LAVORATORE-LUGLIO-2025.pdf – Scaricato 3589 volte – 1,57 MB

 

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In ricordo di Emilio Molinari (1939-2025)

16 Luglio 2025 di ideeinformazione

È stata una Camera del Lavoro pienissima a dare l’ultimo saluto il 9 luglio 2025  a Emilio Molinari, scomparso il 5 luglio c.m. a Milano.

Foto di Emilio Molinari

Centinaia di compagni e amici, molti dei quali costretti ad accalcarsi in piedi, hanno seguito con commozione corale i ricordi di Vincenzo Greco, Basilio Rizzo, Giovanni Russo Spena, Erica Rodari, della nipote Alice Molinari e di Vittorio Agnoletto, nonché i messaggi (scritti o registrati) giunti da Mario Capanna, Moni Ovadia, Dacia Maraini, José Luíz Del Roio.

Emilio Molinari (nato a Milano nel 1939) è stato un protagonista dell’ultimo grande ciclo di lotte per l’emancipazione sociale che questo paese ha conosciuto,

il ciclo delle lotte operaie e insieme studentesche che tra anni Sessanta e Settanta hanno attraversato le società del cosiddetto “benessere” postbellico in Europa e in particolare in Italia. Proveniente dalla fabbrica e dalla classe operaia, cui è rimasto fino all’ultimo “sentimentalmente connesso” (come ha ricordato, gramscianamente, Russo Spena), Molinari è stato tra i fondatori e dirigenti prima di Avanguardia Operaia e poi di Democrazia Proletaria, fino all’incontro con il “nuovo” movimento ambientalista sul finire degli anni Ottanta.

A partire dagli anni Novanta, dopo una traversata delle istituzioni che lo ha portato al Consiglio comunale di Milano, al Consiglio regionale della Lombardia, al Senato e anche al Parlamento europeo, Molinari è uscito dalla politica istituzionale ma non certo dall’impegno politico-sociale, che ha proseguito nell’associazione Punto Rosso e poi legando il suo nome al movimento per l’acqua pubblica, di cui era divenuto portavoce appassionato.

È stato, infine, a Milano, uno degli animatori dell’associazione CostituzioneBeniComuni ( https://www.facebook.com/Costituzionebenicomuni/ ).

Il nostro collettivo, che ha avuto l’onore di averlo fra i suoi interlocutori e amici in diverse circostanze di discussione pubblica (anche per l’amicizia affettuosa che lo legava a Piero Basso), vuole dunque ricordarlo, proponendo il discorso tenuto da Basilio Rizzo alla Camera de Lavoro.

Da segnalare, infine, che un’autobiografia, cui Emilio aveva lavorato negli scorsi anni e portato a termine proprio negli ultimi mesi, è di imminente pubblicazione per le edizioni Red Star Press di Roma.

Ideeinformazione

Sapevo da tempo che questo momento sarebbe arrivato, eppure nei miei pensieri lo spostavo sempre più in là…

C’è tempo, Emilio è una roccia – mi dicevo.

E invece eccoci qui oggi a ricordare, con tutto l’affetto di cui siamo capaci, uno straordinario compagno: in politica il mio riferimento assoluto e indiscutibile; nella vita, sul piano personale, un fratello maggiore.

Non come un modo di dire, ma nella pienezza e bellezza della parola fratello.

I nostri percorsi si sono incontrati alla fine degli anni Sessanta.

Partivamo da due punti diversi, lui già attivo nelle lotte operaie che venivano crescendo, io nel movimento studentesco di Città Studi.

Emilio con altri operava per dare forza e consapevolezza al mondo del lavoro.

Noi invece sentivamo il bisogno di uscire dalle aule, di collegarci alle lotte nelle fabbriche.

Andavamo ai cancelli a fare picchetti nelle giornate di lotta e contemporaneamente cresceva un’unità forte fra i due movimenti.

Intanto il vento del Sessantotto soffiava nel mondo intero portando la spinta a cambiare la società, a proporre nuovi valori, a lottare per un mondo migliore.

Nacque nelle fabbriche l’esperienza straordinaria dei CUB (Comitati unitari di base).

Le due parole hanno un significato profondo: momento di organizzazione “dal basso” dei lavoratori: per contare bisognava essere uniti, così da essere più forti nelle lotte. Da lì venne una spinta a creare un soggetto politico che intervenisse a tutti i livelli.

Emilio è stato uno dei protagonisti della nascita di Avanguardia operaia (AO) e ne fu dirigente fin dalla prima ora.

Ebbe inizio lì, in AO, il mio sodalizio politico ed umano con lui.

Emilio è stato infaticabile nel lavoro di massa e un dirigente amatissimo.

Sempre in prima fila nelle lotte, era un leader naturale, oggi si direbbe un predestinato, ma lo era soprattutto per i suoi meriti: oratore trascinante, empatico, autorevole senza farlo pesare, mai autoritario.

Non cercava dei seguaci ma dei compagni con cui condividere le lotte.

Ci ha fatto sentire tutti noi, dal primo all’ultimo, come protagonisti di una stagione di lotte belle, esaltanti, portate avanti per obiettivi importanti da raggiungere per avere una società migliore.

Ci ha resi orgogliosi di quello che facevamo.

Sono stati anni fantastici che ancora oggi riempiono i cuori di quanti hanno avuto la fortuna di viverli.

Chi li ha vissuti, al di là che poi abbiano seguito altri percorsi politici rispetto ad Emilio, ne conservano sempre un ricordo straordinario e provano per lui un particolare affetto.

Questa sala lo testimonia più di ogni parola.

