Quaderno CIPEC Numero 7

Per ricordare Michele Risso

Quaderno CIPEC N. 7, Per ricordare Michele Risso

Indice generale

LA LEGGE 180 p. 5

PREMESSA p. 5

MICHELE RISSO: L’ANGOSCIA COME LA COLECISTI? p. 11

MICHELE RISSO: IL RINNOVAMENTO DELLA PSICHIATRIA p. 16

ATTUALITÀ E RICCHEZZA DELLA RIFLESSIONE DI MICHELE RISSO p. 23

COSA CI HA INSEGNATO MICHELE RISSO. ABBATTERE I MURI DEL SILENZIO, ECCO IL MESTIERE DI VIVERE p. 25

LAVORARE IN PSICHIATRIA. LA FATICA DELLE CONTRADDIZIONI p. 27

MICHELE RISSO. LE RADICI DI UNA RICERCA p. 29

BIOGRAFIA p. 31

FARFALLE, UOMINI E TOPI. CIOÈ: A CIASCUNO IL SUO FARMACO, NATURALMENTE p. 32
APPENDICE 2 p. 34

INTERVENTO SUGLI OPERATORI PSICHIATRICI p. 35

CRONICITÀ E CRONIFICAZIONE p. 38

PREMESSA Quaderno CIPEC N. 7

Ricordiamo con queste pagine un illustre concittadino bovesano, Michele Risso; è ancora più significativo richiamarne la memoria, perché nella professione che ha caratterizzato la sua vita ha rivolto costante attenzione ad un impegno di riflessione e di aiuto per la sofferenza, per quelle difficoltà sottili, misteriose, sovente pesanti che riguardano la nostra psiche.

In questa rievocazione di Michele Risso, a quindici anni dalla morte, è naturale ricordarlo come cittadino bovesano, emotivamente legato a questa nostra terra, partito, come altri suoi compaesani, quando Boves non era ancora città – verso mete che lo hanno condotto lontano, ma sempre legato alla sua terra, i cui caratteri di concretezza mantenne come medico e ricercatore.

L’originalità, ovvero sano senso di distinguersi, è certamente una caratteristica che viene riconosciuta ai Bovesani – certamente Michele Risso incarnava questmunò all’intraprendenza, al carattere anticonformista e alle idee antimilitariste (così provocatorie e provocatrici in quegli anni) e allo spirito di avventura, già forte finisi recòcanza al Nord, in Svezia con due suoi amici.

Sceglierà poi la professione di medico psichiatra, che lo porterà a schierarsi con quel forte movimento nazionale grazie al quale si avvierà la riforma delle strutture e dei metodi di cura della malattia mentale, capovolgendo totalmente la filosofia e le teorie che sottostavano a tutto quel sistema orientato non a curare ma a segregare, isolare, mettere da parte.

Risso rimase sempre legato a questo suo luogo natale, vi tornava volentieri per ricordare con i suoi compagni di allora le partite al pallone e le chiacchierate tra amici.

Sfogliando queste pagine viene fuori chiara la sua vivace intelligenza con il suo desiderio di conoscere e di sapere: sia questo un augurio perché queste pagine, al di là del ricordo, invoglino a riflessioni sulle sue scelte e sui temi ancora così attuali che caratterizzarono la sua attività.

Un ringraziamento particolare vada ai relatori che lo hanno voluto ricordare ed ai suoi familiari che la sera dell’incontro, il 1º marzo 1996, sono stati con noi a Boves.

Luigi Pellegrino (Sindaco di Boves)