Quaderno CIPEC Numero 27

Comunisti/e a Boves

Indice generale

Introduzione p. 5

Giovanni Ghinamo, detto Spartaco p. 7

È morto Giovanni Ghinamo p. 9

Avrò forse fatto male? p. 10

Dalla parte dei “vinti”. Alessio Revelli, 13 aprile 1948 – 8 maggio 1990 p. 14

Bartolomeo Giuliano: partigiano, comunista, uomo p. 18

È morto il comandante partigiano di Boves p. 21

VITA DELLA SOCIETÀ. nostri lutti. Bartolomeo Giuliano p. 23

Sconcerto a Boves per la fine di Edda e Bartolomeo Giuliano. p. 25

Bartolomeo Giuliano, comandante partigiano p. 26

Testimonianza di Bartolomeo Giuliano p. 28

Edda Arniani Giuliano (1930/1991) p. 36

Lino Manduca p. 38

Intervento al Comitato federale di Cuneo del PCI sui problemi dell’unità del movimento operaio e socialista italiano p. 42

Risposta all’articolo “A proposito della libertà” p. 46

Intervento al X congresso provinciale del P.C.I., Cuneo, febbraio 1972 p. 47

Era difficile fare il partigiano p. 48

Ricordo del comandante Franco p. 49

25 aprile 1979. XXXIV anniversario della Liberazione p. 51

Libri: Rifondare è difficile p. 55

C.I.P.E.C. Attività p. 59

Quaderni C.I.P.E.C. p. 63

Introduzione

Il passaggio fra il nono e il decimo (speriamo non sia l’ultimo) anno di questi quaderni è segnato dalla pubblicazione di testi su comunisti/e di Boves.

Gli scritti sono o brevi ricordi della vita di coloro che sono scomparsi, pubblicati o sul “Giornale di Boves” o sulla “Masca” o ancora sulla rivista dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, oppure testi da loro composti, in periodi molto vari, sulla contingenza politica o sulla resistenza che tanto ha concorso a definire le caratteristiche del PCI.

La presenza del “partito” in paese è debole: 200 iscritti nell’immediato dopoguerra, poi scesi ad un quarto, uno o due i consiglieri comunali in una realtà egemonizzata dalla DC (in anni di polemica frontale), percentuali elettorali sempre nettamente inferiori al 10% (il muro verrà superato solamente dall’esplosione, momentanea, del 1975- ’76). Il PCI- e per anni anche il PSI- è una sorta di corpo estraneo.

Le figure presentate sono molto diverse, nella loro formazione e nei loro percorsi.

Spartaco, esule antifascista, combattente nella guerra civile spagnola, confinato in Francia e a Ventotene, partigiano sulla Bisalta, fondatore del locale PCI dopo la guerra, ne esce per dissensi e vive per anni in una pesante solitudine umana e politica.

Alessio Revelli, scomparso a 42 anni, percorre, invece, con impegno e coerenza unici ed ammirevoli, tutte le speranze e anche le sconfitte della nuova sinistra.

Bartolomeo Giuliano è “il comunista” di Boves. Insegnante, consigliere comunale per trent’anni, dirigente dell’ANPI, figura più significativa della resistenza locale, stimatissimo anche dagli avversari politici.

La moglie, Edda Arniani, viene da un’area geografica (e politica) diversa: quella Romagna segnata dalle forti tradizioni socialista, anarchica, repubblicana (un repubblicanesimo fortemente sociale ed anticlericale) e su cui il PCI aveva costruito tanta parte del suo peso organizzativo ed elettorale. Edda è attiva nel PCI in anni nei quali per una donna è difficile “fare politica”, ha comportamenti anticonformisti che accrescono la distanza rispetto alla mentalità media del paese.

La sua morte, tragica, a ridosso di quella del marito, avviene nel periodo in cui tutte le certezze sembrano essere venute meno. Il PCI viene sciolto (nascono PDS e Rifondazione) nel febbraio 1991, dopo un dibattito, durato oltre un anno, lacerante per il “popolo comunista” e nel quale lei e il marito si sono trovati su posizioni diverse. Avviene nell’anno in cui scompare l’URSS, dopo che è crollato il “socialismo reale” dell’est.

Lino Manduca muore, superati gli ottant’anni di età, nel 2003. Di lui riportiamo alcuni scritti che ne mettono in luce la personalità composita, di intellettuale, spesso un po’ scettico ed un po’ distaccato.
Nessuna “vita dei santi”. E nessuna lettura acritica. Semplicemente un piccolo spaccato di una sinistra, piccola, sconfitta e del suo immaginario (il socialismo, la classe operaia, l’URSS, nel caso di Alessio, la Cina).

Sarà forse necessario, se questi quaderni continueranno, tornare su altre figure, ricordando, comunque, da ora i nomi, non molti, dell’antifascismo militante bovesano: il socialista Filippo Giraudo, i comunisti Giovanni Cometto e Angelo Re e famiglie tradizionalmente di sinistra, i Giubergia, i Cattaneo di S. Mauro, i Varrone di via della Stazione.

Arrestati a Boves nel 1927…ed accusati di “associazione comunista e di attività sovversiva”, il cantoniere Carlo Giubergia, il bracciante Lorenzo Cattaneo e il muratore Carlo Varrone verranno processati nel 1928 dal Tribunale speciale e assolti; Modesto Pellegrino subirà invece l’arresto, il carcere e la vigilanza speciale. In anni più tardi, una coerente militanza antifascista verrà perseguita da Giovanni Ghinamo, detto “Spartaco”…(Tommaso SALZOTTI, Boves, la guerra, la scuola, la società civile (1940- 1945 ) in AA.VV., Boves, storie di guerre e di pace, Cuneo, ed. Primalpe, 2002.

Sergio Dalmasso