Emilio è stato un compagno che cercava unità e la solidarietà che raccoglieva gli dava sempre più forza, più determinazione.

Se per te è importante il lavoro collettivo è naturale cercare di aumentare il numero di quanti combattono con te. Nella proverbiale vocazione della sinistra alle divisioni, Emilio fu invece protagonista dell’unità fra Avanguardia operaia e il PdUP e della successiva nascita di Democrazia proletaria. Un caso unico di “fusione” e non di “scissione”.

La stessa scelta di Emilio di unire le lotte sociali con l’ambientalismo va letto come il tentativo di aprire nuovi spazi più ampi e più ricchi, più adeguati a una sinistra al passo coi tempi.

Il progetto di un soggetto politico rosso-verde sottintendeva un processo di ampliamento e di unità, non di ulteriore divisione.

Con DP Emilio sposta il suo baricentro politico su scala nazionale e internazionale (ma di questo altri compagni ne parleranno in modo più approfondito).

Emilio ci ha rappresentato in modo eccezionale nelle istituzioni.

Vi arrivava perché ce lo spingevamo, non certamente perché sgomitava per arrivarci. Nelle istituzioni – e non solo lì – si è trovato a combattere su terreni che potevano apparire diversi tra loro: il mondo del lavoro, il sociale, le questioni internazionali, la corruzione, i disastri ambientali.

Sempre efficace, determinato, competente.

Ma come ha potuto essere un così appassionato combattente su tutto?

E la risposta che mi sono dato è che Emilio si era dato una regola chiara, su cui non derogava: combattere tutte le ingiustizie che si trovava di fronte.

Lo sentiva come un dovere, un dovere interiore, un compito che la vita gli aveva assegnato.

Fossero le condizioni di lavoro nelle fabbriche, il territorio devastato dalla speculazione, l’ambiente ferito, la corruzione a danno della collettività, il diritto della salute negato, i beni comuni depredati…

Emilio era sempre pronto a combattere, sempre schierato con chi pativa le diseguaglianze sociali, dalla parte degli oppressi contro gli oppressori, con chi chiedeva umanità e riceveva violenza.

Emilio era, e ha sempre continuato ad essere, un orgoglioso difensore della nostra storia. A chi intendeva denigrarla e infangarla (dipingendo ad esempio gli anni Settantaunicamente come«gli anni di piombo») ha sempre risposto con fermezza, ricordando la resistenza democratica alle bombe di Piazza Fontana, di Brescia, dello stragismo.

Per questa resistenza democratica alcuni nostri compagni sono stati uccisi.

Nei luoghi di lavoro, di studio, nei territori, i nostri compagni erano impegnati nella resistenza antifascista e dettero il loro contributo alla tenuta della Repubblica stessa.

Con le nostre idee e i nostri valori certamente, ma nessuno dei nostri compagni di AO e di DP – amava sottolineare Emilio – scelse la via della lotta armata.

Emilio è stato un ecologista convinto, ante litteram, al tempo delle lotte antinucleari.

Lo è stato in una forma universalista, non elitaria: difendere il pianeta per salvare l’umanità.

L’acqua, senza la quale non può esserci vita, la sua “sacralità”, è stata il centro della sua militanza politica negli ultimi anni (di questo ne parlerà in maniera più approfondita Erica Rodari).

Mi limito solo a dire che la battaglia per l’acqua pubblica da difendere, conquistare e garantire per tutti non è solo, di per sé, un obiettivo politico importante, ma per noi anche una forma di riconoscimento doveroso per il lavoro straordinario fatto da Emilio sul tema.

L’ultima considerazione di tipo politico è la questione della pace.

Emilio ha continuato a manifestare la sua apprensione per i pericoli di guerra.

Guerre ce ne sono già e sappiamo quali tragedie stanno provocando, ma Emilio con angoscia esprimeva il suo timore per una guerra atomica finale e distruttiva che potrebbe annientare la vita e la sopravvivenza dall’intero pianeta.

C’è solo Papa Francesco che sembra preoccuparsene – mi diceva amareggiato. In verità io tendevo a ridimensionare questo pericolo, non credevo a un atto distruttivo totale.

Chi ragionevolmente potrebbe volere la sparizione della vita sulla Terra?

Eppure, questa angoscia, questa preoccupazione e sofferenza per il destino degli altri, da parte di una persona che aveva la piena consapevolezza di non avere ancora una lunga vita da vivere, mi facevano pensare a quale carica di umanità, di amore per il prossimo avesse nell’animo Emilio.

Quanta amarezza ci scambiavamo nell’assistere alla tragedia di Gaza, alla morte di innocenti, alla sistematica eliminazione di un popolo!

Quanta rabbia per il senso di impotenza nel vedere i potenti del mondo inerti, complici di un massacro che disonora chiunque non faccia qualcosa per fermarlo!

La bandiera della Palestina che qui ci accompagna, certo è una piccola cosa simbolica, ma rinnova la volontà di proseguire nell’impegno in difesa del popolo palestinese.

Noi oggi abbiamo dato la priorità al ricordo dell’Emilio politico.

Ma Emilio è stato anche una persona piena di vitalità e di sentimenti.

Ha amato ed è stato amato.

Ha sempre ammirato la bellezza della vita, della natura e delle opere dell’uomo.

I silenzi dei boschi.

Il fragore di una cascata o di un’onda che si frangeva.

La luce abbacinante del sole e il buio incantato, la luna e le stelle.

Amava leggere, amava studiare.

I racconti dei suoi viaggi erano sempre pieni di passione e di emozioni.

Era un uomo ricco di sentimenti.

A breve uscirà un libro in cui Emilio ha voluto raccontare la sua vita, i suoi pensieri, le sue speranze.

Siamo certi che sarà una miniera inesauribile di riflessioni e di stimoli.

Ma ora vorrei rivolgermi direttamente a te, Emilio.

Emilio, è un po’ di giorni che non ci sentiamo ma so che Tina è accanto a te.

La tua meravigliosa compagna che ti ha reso la vita più bella nei momenti di gioia e di felicità e che ti è stata sempre e comunque accanto, ancora di più nei giorni difficili del dolore e delle malattie. Non sapremo mai come ringraziarla abbastanza.

Mi mancano però le nostre telefonate di ogni sera.

Sapessi quanto mi manca quella “minuscola cellula di partito”, che si riuniva da remoto, come usa dire adesso, e in cui ci confrontavamo su quanto andava accadendo attorno a noi.

Mi chiedevi e ti davo notizie e impressioni sulle manifestazioni a cui non ti era più consentito di partecipare.

Ma poiché viviamo tempi bui, le cattive notizie prevalevano sulle buone.

Non potevamo essere ottimisti, ma ci confermavamo reciprocamente che non ci saremmo rassegnati, che bisognava continuare a combattere le buone battaglie.

Potremmo forse sembrare patetici visti da fuori, con le nostre speranze di cambiamenti lontani e improbabili. Ma come ci insegnano le canzoni partigiane …scarpe rotte eppur bisogna andar.

Un’assemblea ben riuscita, una manifestazione unitaria molto partecipata, qualche volta arrivavano a confortarci.

E pensavamo alla prossima iniziativa da farsi, perché la voglia di impegnarsi non è mai venuta meno.

Nelle riunioni allargate della nostra associazione, una piccola cosa, per carità, ma sempre un’occasione di discussione collettiva, la più frequente delle conclusioni era: «Bene, sentiamo cosa ne pensa Emilio e poi decidiamo».

Emilio, lo sai, sei stato sempre la nostra guida al di là del passare del tempo, ed io so già che da oggi, davanti a una scelta da fare, mi troverò a pensare che cosa avresti detto e fatto tu e agirò di conseguenza.

La prima indicazione su cosa fare che ci hai lasciato è molto semplice da eseguire.

Emilio, più volte a me e ad altri compagni, in modo discreto per non farti sentire da Tina, ma con angoscia ci dicevi che non dovevamo preoccuparci per te, ma dovevamo pensare a Tina. Emilio, dov’è il problema?

Tina ha una forza d’animo, un coraggio, uno spirito straordinario.

Saprà affrontare la prova durissima che gli è arrivata addosso.

Stanne pur certo.

Avrà accanto a sé la sua famiglia, le amiche di sempre, tutti noi.

E se non bastasse ancora, ci saranno i compagni che ti hanno voluto bene e che te ne vorranno sempre.

Emilio, stai tranquillo, fidati.

Ovunque tu sia, butta uno sguardo qui.

Guarda in quanti siamo qui per te!

Camera del Lavoro di Milano al funerale di Emilio Molinari, 9 luglio 2025

Basilio Rizzo,
DA IDEEINFORMAZIONE

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Salvatore Armando Santoro,  dov’è Dio

Propongo di seguito una delle oltre diecimila poesie composte dal poeta Salvatore Armando Santoro.

A questa poesia, il nostro poeta, ha dato il titolo “Dov’è Dio”.

Santoro ha scritto una quantità record di poesie, come ho altre volte scritto, e propongo anche la sua biografia tratta dal portale poetare.it

Dov’é Dio

Io l’ho rinnegato,

respinto più volte,

ma Dio è dentro di me,

m’assilla.

Le mie poesie,

i miei poveri versi

sono spesso infarciti

del nome di Dio.

Lo irrido,

lo sgrido talvolta veemente,

il conto presento

dell’odio,

d’un mondo di guerre e terrore.

Gli chiedo perché mai non sente

l’urlo di tanto dolore,

perché il mondo è pervaso

dal male,

perché la morte la fa da padrona

e semina il lutto

e il pianto nei cuori.

Lui zitto!

Né ammette o dissente:

mi s’agita dentro

quasi fosse un malanno improvviso,

arrivato per caso a farmi star male.

Ma sembra che in fondo annuisca

su tutti i pensieri

che il cuore semina e sparge,

sembra che guidi e mi detti

le giuste parole che scrivo

che il mondo che crede

non vede.

Da poetare.it  Biografia di Salvatore Armando Santoro

Foto del poeta Salvatore Armando Santoro

“Santoro Salvatore Armando è nato a Reggio Calabria il 16 Marzo 1938, da madre reggina e padre salentino (terra alla quale si sente particolarmente legato) ed è laureato in Scienze politico- sociali presso l’Università di Torino.

Dedicatosi all’impegno nel sindacato fu tra i primi dirigenti della Cisl di Reggio Calabria prima e,

all’inizio degli anni ’60, dopo aver frequentato la scuola sindacale della Cisl di Firenze,

si trasferisce in Valle d’Aosta dove ha curato in prevalenza il settore della formazione e della informazione.

In tale veste è stato per diversi anni anche corrispondente per la Valle d’Aosta di “Conquiste del Lavoro”, organo nazionale della Cisl.

A Reggio fu uno dei primi promotori del Movimento Federalista Europeo,

e tale ruolo ha continuato a svolgerlo anche in Valle d’Aosta, partecipando a tutte le attività organizzative di quegli anni che gli permisero di venire in contatto con i grandi ideatori del progetto europeo, Alterio Spinelli, Giuseppe Petrilli, Mauro Ferri, Angelo Lotti, ecc…

Nel suo ruolo di sindacalista, a lui si devono due importanti convegni organizzati all’inizio degli anni ’80 in Valle d’Aosta:

nel primo furono tracciate le linee per un potenziamento del settore termale, dove è stato prospettato il recupero delle Terme di Pre’ St. Didier e lo sfruttamento industriale di alcune sorgenti per l’imbottigliamento di acqua minerale del Monte Bianco (idee che poi si sono realizzate) e,

in un altro convegno, invece, sostenne il progetto del collegamento ferroviario tra Aosta e Martigny che è in fase di discussione in sede politica.

Dal 1986 è stato Segretario Regionale e componente dell’Esecutivo Nazionale del Sindacato Elettrici della CISL, compiti che svolse anche in Abruzzo, tra il 1989 al 1992, dove era stato inviato in missione per motivi di lavoro.

Dal 1997 è in pensione

ed impegna il suo tempo libero scrivendo poesie e racconti, una passione che sviluppò fin da adolescente e non più abbandonata, ed alternando la sua presenza tra la Valle d’Aosta ed alcune località della Toscana (Pistoia prima e Grosseto adesso).

Vasta la sua produzione poetica e numerosi i premi letterari ottenuti.

Le sue poesie sono state pubblicate su diversi periodici locali (a Messina, Reggio Calabria, Pistoia, ma prevalentemente ad Aosta su giornali, quali Le Soleil Valdotaine, La Region e La Vallè e Notizie, un giornale molto diffuso in Valle d’Aosta).

Recentemente una sua impegnativa poesia sociale “La Razza” è stata inserita anche nella rivista trimestrale di Cultura e Turismo “Calabria Sconosciuta”.

Le sue poesie sono presenti in molte antologie letterarie, soprattutto della Keltia editrice di Aosta, e nel 2007,

anche la Regione Toscana ha patrocinato una antologia letteraria, “Pater” (Morgana Edizioni-FI) dove, insieme alla sua lirica “Edera amara”,

sono inserite liriche di personaggi di spicco della cultura italiana ed internazionale, quali Maria Luisa Spaziani, Andrea Zanzotto, Franco Loy, Smitran Stevka, Hinostroza Rodolfo, ecc…

Gran parte dei suoi lavori (poesie e racconti), però, sono on-line nel sito poetare.it, ma anche su altri portali nazionali ed internazionali che lo ospitano.

Nel Novembre 2006 ha stampato il suo primo libro di poesie,

“La sabbia negli occhi”, edito dalla casa editrice Pubblidea di Massa Marittima, che ha poi presentato in un recital di poesie che gli è stato organizzato a Reggio Calabria il 3 dicembre 2006.

Sempre in questo mese è stato ospite di una trasmissione della emittente grossetana Teletirreno, nel corso della quale ha presentato il suo volume di poesie ed ha declamato diverse sue liriche sulla miniera.

Di questo volume è uscita una seconda edizione per i tipi della Casa Editrice Libellula – Minuto d’Arco – di Tricase (Lecce).

Nel 2007, infine, è stato coinvolto nel “Progetto Legalità” organizzato dall’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri di Castrovillari (CS) in collaborazione con Amnesty International,

ed ha partecipato alla conclusione del progetto stesso declamando agli studenti ed al corpo insegnante presente alcune sue poesie contro la violenza e la guerra.

Nel 2005 ha costituito a Boccheggiano (GR) il Circolo Culturale “Mario Luzi” ed è il Webmaster del portale www.circoloculturaleluzi.net, sito specializzato in letteratura italiana e straniera.

Contemporaneamente ha promosso il Premio Letterario Europeo di Poesia e Narrativa Città di Montieri che nel 2006-2008 e 2009 è stato patrocinato anche dal Presidente della Repubblica e nel 2009 dalla Rappresentanza in Italia della Comunità Europea.

Nel 2008 è stato ospite a Casarano Lecce di una importante kermesse artistica inserita nel cartellone della festa dei Pugliesi nel Mondo ed ha declamato diverse sue poesie sul Salento, terra dei suoi avi alla quale è particolarmente legato.

Nell’agosto del 2010 ha pubblicato il suo secondo libro di poesie.

Si tratta di 134 liriche inserite nel volume “Ad occhi chiusi – Poesie d’amore”.

Questo libro è stato presentato l’8 Agosto scorso, ad una manifestazione culturale organizzata dallo scrittore Pietro Zerella a San Leucio del Sannio (BN) nel corso della quale ha declamato alcune delle poesie contenute nella raccolta.

Nel 2013 ha collaborato con la Pro Loco di Patù (Lecce) per l’organizzazione del 1° Incontro dei Poeti Salentini, manifestazione che si ripeterà anche in futuro e con questa istituzione collabora per lo svolgimento del Bando Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa Veretum.

E’ componente di Giuria in diversi bandi letterari ed è spesso ospite in incontri letterari e poetici.”

Da anni Salvatore Armando Santoro,

impegnato e critico sull’andamento che ha preso l’attuale società,

urla il suo dolore interiore nelle quotidiane poesie che dona in Facebook: che spesso – con i suoi algoritmi e amministratori – lo bastona, perché è un vivace e fine pensatore.

Parma, 18 giugno 2025, Domenico Capano

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Brevi note sulla questione palestinese

Relazione di Sergio Dalmasso a Music for Peace, Brevi note sulla questione palestinese,

Genova, 7 giugno 2025

Logo di Music for Peace

Coordinate storiche

L’antisemitismo percorre tutto il Medio Evo, l’età moderna e tocca il suo apice con il nazismo. È odio religioso, che presenta anche radici economiche, contro un popolo che non si integra con altri ed è accusato di “deicidio”1

Il sionismo nasce come reazione alle frequenti persecuzioni e si lega all’età del nazionalismo (ne è una variante specifica) e del colonialismo (missione civilizzatrice di alcuni popoli verso altri.

Diviene movimento politico con Theodor Herzl (1860/1904) che teorizza la diversità degli ebrei dagli altri popoli, l’impossibilità di assimilazione. Da questo deriva la necessità di uno stato ebraico in Palestina, stato che deve rispecchiare i confini del vecchio Regno di Israele.

L’antisionismo (da non confondere con l’antisemitismo, odio su base razziale) è,

quindi, opposizione a un progetto politico, all’appropriazione illegittima di territori, alla discriminazione di segmenti di popolazione su base etnico- religiosa.

Se il giudaismo è cultura religiosa, costituita da un insieme di leggi, tradizioni, riti, dovuta soprattutto alla chiusura degli ebrei in ghetti,

microcosmi in cui cresce il senso di comunità, perseguitata e calunniata, l’antisemitismo politico si manifesta, fortemente, nella seconda metà dell’Ottocento, con il caso Dreyfus e,

ad inizio Novecento, con la pubblicazione del Protocollo dei savi di Sion, falso della polizia segreta zarista che teorizza il complotto giudaico massonico per impadronirsi del mondo.

Nel 1916 viene siglato tra Gran Bretagna e Francia il patto Sykes- Picot.

Le due potenze stabiliscono le zone di influenza, al termine della prima guerra mondiale, sulla crisi dell’impero ottomano. Il patto, come altri trattati non tiene in alcuna considerazione la volontà delle popolazioni locali2.

È dell’anno successivo la dichiarazione Balfour, ministro degli esteri inglese, che parla espressamente di focolare ebraico, cioè di ricostituzione di uno stato degli ebrei, con la possibilità di arrivarvi dal mondo intero.

Lo stato di Israele si costituisce nel 1948,

dopo il dramma della Shoah, sottraendo, però, terra, beni e la stessa memoria alle popolazioni locali. Lo storico Maxime Rodinson parla di Rifiuto arabo.

L’israeliano Ilan Pappe usa espressamente il termine memoricidio3.

Alcuni paesi arabi non accettano la decisione dell’ONU e attaccano il neonato stato di Israele.

La reazione è fortissima e produce l’ulteriore conquista di terre non previste dall’ONU.

Alla forza dell’esercito israeliano e all’aiuto esterno, si sommano la disorganizzazione, l’incapacità della leadership palestinese e delle classi dirigenti reazionarie dei paesi arabi.

Dice David Ben Gurion, padre del nuovo stato:

Se attacchiamo una famiglia, dobbiamo colpire tutti senza pietà, comprese le donne e i bambini. Durante l’operazione, non vi è alcun bisogno di distinguere tra chi è colpevole e chi no (4)

1 Nel rito cattolico, la maledizione contro il “popolo deicida” sarà soppressa solamente con il Concilio Vaticano secondo.

2 È da ricordare la pubblicazione dei trattati segreti fra le grandi potenze operata dal governo rivoluzionario russo, subito dopo la presa del potere.

3 Cfr. il suo La pulizia etnica della Palestina, prima pubblicazione Oneword publications, 2006.

4 L’espressione ha tristi somiglianze con quelle recenti, per cui l’uccisione dei civili è motivata dal fatto che, dietro di essi, si nascondano i terroristi e che si possono uccidere i bambini, perché in futuro, si trasformeranno in combattenti.

CONTINUA …

Download completo della relazione di Sergio Dalmasso: Brevi note sulla questione palestinese

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Link principali

Una piccola eresia: L’Unione dei Socialisti Indipendenti

In “Il Lavoratore”, Anno XXV n. 4 – 30.05.2025

L’Unione dei Socialisti Indipendenti (USI) di Sergio Dalmasso

Il saggio è catalogato nella pagina di questo sito web: Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi
Download “Il Lavoratore, mensile anno XXV, n. 4, 30 maggio 2025” IL-LAVORATORE-MAGGIO-2025.pdf – Scaricato 8724 volte – 2,27 MB

In questo numero 4 de “Il Lavoratore” sono trattati i seguenti argomenti:

– 8 E 9 GIUGNO: CINQUE REFERENDUM, INDETTI DALLA CGIL, PER LA DIGNITÀ DEL LAVORO E PER UNA SOCIETÀ GIÀ PLURALE di Daniele Dovenna.

Referendum 8 e 9 giugno 2025, vota sì, Rifondazione Comunista, nel mensile il lavoratore il saggio L'Unione dei Socialisti Indipendenti di Sergio Dalmasso

– Dossier Lavoro: articoli di Daniele Dovenna, Salvo Letizia, Piero Dapretto e Gabriele Ivis

– Il re è nudo di Marino Andolina e Gianluca Paciucci

– Ovovia atto…? di Effemme

– Migranti e migrazioni: quello che i governi non raccontano di Igor Kocijančič

– Un gruppo d’acquisto solidale a Trieste: GAS pacha di Sara

– Cartografia del trauma: i campi di rifugiati palestinesi nel sud del Libano di Sara El Daccache

– Bolivia, Stato plurinazionale di Vittore Luccio

– Una piccola eresia: L’Unione dei Socialisti Indipendenti (USI) di Sergio Dalmasso

e molto altro…
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Link principali

Dopo la fine del comunismo storico novecentesco

di Diego Giachetti

Il libro, André Tosel, Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani, a cura di Sergio Dalmasso, pubblicato da Mimesis (2025), è il compimento di un debito personale verso l’autore, che il curatore ha avuto la fortuna di conoscere.

Omaggio a un pensiero complesso, un interrogarsi che ha percorso l’intera vita di questo intellettuale e attivista politico.

Partecipe, per sua stessa ammissione, al travaglio di una generazione che ha vissuto sia le speranze della rivolta operaia e studentesca del 1968,

sia la convinzione che la strategia comunista del passaggio democratico al socialismo potesse introdurre importanti riforme nella struttura sociale.

Una generazione che ha vissuto in breve tempo l’affermazione e lo scacco di quella strategia.

Copertina del libro André Tosel a cura di Sergio Dalmasso, Recensione Giachetti André Tosel

André Tosel a cura di Sergio Dalmasso

André Tosel (Nizza 1941 – 2017) ha insegnato presso le università di Parigi, Digione e Nizza.

I suoi studi e interessi spaziano da Kant a Spinoza a Marx e Gramsci di cui è stato il maggior conoscitore e traduttore in Francia e sulla filosofia italiana (Vico, Labriola, Gentile).

Di formazione cattolica, studente alla Scuola Normale Superiore, subisce l’influenza di Louis Althusser.

L’indignazione contro la guerra francese in Algeria lo indirizza verso il marxismo,

con le dovute cautele derivanti dallo choc prodotto dal rapporto Kruscev sui crimini di Stalin del 1956,

il culto della personalità, l’intervento sovietico in Cecoslovacchia nel 1968.

Intervista a Vasco Rossi di Diego Giachetti pubblicata nel libro Odio i lunedì.

Vasco Rossi e Diego Giachetti


Vasco Rossi intervistato da Diego Giachetti per il suo libro Odio i lunedì

Download “Recensione Dalmasso libro di Giachetti Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni '80” Odio-i-lunedi-Vasco-Rossi-il-Ciclostile-15-settembre-2024.pdf – Scaricato 31388 volte – 252,69 KB

Con Althusser è alla ricerca di un’uscita a sinistra dallo stalinismo.

La intravede nel maoismo, nella rivoluzione culturale e aderisce, nella seconda metà degli anni Sessanta, a un gruppo politico filocinese.

La delusione per le posizioni politiche assunte dalla Cina e la scoperta del pensiero di Gramsci lo spingono, nel 1973, all’adesione al Partito comunista francese.

Ben presto deluso, si allontana dal partito criticandone l’immobilismo e il dogmatismo, per poi rientrarvi, nei suoi ultimi anni, sulla spinta del Front de gauche.

Nel libro, composto da un’introduzione di Fabio Minazzi,

da un saggio del curatore in cui ricostruisce il suo percorso filosofico- politico, e da uno scritto autobiografico dello stesso Tosel,

sono raccolti suoi contributi pubblicati su riviste italiane appartenenti all’area della nuova sinistra e del marxismo critico, e altri su Gramsci e non solo.

Completano l’opera i messaggi e gli omaggi seguiti alla sua improvvisa scomparsa. Si tratta di scritti elaborati dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica aventi come referente la fine del comunismo storico novecentesco e la crisi della socialdemocrazia,

messi sotto scacco dalla rivoluzione neoliberista indotta dalla ristrutturazione e delocalizzazione del capitalismo.

 

CONTINUA …

Diego Giachetti, recensione del libro Sulla crisi storica del marxismo :

Download “Diego Giachetti: recensione del libro Andrè Tosel, Sulla crisi storica del marxismo. Saggi, note e scritti italiani, per una nuova riflessione critica (a cura di Sergio Dalmasso)” Diego-Giachetti-recensione-del-libro-Sulla-crisi-storica-del-marxismo.pdf – Scaricato 8537 volte – 215,36 KB

Logo portale Sinistrainrete.info, Recensione Giachetti André Tosel

Domenica, a GENOVA, si voterà per le elezioni comunali

Dopo otto anni di maggioranza di destra (leghisti, fascisti, berlusconiani, civici) e dopo gli scandali che hanno coinvolto il presidente della Regione TOTI e i suoi, è naturale il desiderio di voltare pagine e di arrivare ad una nuova gestione del comune.

Manifesto di Sinistra Alternativa, Elezioni comunali Genova 2025

Sta di fatto, però, che la candidata del “centro sinistra”, SALIS:

  • ha partecipato alle Leopolde di Renzi

  • ha dichiarato che il comune deve esaltare i primi, senza dimenticare gli ultimi

  • ha sostenuto che gli incarichi debbano essere affidati a chi ha la fiducia della maggioranza (la DC aveva più pudore, lo faceva senza dirlo)

  • ha rilanciato la Gronda, grande opera di cui si parla da decenni. Il linguaggio e le proposte cambiano se si parla con associazioni ambientaliste o con gli industriali

  • ha proposto Genova come centro per il nucleare.

Non è un caso che i destri abbiano detto a chiare lettere: “Sarebbe stata una buona candidata anche per noi”.

Ovviamente, silenzio totale sui referendum dell’8 giugno. Vi è il pericolo di scontentare Renzi, Calenda e metà del PD.

Ovviamente, non una parola sul riarmo europeo (800 miliardi che verranno tolti ai servizi sociali), sulle guerre (a cominciare dalla pulizia etnica a Gaza).

Il “centrosinistra” (le virgolette sono d’obbligo) parte con un vantaggio di 8 punti (52% a 44% alle ultime regionali), credo in parte eroso nelle ultime settimane.

Un successo (improbabile) della destra sarebbe gravissimo.

La vittoria, probabile, del campo largo, però, non è priva di contraddizioni e di problemi e non nasce sotto le migliori stelle.

Così siamo finiti: scontro tra – liberisti e atlantisti guerrafondai da un lato – neofascisti, populisti di destra dall’altro.

Pensate a K. Harris/Trump, Macron/Le Pen, ai paesi dell’est Europa.

Per restare all’Italia, all’ultimo match Letta/Meloni.

Questo di tanta speme oggi ci resta.

Facebook, mercoledì 21 maggio 2025

Sergio Dalmasso

Download articolo: Domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025, a Genova, si voterà per le elezioni comunali
Candidati di Sinistra Alternativa per le comunali di Genova 2025

 Programma di Sinistra Alternativa in breve per le elezioni comunali di Genova del 25 e 26 maggio 2025 con candidata sindaca ANTONELLA MARRAS:
Programma elettorale di Sinistra Alternativa in breve, Elezioni comunali Genova 2025

Candidati comunali Genova Sinistra Alternativa

Lunedì 28 aprile 2025 sono state presentate/i, all’ASSEMBLEA PUBBLICA presso la sala CAP (via Albertazzi 3r – Genova), per la lista Sinistra Alternativa – con Antonella Marras sindaca – le candidate e i candidati alle elezioni comunali di Genova del 25 e 26 maggio 2025.

Candidati comunali Genova Sinistra Alternativa con Antonella Marras sindaca

La lista Sinistra Alternativa si presenta nei municipi con i seguenti candidati presidente:

  • Municipio I centro-est: Daniele Cinti, 48 anni, impiegato, già attivo nel terzo settore;
  • Municipio II centro-ovest: Sergio Dalmasso, 77 anni, ex insegnante, storico autore di diversi libri, cure, saggi (presenti in questo sito web), già segretario regionale ligure del PRC e consigliere regionale in Piemonte;
  • Municipio III bassa-Valbisagno: Davide Ghiglione, 49 anni, impiegato pubblico, attivista ambientale e già consigliere municipale in Valpolcevera;
  • Municipio IV media-Valbisagno: Sergio Chiossone, 64 anni, ex bancario, attivista antifascista;
  • Municipio V Valpolcevera: Roberta Piazzi, 71 anni, ex dipendente comunale, segretaria del circolo PRC della Valpolcevera;
  • Municipio VI Medio Ponente: Manuela Veneziano 44 anni, impiegata, attiva nei comitati della scuola;
  • Municipio VII Pontente: Rosario Russo, 74 anni, ex impiegato pubblico, musicista ed animatore culturale;
  • Municipio IX Levante: Alberto Soave, 63 anni, attivista antifascista.

Presente anche Marco Loconte, il quale, dopo aver ritirato la sua candidatura a sindaco, ha deciso di appoggiare la candidata sindaca Antonella Marras.

Di seguito i candidati e le candidate per il consiglio comunale Genova:

Bertullacelli Norma, 72 anni, ex insegnante;

Li Puma Antonio, 41 anni, operaio;

Scali Andrea, 53 anni, operativo onlus;

Agostino Adriano, 85 anni, pensionato;

Barbagelata Severino, 63 anni, ex informatore scientifico;

Barbosa Elizabete, 66 anni, assistente agli anziani;

Barresi Gabriella, 49 anni, grafica;

Battaglia Tina, 74 anni, pensionata ex dipendente comunale;

Battistini Vittorio, 71 anni, pensionato ex dipendente ARPAL;

Benasso Marina, 18 anni, studentessa;

Bianchi Anna, 48 anni, impiegata settore privato;

Bordo Daniele, 64 anni, portuale;

Canneva Cristina detta Caneva, 61 anni, disoccupata ex occupata settore privato;

Capuano Martina, 36 anni, marittima;

Caridi Annalisa, 63 anni, impiegata;

Cipro Danilo, 54 anni, impiegato settore privato;

Criscuoli Marina, 74 anni, pensionata, volontaria ong;

Fuselli Franco, 87 anni, pensionato;

Garibaldi Panarese Amalia, 19 anni, studentessa;

Gaspari Sandro, 67 anni, ex dipendente pubblico;

Grigoletto Cinzia, 61 anni, ottico;

Hamarneh Karim, 73 anni, ex informatore scientifico;

Introcaso Fiorina, 66 anni, ex dipendente Poste;

La Rosa Salvatore, 64 anni, ex dipendente AMIU;

Marchesi Diego, 43 anni, funzionario Agenzia delle Dogane;

Matteucci Marta, 35 anni, impiegata;

Merzagora Maria Pia, 74 anni, pensionata;

Migliorini Gabriella, 73 anni, pensionata;

Nanni Fabrizio, 69 anni, libero professionista;

Nervo Viviana detta Vivi, 50 anni, disoccupata;

Parise Wilma, 53 anni, disoccupata;

Parkhomenko Valeriya, 31 anni, assistente museale;

Perotto Luciano, 73 anni, ex dipendente ASL;

Roberto Marco, 70 anni, ex agente di commercio;

Salaris Marcella, 59 anni, libera professionista;

Toscano Renato, 70 anni, pensionato;

Vanzo Claudio, 71 anni, ex insegnante;

Viotti Nazzareno, 60 anni, ex bancario.

***

Comunicato di Sinistra Alternativa

Ieri, lunedì 28 aprile, abbiamo presentato in assemblea pubblica partecipata,

la lista Sinistra Alternativa con Antonella Marras candidata sindaca, i presidenti degli 8 municipi in cui saremo presenti per le elezioni amministrative del 25/26 maggio, e alcun* de* candidat* consiglier*.

Alcuni punti del programma di Sinistra Alternativa

Abbiamo presentato alcuni dei punti del programma che ha come punto cardine il No alla guerra e al piano di riarmo europeo, il lavoro con la fine delle esternalizzazioni,

salario minimo indicizzato al costo della vita, lotta allo sfruttamento e lavoro precario,

diritto alla casa, attenzione ai territori, ambiente, spazi pubblici anche autogestiti, politiche sociali e di inclusione con attenzione alle persone più fragili,

e poi le opere che si stanno svolgendo e che si vogliono fare sul territorio il loro impatto le proposte alternative, il trasporto pubblico locale, le periferie fisiche e sociali, la cultura i giovani,

lo sport ovviamente l’antifascismo e la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, e poi il cibo come atto politico.

Tutto in una visione anticapitalista, ecosocialista, in cui ci poniamo come strumento all’interno del comune per i tanti cittadini e cittadine, abitanti che potranno trovare chi può opporsi ai poteri forti che da sempre determinano le scelte in questa città,

che l’hanno svuotata di lavoro di qualità, di presidi culturali sociali sanitari, e di tutto ciò che rappresenti e dia vita a relazioni non mercantili, e di pensiero critico che sono alla base invece per un miglioramento della qualità della vita.

Il voto alla lista è un voto che non dà una delega in bianco

ma che porta direttamente le persone dentro le istituzioni in un contesto di confronto continuo e partecipativo,

per poter avere la possibilità di essere quel sassolino da mettere in un ingranaggio, che possa portare alla costruzione di quella opposizione sociale necessaria affinché si possano fare le giuste pressioni, ottenendo risposte a bisogni e rivendicazioni.

Vogliamo essere scomodi, goccia che crea tempesta, vogliamo condividere il sogno di una città che può essere diversa e migliore.

Un grazie va a tutte le persone che hanno firmato per la presentazione della lista,

a tutti e tutte quelle presenti ieri e a quelli che lo faranno in questo percorso.

Grazie

Il tuo voto è….utile

Fonte, Sinistra Alternativa

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Link principali

LIDIA MENAPACE PARTIGIANA PER SEMPRE

Lidia Menapace partigiana per sempre, in “Il Lavoratore”, n. 3 – 22 aprile 2025, pubblicato integralmente in Archivio, Scritti storici, Articoli e saggi.

Lidia Menapace, da giovane - Lidia Menapace partigiana per sempre, articolo di Sergio Dalmasso

È difficile, parlando di Lidia Menapace, affrontare la sua ricchissima biografia, tracciarne un profilo, senza inserire ricordi personali, modestissimi, ma molto numerosi in una conoscenza durata oltre mezzo secolo.

Lidia nasce a Novara nel 1924.

Racconta di “aver preso coscienza” nel corso della guerra, per motivi familiari, per i rastrellamenti tedeschi.

Prima, il trauma, nel 1938, per l’improvvisa assenza dalla scuola di una sua compagna di classe, perché ebrea (non è una malattia), le aveva fatto comprendere l’assurdità delle discriminazioni.

La scelta di divenire partigiana nasce da questo intreccio (ricordate La storia di Elsa Morante?) di grandi, drammatici fatti storici e di vicende personali, quotidiane:

la mancanza di cibo, i bombardamenti, la solidarietà tra persone semplici, i posti di blocco, l’attività clandestina…

Lo racconterà, settanta anni dopo, in Io partigiana. La mia resistenza (Manni 2014).

L’esperienza partigiana le lascia un segno indelebile. La sconfitta del fascismo deve essere il primo passo per la costruzione di una società più giusta.

Il rifiuto della guerra è consequenziale.

Dopo il lancio delle bombe atomiche nell’agosto 1945, scrive per un giornale locale, un articolo, bloccato dalla censura, in cui dice espressamente che le due atomiche buttate sui civili di un paese vinto ci mettono alla pari con i nazisti.

Dirà sempre: Chiamatemi ex politica, ex parlamentare, ex insegnante, ma non chiamatemi ex partigiana.

Ancora, la scelta pacifista l’accompagnerà per tutta la vita, contro i blocchi, il riarmo, le basi militari, l’installazione dei missili e la militarizzazione del territorio.

Sono conseguenti, “protofeministe”, le scelte di vita.

Frequenta gli ambienti cattolici e ha una relazione con un insegnante universitario che le propone il matrimonio, dicendole: Sarai la mia assistente.

Ovvio il rifiuto del ruolo subordinato e la fine della relazione.

Eguale la reazione davanti ad una persona, conosciuta frequentando la FUCI (la Federazione universitaria cattolica) che le propone il matrimonio, non accettando che lei lavori (il lavoro della moglie è considerato possibile solamente in famiglie modeste). …

CONTINUA

(PS. Lidia Menapace è presente sulla tessera di Rifondazione 2025 assieme a Pier Paolo Pasolini):

Lidia Menapace partigiana per sempre, nella tessere di Rifondazione anno 2025 con Pier Paolo Pasolini

Tessera Rifondazione Comunista 2025, Pier Paolo Pasolini e Lidia Menapace

di Sergio Dalmasso

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Download de “Il Lavoratore”, Anno XXV, n. 3 – 22 aprile 2025:
Download “Il lavoratore, mensile, Anno XXV - n. 3 - 22 aprile 2025” IL-LAVORATORE-APRILE-2025.pdf – Scaricato 11047 volte – 2,54 MB

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Link principali sergiodalmasso.com